Cosa è l’ascarismo? Come si è evoluto nel tempo? E, nei nostri giorni, come si presenta? Basta leggere una recente intervista al segretario regionale del PD, Fausto Raciti. Oggi, infatti, siamo di fronte a “personaggetti” tanto sprovveduti che quando parlano si confessano…
Ai tempi “gloriosi” dell’Italia umbertino-crispiana e poi fascista, quella per capirci che invece di far progredire il paese andava in Africa a fondare colonie e far uccidere i propri figli, la povera, poverissima Eritrea diventò italiana.
Per mantenere quel consenso che si poteva ottenere a quei tempi dalle popolazioni assoggettate con la forza delle armi, oltre all’esercito regolare, tutte le Nazioni coloniali, senza eccezione alcuna costituivano contingenti militari con giovani del luogo. Di gente così se ne trovava, se ne trova e se ne troverà sempre in tutti i paesi, gente povera, poverissima, senza onore e senza dignità, pronta a servire il padrone occupante e guadagnarsi potere e pagnotta vessando i propri conterranei.
Il contingente eritreo era formato da ascari (dalla parola araba ‘askarì, soldato).
Bene,perché esistano gli ascari dunque occorre una colonia, ovvero un paese occupato militarmente, un esercito occupante e un esercito formato da forze locali, che prende gli ordini dai vertici militari del paese occupante.
Nel nostro tempo le colonie, nel senso giuridico di possesso materiale mantenuto con la forza esterna ed interna, non ci sono più. Alcune di loro però si sono trasformate in propaggini politicamente controllate, nel senso che al posto della colonia c’è un’estensione territoriale, variamente denominata(ad esempio Regione), e non c’è più l’esercito d’occupazione.
Per controllare queste propaggini, al posto degli ascari che formavano l’esercito locale sono nati e si sono sviluppati nuovi ascari, con il compito di rappresentare il potere ex coloniale, esercitandolo in sua vece e luogo, acquisendo con ogni mezzo possibile un consenso un tempo acquisito con la forza militare.
Nessuna colonia antica o moderna,cresce e si sviluppa sotto il dominio coloniale, proprio perché il senso del possesso coloniale è quello dello sfruttamento delle ricchezze della colonia e del suo mantenimento in uno stato di sottosviluppo endemico funzionale al mantenimento del dominio.
La parola ascarismo fu coniata negli anni cinquanta(cinquanta!) del secolo scorso proprio in Sicilia, per indicare i politici siciliani eletti in Sicilia, sia alla Regione che al Parlamento nazionale e posti al servizio del Governo e della politica nazionale.
Gli effetti di questo servizio sono sotto gli occhi di tutti: la Sicilia è in coda in tutte le classifiche e gli indicatori di progresso, ricchezza, tenore di vita, benessere, sicurezza. Tutto questo perché la Sicilia sin dai tempi dell’Unità d’Italia(un maledetto imbroglio!), è stata tenuta in conto e trattata come una colonia.
Sotto gli occhi di tutti,dicevo,ma purtroppo finora la maggioranza dei siciliani non ha visto, e addirittura talvolta nemmeno guardato.
La mia speranza è che oggi i Siciliani abbiano acquistato la vista. Il degrado della vita politica a livello nazionale è come il disgelo. Sono venute meno le personalità politiche nazionali e regionali che con le loro capacità funamboliche, di imbonitori e illusionisti hanno saputo nascondere la verità
Oggi siamo di fronte a “personaggetti” tanto sprovveduti che quando parlano si confessano.
E’ il caso del segretario del PD regionale, Fausto Raciti che,senza nemmeno rendersene conto, ha pubblicato sul Giornale di Sicilia del 6 ottobre scorso il MANIFESTO DELL’ASCARISMO.
Vogliamo vedere?
Il cuore del messaggio è il seguente (lo riporto virgolettato per non sbagliare):”Intanto c’è la necessità di restituire sintonia al lavoro dell’ARS rispetto al Governo nazionale”
E’ chiaro,no. Non possiamo né dobbiamo fare nulla se non in sintonia con quello che lo Stato decide. Altrimenti….
Se lo Stato decide contro i nostri interessi noi dobbiamo sintonizzarci, non abbiamo altra scelta.
Perché tutto questo (a parte le cose spiegate prima)?
Ce lo spiega lui stesso
“…..avevamo l’obbiettivo proprio di portare alla velocità nazionale il processo di riforme in Sicilia e di consolidare il governo regionale dandogli maggiore credibilità nel confronto col governo nazionale”.
Il tutto cooptando Alfano nella maggioranza, come è a Roma.
Ma come si può….?
Si può, si può.
E infatti: “…bisogna capire ….come ricostruire un rapporto con lo Stato per portare avanti una programmazione economica a lungo periodo, definendo una volta per tutte quali risorse e quali compiti spettano alla Sicilia”.
I compiti che spettano alla Sicilia sono sanciti dallo Statuto, sig. segretario del PD,e non c’è bisogno che vengano definiti da nessuno di voi,né per parte dello Stato,né per parte della Regione. Non ne avete la statura,né lei nè il suo omologo Renzi, il quale, se lei sbaglia una virgola, lo manda subito a casa (questo è l’ascarismo). E poi ci ha pensato la Storia. Ma lei queste cose non le sa o peggio non le vuole sapere.
Quanto alla programmazione, le ricordo, o meglio, le insegno che nel 1999, un suo predecessore (Angelo Capodicasa, Presidente della Regione firmò con lo Stato, allora rappresentato dall’attuale Presidente della Repubblica,Sergio Mattarella, L’INTESA ISTITUZIONALE DI PROGRAMMA. Lì c’è scritto tutto).
Poiché il governo da lei sostenuto non può che fare peggio dei precedenti che l’Intesa se la sono fatta sfilare dalla tasca, faccia un piacere a tutti i siciliani. Se ne vada a casa insieme al governo che sostiene e lasci lavorare gente che ha a cuore esclusivamente le sorti della Sicilia e che sa che cosa occorre fare e come.
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