Il quotidiano francese dovrebbe evitare di dare lezioni di moralità e di democrazia all’Italia sulla gestione dei migranti. A ‘Le Monde’ bisogna ricordare che la Francia è ancora oggi un Paese colonialista che sfrutta 14 Paesi africani. E che loro, i francesi, sono i primi responsabili del flusso migratorio verso l’Europa. Siamo davanti a un caso in cui la pagliuzza e la trave di evangelica memoria cascano a pennello…
Il quotidiano francese Le Monde attacca l’Italia per la gestione dei migranti. E lo fa con una faccia tosta che solo i francesi, maestri dell’ipocrisia, riescono a mostrare. I governanti e gli ‘intellettuali’ di questo Paese sono così abituati a sentirsi i migliori di tutti che, ogni tanto, dimenticano perfino chi sono, da dove vengono e, soprattutto, cos’hanno combinato e cosa continuano a combinare in Africa!
La Francia è un Paese colonialista. Attenzione: la Francia non è stato un Paese colonialista: è, ancora oggi, un Paese colonialista che sfrutta vergognosamente 14 Pesi africani (COME VI ABBIAMO RACCONTATO QUI). La Francia, oggi, è un caso unico al mondo.
Non solo. I francesi, nel 2011, hanno voluto a tutti i costi l’attacco alla Libia e la morte di Gheddafi. E hanno voluto questo per motivazioni economiche: per bloccare il progetto della moneta africana di Gheddafi (che avrebbe mosso in discussione il colonialismo francese in Africa) e per togliere all’ENI il controllo del petrolio libico.
Quindi, i francesi non solo continuano a sfruttare colonialisticamente 14 Paesi africani, ma sono anche i responsabili del caos in Libia, che oggi è alla base dell’aumento del flusso migratoria di essere umani verso l’Europa.
Anzi, se proprio dobbiamo essere precisi, l’emigrazione di genti africane verso l’Europa, che ormai va avanti da decenni, è il frutto dell’atteggiamento colonialistico dei francesi ( delle multinazionali).
Un flusso migratorio che – lo ribadiamo – si è accentuato con la disgraziata guerra in Libia.
Che oggi Le Monde attacchi l’Italia per la gestione dei flussi migratori è ridicolo.
Così com’è altrettanto ridicola la tesi del Ministro degli Interni, Matteo Salvini, quando dice che gli immigrati vanno aiutati nei loro Paesi. Perché ‘aiutare’ gli abitanti di 14 Paesi dell’Africa sfruttati dai francesi significherebbe mettersi contro la Francia!
Cosa pensa, Salvini, di presentarsi al cospetto dell’attuale presidente francese dicendogli: “La dovete smettere di sfruttare questi quattordici Paesi africani, perché gli abitanti da voi sfruttati, a un certo punto, si catapultano in Europa”. Cosa pensa gli risponderebbe Macron?
Noi non condividiamo le scelte del Ministro Salvini: tenere sulle navi i migranti per giorni e giorni in attesa che l’Unione Europea ‘conceda’ quello che dovrebbe fare già, ovvero la ripartizione degli stessi migranti tra i Paesi europei, non ci sembra corretto.
Ha fatto bene il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli – tanto per entrare nell’attualità – a far attraccare la nave ‘Diciotti’ a Catania. E sarebbe civile – a differenza di quanto pensa il Ministro Salvini – ospitare i 177 migrati presi in carico dalla nave in città, in attesa che la Commissione Europea si dia una mossa e promuova la ripartizione dei migranti tra i Paesi europei.
Dopo di che, in mare ad occuparsi dei migranti, debbono andare le navi dell’Unione Europea: che deve darsi una politica per affrontare questo nevralgico problema e non intervenire solo dopo i salvataggi di vite umane fatti da altri.
Detto questo, che la Francia debba dare lezioni di umanità e di democrazia all’Italia – lo ribadiamo ancora una volta – è veramente ridicolo!
I francesi, prima di impartire lezioni agli altri, dovrebbero farsi l’esame di coscienza. Invece, spesso, presumono di poter essere giudici degli altri senza aver esaminato prima i propri comportamenti. Presuntuosi e sciovinisti, pensano che, smascherando i difetti degli altri, facciano sparire, come per magico incanto, i propri difetti.
Ma, come ci ricorda il Vangelo, prima di guardare ai difetti degli altri, dobbiamo guardare e meditare sui nostri difetti:
“Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non t’accorgi della trave che è nel tuo?”.
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