E’ la società che rifornisce di acqua le isole minori. Al costo di 12 euro al metro cubo. E che, prima dell’affare vero, potrebbe darsi al calcio, per conquistare il cuore dei trapanesi. Ma il commissario giudiziale ne è al corrente?
Domanda: se raccontassimo ad un inglese, un francese, uno scandinavo o un tedesco che sia, che nelle isole minori siciliane i depuratori sono una missione impossibile e che l’acqua si paga 12 euro al metro cubo, secondo voi ci crederebbero?
Probabilmente sì. E aggiungerebbero che queste cose possono succedere solo in Italia. Dove, in effetti, succedono.
A sguazzare nella incapacità siculo-italiana (incapacità studiata e programmata?) di dotare le sue isole minori di civili infrastrutture idriche è una società napoletana: la Marnavi, della famiglia Ievoli. Che, con le sue navi cisterna (le avrete viste durante le vostre vacanze alle Eolie, Egadi, Lampedusa o a Pantelleria), in base ad un contratto del valore di 20 milioni firmato con il Ministero della Difesa, rifornisce di acqua le nostre belle isole. “Alla ditta- recita il contratto- verrà corrisposto di 11,67 euro, Iva esclusa, per ogni mc di acqua potabile consegnato”. 11,85 per Lampedusa e Pantelleria.
Bene -anzi malissimo- direte voi: e che c’entra con la Liberty lines citata nel titolo? Ve lo diciamo subito. Intanto abbiamo voluto mostrarvi la carta d’identità, per così dire, di questa società.
Torniamo alla Liberty Lines: sappiamo tutti che la compagnia di navigazione del gruppo Morace (ex Ustica lines) è stata travolta da una pesantissima inchiesta giudiziaria che parla di tangenti, di bandi ritagliati ad hoc e della solita banda di politicanti al servizio di una lobby imprenditoriale (l’inchiesta si chiama Mare Mostrum, sotto in allegato alcuni articoli sul tema).
Inchiesta che ha portato al commissariamento della Liberty Lines, così come stabilito dal Tribunale di Palermo. Il commissario giudiziale, che affianca il cda, ha il compito di esaminare ”i contratti vigenti, accertando l’eventuale presenza di clausole produttive di profitti ingiusti per la società di navigazione; verificare la corretta esecuzione dei contratti e la legittimità degli importi di volta in volta richiesti alla Regione Siciliana” e così via. Ha il compito, insomma, di ‘ripulire’ un pò qui e un po’ lì.
Il lavoro è in corso. Dovrebbe essere portato a termine entro Marzo dell’anno prossimo. Prima di allora sarebbe alquanto strano che si parlasse di una vendita della Liberty Lines. Eppure, pare che l’argomento sia già sul tavolo dei Morace. E che il potenziale acquirente sarebbe proprio la Marnavi.
Ma come? Così d’emblée? Certo che no. La strategia messa a punto sarebbe più bizantina. Intanto, l’armatore Ievoli, potrebbe avvicinarsi agli affari dei Morace con un’altra operazione: l’acquisto del Trapani calcio.
Pensate che bella mossa: l’armatore napoletano conquisterebbe il cuore dei tifosi che sarebbero ben felici di vederlo anche al timone della compagnia di navigazione che è dell’attuale patron della squadra di calcio.
Si sa, insomma, che il calcio è un ottimo viatico per ogni tipo d’affare perché fa guadagnare la benevolenza degli appassionati (per restare in Sicilia, Zamparini docet).
In questo caso il detto panem et circenses si traformerebbe in acquam e circenses con l’aggiunta di appalti milionari per il collegamento tra la Sicilia e le isole minori.
E, soprattutto, come sempre in questo settore, il giro di affari resterebbe in mano sempre agli stessi personaggi che da decenni arricchiscono i loro patrimoni con una marea di fondi pubblici usati male.
Si tratta, va da sé, di rumors. Saranno arrivati alle orecchie del commissario giudiziale?
Un’ultima considerazione: avete notato il silenzio calato sull’intera questione nei palazzi della politica siciliana? Saranno ancora troppo pieni di amici dei Morace e dei Franza?
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