Mentre il presidente Crocetta ‘duella’ con l’assessore Pistorio (ci fu offesa…), emergono pesantissimi interrogativi sulla legittimità del bando che ha assegnato all’armatore Ettore Morace il servizio trasporti delle isole minori. Un altro capitolo di una storia che parla di una politica arraffona e affarista e di una grigia commistione di interessi
Mentre il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, continua la sua ‘guerra’ personale con l’assessore alle Infrastrutture, Giovanni Pistorio, emergono nuovi pesanti dubbi sugli affari milionari che girano intorno ai trasporti marittimi tra la Sicilia e i suoi arcipelaghi. Affari che, come sappiamo, sono finiti nel mirino di diverse Procure e che hanno portato all’arresto dell’armatore Ettore Morace. L’inchiesta, che si chiama Mare Mostrum, ha svelato la trama di un “romanzo della corruzione”, per usare le parole di uno dei magistrati inquirenti, che gira intorno ad una marea – è il caso di dirlo – di soldi pubblici e ad una rete di ‘amicizie’ tra politicanti di vari schieramenti, lobby del settore e pure qualche giudice amministrativo. Vi abbiamo svelato alcuni scenari negli articoli che trovate sotto in allegato.
Roba pesantissima all’attenzione dei magistrati, questo è certo. Che rischia di passare in secondo piano rispetto al teatrino cui stiamo assistendo in questi giorni: Crocetta offeso per le frasi “omofobe” di Pistorio, la richiesta di dimissioni, il rifiuto di lasciare la poltrona, ecc… Se non fosse nota la personalità di Crocetta, si potrebbe pensare che si tratta di un escamotage per distrarre l’attenzione dalle cose serie. Ma, probabilmente, il governatore è davvero più concentrato sull’offesa personale che sulla grigia commistione di rapporti tra imprenditoria, politica e amministrazione pubblica, nonché gestione allegra dei soldi dei siciliani che può segnare definitivamente l’operato del suo governo.
Mentre, la ‘sciarra’ continua, infatti, diversi esperti di affari legali stanno passando al setaccio l’intera faccenda dei bandi regionali (e non solo) per l’affidamento del servizio passeggeri a mezzo di navi veloci tra e verso le isole Egadi e le Eolie. E continuano ad emergere stranezze.
Parliamo, ad esempio, della procedura di gara prevista dal Decreto n.951 dell’assessorato regionale alle infrastrutture, 11 Maggio 2016. Termine per le domande: 16 Giugno 2016. Finanziamento: 120 milioni di euro per 53 mesi di contratto.
Un piccolo passo indietro. Prima di arrivare a questo bando, erano stati ritirati i precedenti contratti assegnati alla compagnia dei Morace nel febbraio 2014. La Regione aveva quindi pubblicato un nuovo bando a novembre 2015, poi ritirato su pressione degli amministratori isolani. La giunta siciliana aveva quindi deciso di procedere con una gara relativa soltanto ad un contratto transitorio, valido fino a luglio 2016 e aggiudicato alla Ustica Lines, mentre gli uffici regionali preparavano il bando per l’affidamento quinquennale.
Si arriva dunque alla gara dell’anno scorso. La Regione pubblica il nuovo bando di gara. L’appalto viene aggiudicato alla Liberty Lines, nuovo nome della Ustica Lines dell’armatore Morace. Che è l’unica ad avere presentato un’offerta. Il contratto entra in vigore, formalmente, il 22 luglio.
Tutto bene? Per niente. Secondo i rilievi di alcuni legali, infatti, ci sarebbe un ‘piccolo’ problema: il bando di gara non sarebbe stato sottoposto al vaglio dell’Unione Europea, così come previsto dal regolamento CEE del Consiglio 7 dicembre 1992 n. 3577. Che si tratti di una regola, in teoria, non aggirabile, lo conferma una sentenza della Corte di Giustizia (n. 323 del 9 Febbraio 2006) che ha scrritto nero su bianco che la mancata consultazione con la Commissione dell’Unione Europea, prima del rilascio della concessione di un trasporto marittimo di passeggeri, viola gli articoli 4 e 9 del regolamento in questione. Articoli che, appunto, prevedono la non discriminazione di tutti gli armatori comunitari (che ,va da sé, andrebbero informati del bando) e che gli Stati membri consultino la Commissione dell’Unione Europea prima di affidare tali servizi.
Ebbene, dal decreto 951, che prevede la gara, non risulterebbe nessuna notizia riguardo ad una concertazione con la Commissione europea. Questo ‘dettaglio’ renderebbe il bando del tutto illegittimo perché in contrasto con la normativa europea.
Emergono dubbi anche sulla tempistica: il bando è stato pubblicato il 16 Maggio 2016, la scadenza per le domande un mese dopo. Un tempo che sarebbe troppo breve per consentire a tutti i potenziali concorrenti di partecipare. I bandi che contengono clausole potenzialmente lesive dell’interesse dei partecipanti sono, per giurisprudenza consolidata, illegittimi.
Altra ‘dimenticanza’ avrebbe riguardato l’indicazione chiara della procedura, carenza che avrebbe potuto impedire la corretta formulazione delle domande.
Non solo. La Ustica Lines avrebbe garantito l’appalto del servizio anche attraverso alcuni mezzi acquisiti gratuitamente dalla curatela Siremar “in pregiudizio dei creditori fallimentari e “con la conseguenza di un ingiustificato abuso di posizione dominante in ulteriore pregiudizio della libera concorrenza”.
Della complicata e poco chiara vendita della Siremar, finita nella mani della Sns (sigla che sta per Società di navigazione siciliana con Ettore Morace e il gruppo Franza di Messina), praticamente senza una gara, vi abbiamo già parlato e torneremo a parlarne.
Un capitolo a parte merita l’Antitrust che su questa storia è sembrata molto distratta. E ve ne parleremo nei dettaglio nei prossimi giorni.
In conclusione, possiamo solo aggiungere che, al di là dei teatrini della politica, i dubbi che aleggiano intorno al business dei trasporti marittimi in Sicilia sono enormi. E se venissero confermati anche solo quelli che vi abbiamo raccontato oggi, avremmo la conferma del fatto che, quando si tratta di grossi affari e di bandi milionari, la Sicilia segue solo le sue regole. O meglio, le regole di una classe politica affarista e arraffona che non ha esitato a calpestare gli interessi dei siciliani per costruire carriere assolutamente dannose per l’intera comunità.
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