Mentre a Palermo e nel resto dell’Isola non mancano, ancora oggi, le vie dedicate al generale-assassino di meridionali, Enrico Cialdini, la Napoli del sindaco Luigi De Magistris ha tolto la cittadinanza onoraria a questo militare sabaudo-piemontese. Notizia che non è sfuggita al leader degli indipendentisti siciliani, Giuseppe Scianò, che elogia Napoli e ricorda che in altre parti del Mezzogiorno – Sicilia in testa – dominano ancora gli ascari
Mentre a Palermo (ma supponiamo non solo a Palermo) c’è ancora una via dedicata al generale Enrico Cialdini (ve ne abbiamo parlato qui in questo articolo che risale al gennaio dello scorso anno), il Comune di Napoli ha revocato la cittadinanza onoraria a questo militare che, all’indomani della ‘presunta’ unità d’Italia, ha massacrato migliaia di uomini e di donne del Sud. La notizia non è sfuggita al leader storico degli Indipendentisti siciliani, Giuseppe Scianò, che così la commenta:
“Il Direttivo del Centro Studi e Ricerche sull’Indipendentismo Siciliano ‘Andrea Finocchiaro Aprile’ esprime apprezzamento per la recente iniziativa del Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, di togliere la Cittadinanza Onoraria di Napoli al Super-Elogiato ‘EROE’ del Risorgimento Italiano Enrico Cialdini, Generale dell’esercito SABAUDO-PIEMONTESE”.
“A tal proposito – prosegue Scianò – va ricordato che il Cialdini, fra l’altro, era stato uno dei principali protagonisti della ‘conquista’ di Gaeta con soverchianti forze militari e con il provvidenziale supporto dei ‘cannoni rigati’ (forniti con i relativi artiglieri dal Governo di Londra) nel mese di febbraio del 1861. Lo stesso Cialdini sarebbe stato successivamente a capo delle sanguinarie e spietate operazioni di repressione delle rivolte popolari che si sarebbero svolte in tutto il territorio dell’Ex Regno delle Due Sicilie”.
“Quello che si verificò dal 1860 in poi – osserva il leader storico degli Indipendentisti siciliani – fu in realtà una vera e propria guerra di RESISTENZA che si sarebbe protratta per alcuni decenni, soprattutto dopo la proclamazione del Regno d’Italia (che era avvenuta, com’è noto, il 17 marzo del 1861). Una ‘Guerra di Resistenza’ che confermava, fra l’altro, la falsità dei dati e delle modalità con le quali si era svolto il cosiddetto PLEBISCITO del 21 ottobre del 1860. E che dimostrava al Mondo come i Popoli del Sud non accettavano, né avevano mai accettato una ‘CONQUISTA’ ed una ‘ANNESSIONE’ che facevano del territorio dell’Ex-Regno delle Due Sicilie e dei rispettivi Popoli (quello Siciliano compreso) ‘oggetti’, relegati in una ‘colonia di sfruttamento’ interna al Regno d’Italia”.
“Per concludere – scrive sempre Scianò – ci pare doveroso puntualizzare che, a prescindere da ogni altra considerazione, l’iniziativa del Sindaco di Napoli costituisce un momento importante di consapevolezza. E, soprattutto, di dignità politica e culturale. Ci permettiamo altresì di aggiungere che la rivendicazione del diritto alla verità sui fatti realmente accaduti e la rivendicazione del diritto al recupero della propria memoria storica sono requisiti necessari per comprendere meglio la realtà che ci circonda e costituiscono premesse necessarie per rivendicare il diritto al futuro. E per intraprendere un percorso di rinascita e di progresso. Soprattutto in un’Italia nella quale il mito, le leggende e le belle favole hanno sostituito e sostituiscono i ‘Fatti’ realmente accaduti, belli o brutti che siano. E dove, proprio nel Sud dominano, l’ASCARISMO Culturale e quello Politico”.
L’iniziativa del sindaco di Napoli rientra in un progetto culturale e politico denominato “Napoli, città autonoma”.
“Questo progetto – ha detto il sindaco De Magistris – si è già estrinsecato nella nostra azione amministrativa, si è estrinsecato nel programma elettorale, si è estrinsecato in una proposta di legge in Parlamento, adesso si deve ancora di più estrinsecare in un progetto di autonomia fiscale, organizzativa, politica, amministrativa, organizzativa, politica ed istituzionale della città di Napoli”.
Mentre la Sicilia, Regione autonoma dal 1946 è oggi governata da ascari che hanno ceduto al Governo nazionale ingenti risorse dei siciliani, mentre la Regione siciliana continua a caricarsi di oneri che sono dello Stato, Napoli pensa a un progetto di Autonomia del quale si occuperà Flavia Sorrentino, portavoce nazionale di MO-Unione Mediterranea.
“Spetterà a lei infatti – si legge sul sito Agorà 24 – il compito di portare a compimento ‘un manifesto’, come lo ha definito il Sindaco, per una ‘Napoli che crede fortemente nella una sua capacità di riscatto, attraverso l’autodeterminazione, l’autogoverno e la forte partecipazione popolare, in un’ottica forte di applicazione dell’art. 1 della Costituzione’. Il progetto ‘Napoli Città Autonoma’ prevede anche la revisione storica della toponomastica cittadina”.
“Abbiamo cominciato a farlo in questi anni – ha detto de Magistris – vogliamo continuare a farlo. Questo progetto non è ‘contro qualcuno’, ma è per un’Italia sì una e indivisibile, ma che valorizzi veramente le autonomie e le differenze. Napoli sarà la prima città del Terzo millennio che ha l’obiettivo di ottenere l’autonomia piena”.
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