Dopo un dibattito durato cinque giorni e che si è concluso oggi vede la luce, di fatto, un nuovo sindacato agricolo – Liberi Agricolotori, quinta Organizzazione italiana che viene rafforzata – “rappresentato da soggetti nuovi, non compromessi con le responsabilità di chi si è reso complice fin qui del fallimento dell’agricoltura italiana”. Di questa “Alternativa al sistema liberista” fanno parte “agricoltori/produttori, i lavoratori del ciclo agroalimentare, i cittadini sia nella loro condizione di fruitori del cibo e dei servizi, sia in quanto appartenenti alle comunità”. Il programma
Nel silenzio generale è nata un’iniziativa che potrebbe rivoluzionare il mondo dell’agricoltura italiana e siciliana. Fino ad oggi gli agricoltori sono stati rappresentati da quattro organizzazioni agricole: la Coldiretti, la CIA (Confederazione Italiana Agricoltori), Confagricoltura a Copagri (Confederazione di produttori agricoli). Da oggi c’è una quinta organizzazione. Si tratta un’organizzazione che già esiste – Liberi Agricoltori – che viene rafforzata.
Liberi Agricoltori è la quinta Organizzazione già esistente a livello nazionale. In Sicilia rappresenta circa 14 mila aziende agricole e cosi via nel territorio italiano. Oggi nasce un’Alleanza tra i vari movimenti per rafforzare Sindacalmente la categoria degli Agricoltori .
Leggiamo nel documento finale:
“Siamo Agricoltori, contadini, allevatori e pastori riuniti durante le giornate dell’Assemblea costitutiva dell’Alleanza per la Sovranità Alimentare convocata fra il 24 e il 29 agosto 2020 dalla Confederazione Altragricoltura per la Sovranità Alimentare intitolata Dal Lavoro della Terra al lavoro per un’altra società’. L’assemblea è stata proposta dopo un lungo percorso di confronto interno al movimento dalla Confederazione Altragricoltura per la Sovranità Alimentare con una serie di documenti preparatori sviluppati e assunti dalla sua Quarta Assemblea nazionale tenuta nel 2018”.
La particolarità di questa iniziativa sta nei contenuti innovativi rispetto ai temi classici dell’agricoltura, a cominciare dalla Sovranità alimentare, oggi messa a dura prova dal mondialismo economico imposto dall’Unione europea, e dalle modalità con le quali le trenta e oltre sigle, che rappresentano poco più di 14 mila aziende agricole, si sono riunita: ovvero in una convention di 5 giorni on line.
Sulla base del dibattito che si conclude oggi e dei documenti elaborati e inseriti nell’atto costitutivo “noi, oggi – leggiamo nel documento – condividiamo lo spirito e la proposta generale che punta a costruire nel Paese un nuovo soggetto organizzato degli agricoltori e dei contadini, autonomo e plurale, sulla base della proposta ideale e concreta della Sovranità Alimentare. Un soggetto che continui a mettere in campo una forte mobilitazione per cambiare gli orientamenti sociali, le regole e le scelte politiche”, per mettere “in campo la più larga iniziativa di pratiche economiche, produttive, sociali per il cambiamento”.
Qui arriva il passaggio più importante, là dove si dice che il nuovo soggetto natio oggi, dopo cinque giorni di dibattito, dovrà prendere la le proprie mani “gli strumenti della rappresentanza secondo il principio per cui il progetto nuovo per l’agroalimentare italiano va rappresentato da soggetti nuovi, non compromessi con le responsabilità di chi si è reso complice fin qui del fallimento dell’agricoltura italiana”.
Insomma, quello che è stato fatto fino ad oggi in agricoltura non va più bene. “Poniamo alla base della nostra iniziativa e del nostro stare insieme – leggiamo nel documento – la Sovranità Alimentare che è per noi la proposta per riorganizzare un progetto nuovo per l’agricoltura e l’agroalimentare italiano fondato sui diritti, sui modelli agroecologici e sulla funzione sociale ed etica del cibo e della gestione del territorio e dei beni comuni. Un progetto alternativo al modello neoliberista che svuota di contenuti e diritti il cibo e il lavoro e colpisce i diritti dei cittadini, delle comunità e dei lavoratori”.
“Per questo – prosegue la nota – sosteniamo convintamente il processo di costruzione di una Alleanza sociale fondata su un progetto di fuoriuscita dal dominio agroalimentare e assumiamo convintamente la proposta avanzata in queste giornate di dare vita all’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare in cui convivano soggetti diversi, autonomamente organizzati ma uniti da obiettivi e pratiche comuni”.
Si passa quindi alla fase operativa:
“Tre per noi sono i soggetti principali dell’Alleanza: gli agricoltori/produttori, i lavoratori del ciclo agroalimentare, i cittadini sia nella loro condizione di fruitori del cibo e dei servizi, sia in quanto appartenenti alle comunità. Di questa alleanza ci proponiamo come il luogo in cui si organizzano autonomamente e liberamente gli agricoltori, i contadini, gli allevatori e i pastori e ci predisponiamo sia per sviluppare campagne e iniziative in rete, sia per implementare gli strumenti che l’Alleanza sta individuando, a partire dall’Associazione per la Sovranità Alimentare, dalla webradiotv Iafue perlaterra, degli strumenti della rete digitale ed ogni altra istanza che sarà individuata come utile al nostro percorso”.
Agricoltori e cittadini-consumatori insieme per evitare che il cibo-spazzatura arrivi sulle nostre tavole, come purtroppo avviene oggi: basti pensare al grano canadese al glifosato che arriva con le navi, al pomodoro cinese, all’olio d’oliva tunisino, all’ortofrutta che arriva dall’universo mondo. Prodotti spesso di pessima qualità, a volte anche tossici per la presenza di diserbanti e pesticidi che la nostra agricoltura ha bandito da decenni perché dannosi per la salute umana e per l’ambiente.
“Per dare vita a questo spazio – prosegue il documento – assumiamo queste scelte operative:
– assumiamo il nome di Altragricoltura per sottolineare la continuità con un lungo percorso di iniziative e di lotte durato venti anni riconoscendoci nello sforzo costante di dare vita ad un percorso autonomo e libero;
– diamo mandato al nuovo gruppo di dirigente di apporre allo Statuto di Altragricoltura Confederazione per la Sovranità Alimentare le modifiche necessarie coerenti con il nuovo obiettivo di costituire uno spazio in cui possano aderire solo aziende agricole e pastorali e solo in minima parte tecnici di sostegno;
– assumiamo la decisione di sviluppare la nostra iniziativa sociale a tutela degli agricoltori e delle aziende con più strumenti (come per esempio rafforzando le pratiche mutualistiche del Soccorso Contadino o dando vita al Coordinamento dei Movimenti per la Riforma dell’Agricoltura) e, in particolare, assumiamo la decisione di porre ogni sforzo nella nascita e il rafforzamento del più ampio e forte soggetto sindacale di rappresentanza dei nostri interessi;
– considerando strategico l’obiettivo del sindacato oggi assumiamo convintamente la decisione di svolgerne l’attività in quanto LiberiAgricoltori, organizzazione che diventa il nostro spazio sindacale e in cui ci predisponiamo a compiere ogni sforzo per il suo rafforzamento;
– decidiamo, al tempo stesso, di promuovere con i nostri partner la più ampia azione di riforma del sindacato e della rappresentanza secondo alcuni principi di base che consideriamo imprescindibili: il sindacato deve essere autonomo, democratico, governato dagli agricoltori, partecipato, capace di condurre una forte azione di rappresentanza e di lotta per la Riforma sulla base della proposta della Sovranità Alimentare”.
“Su queste prime decisioni – conclude il documento – oggi sottoscriviamo quest’atto eleggendo il direttivo che sarà chiamato a riorganizzare lo statuto ed a proporre il piano di lavoro a partire da una prima riunione del nuovo gruppo dirigente convocata per Lunedì 31 Agosto”.
Insomma, si parte. Lunedì ne sapremo di più.
Foto tratta da FOOD
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