La Sicilia dice NO al glifosato e sì a un nuovo modello di sviluppo eco-sostenibile!

21 marzo 2019

Presto in Assemblea regionale siciliana si materializzerà un disegno di legge per bandire il glifosato dalla nostra Isola. Sia chiaro che il NO! al micidiale glifosato è un NO! a un “modello produttivo” che ci viene imposto come “magnifico progresso”, mentre saccheggia e “spreme” la Terra, e non concepisce alcun Avvenire se non quello tenebroso del Profitto “immediato & a tutti i costi”

La Sicilia dice NO al GLIFOSATO!. SI a un nuovo modello di sviluppo eco-sostenibile!
da Mario Di Mauro e Paolo Valentini
dell’Istituto TerraeLiberAzione
riceviamo e pubblichiamo

Il glifosato è un diserbante sistemico “non selettivo”, distrugge tutto, tranne quelle cultivar transgeniche in cui vi è stata indotta la resistenza: dunque ti spacciano sementi & diserbante in un circolo vizioso dal quale si esce solo con un nuovo modo di produrre il cibo. Il glifosato è utilizzato su larga scala anche nel giardinaggio, nel diserbo di bordi stradali ecc.

Inutile dire che l’Agro-Farma globale muove interessi immensi e “corrompe” interi eserciti di politici e burocrati, di scienziati e accademici, di comunicatori e spacciatori… Ma in campo non ci sono solo “Loro”. C’è anche chi dice NO! e con ottime Ragioni. Tra questi, da un quarantennio, c’è anche la comunità siciliana “TerraeLiberAzione”. E’ giusto dirlo.

All’inizio, oltre 40 anni fa, eravamo “quattro pazzi” …Sia chiaro che il NO! al micidiale glifosato è un NO! a un “modello produttivo” che ci viene imposto come “magnifico progresso”, mentre saccheggia e “spreme” la Terra, e non concepisce alcun Avvenire se non quello tenebroso del Profitto “immediato & a tutti i costi”. Questo nostro NO! apre la via a un luminoso SI! a un “modello produttivo” molto più efficiente e del tutto eco-sostenibile e “circolare”. Si può Fare!

Una nuova CoScienza si sta facendo strada e anche le protezioni legislative di cui gode Big Agro-Farma stanno vacillando. Al proposito, sarà a breve presentato all’Assemblea regionale siciliana un disegno di legge che impone lo STOP AL GLIFOSATO e allo stesso mantra pseudo sviluppista imposto dai colossi globali dell’Agro-Farmaceutica, da Bayer in giù. La prima firmataria è Valentina Palmeri (M5S), che ha magnificamente sintetizzato un lungo lavoro realizzato da una vasta Coalizione agro-ambientalista siciliana, di cui siamo parte: è la più grande “alleanza ecologista” fin dai tempi della conquista dei “parchi regionali”, e sono passati 40 anni! Dall’AIAB a Legambiente, dal WWF all’USB e tante associazioni…

Questa iniziativa è parte attiva di un movimento internazionale che dalla California all’India, passando per la Baviera… si è posto lo stesso obiettivo: eliminare i diserbanti tossici dal Paesaggio del Pianeta.

Questo disegno di legge regionale valorizza anche la nostra residuale e vecchia Autonomia in un contesto tecno-giuridico più avanzato. Il suo titolo: “Azioni a difesa della salute, dell’ecosistema, della biodiversità e della qualità dei prodotti agricoli siciliani”. Il suo impianto deriva da una precisa definizione concettuale: un paradigma organico, che vi viene tradotto in un Quadro di norme, prescrittive e di sostegno fiscale e finanziario.

Alcuni esempi: all’Art. 8- che definisce il principio di “Fiscalità di vantaggio per uno SVILUPPO SOSTENIBILE” introducendo da subito una riduzione dell’IRAP; all’Art. 9 –che orienta e canalizza i fondi del PSR ed altri finanziamenti pubblici verso le aziende agricole conformi al “modello agro-ecologico”.

Ci saranno resistenze e altri ostacoli, ma dopo decenni di “Vietnam” agro-ambientale, il Cammino verso una Sicilia BIO, pulita e produttiva è tracciato. E indietro non si torna. Molto presto riscopriremo tante cose…per esempio: che le cosiddette “ERBE INFESTANTI” sono spesso, in Realtà, Erbe Spontanee Utili, e ci sono diverse tecniche per la loro gestione modulata in precisi piani di difesa ambientale e di Cura della Terra. E c’è tanto Lavoro vero, utile e produttivo.

E’ un Ritorno al Futuro nella logica della retro-innovazione che coniuga Tradizione e nuove Tecnologie. In fondo è anche una metafora potente di una Sicilia liberata da inquinamenti e colonialismi, incultura e sottosviluppo. Negli anni Settanta, l‘Isola dei vel-ENI, dai poli petrolchimici dilagò sull’intero paesaggio agrario (e non solo!), facendone un “Vietnam”!

L’Agricoltura siciliana, diciamolo, ha divorato, subalterna ma spesso anche truffaldina, mezzo secolo di miliardari “contributi a pioggia” della PAC europea (AIMA-AGEA), fatte salve le tante nicchie di eccellenza. Ecco, il Paesaggio agrario siciliano, nella nostra visione strategica, non sarà più la decrepita vecchia idrovora che nel solo 2013 si è auto-bombardata con 95.000 tonnellate di PESTICIDI. Nel 2014, malgrado “la crisi”, le tonnellate di PESTICIDI sono diventate 106.000. E così via…”bombardando”. Quanto al glifosato&affini, è ovvio che lo metteremo al bando anche dall’uso extra-agricolo: se necessario, anche con Azioni Dirette.

Intanto Bayer ha appena perso la seconda causa sul glifosato (COME POTETE LEGGERE QUI) ed è crollata in Borsa (-12,5%). E ci sono decine di cause ben avviate specie in California…Il muro è crollato, anche se qualcosa se la inventeranno… E’ certo però che, acquisendo -per 65 miliardi di dollari- l’americana Monsanto, i tedeschi di Bayer hanno fatto un pessimo affare. La geopolitica e il movimento agro-ecologista stanno facendo il resto. E la battaglia è mondiale. In Sicilia facciamo la nostra parte e anche molto bene.

Quanto all’agro-ecologismo di “TerraeLiberAzione”, ne rivendichiamo le profonde radici anticapitaliste e anticolonialiste scientifiche.

Sia chiaro: la produzione su scala industriale è una grande conquista dell’Umanità, e va socializzata liberandone la Potenza dalla logica del profitto: “il singolo industriale o commerciante è soddisfatto se vende la merce fabbricata o comprata con l’usuale profittarello e non lo preoccupa quello che in seguito accadrà alla merce o al compratore. Lo stesso si dica per gli effetti di tale attività sulla natura.

Prendiamo il caso dei piantatori spagnoli a Cuba, che bruciarono completamente i boschi sui pendii e trovarono nella cenere concime sufficiente per una generazione di piante di caffè altamente remunerative. Cosa importava loro che dopo di ciò le piogge tropicali portassero via l’ormai indifeso humus e lasciassero dietro di sé solo nude rocce?

“Nell’attuale modo di produzione viene preso prevalentemente in considerazione, sia di fronte alla natura che di fronte alla società, solo il primo, più palpabile risultato”. F. ENGELS (Dialettica della Natura, 1873)

Foto tratta da marciastoppesticidi.it

 

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