La Regione siciliana quasi-fallita e la memoria corta dell’onorevole Giuseppe Lupo e del PD

31 gennaio 2019

Il PD, in nove anni di Governo della Sicilia ha distrutto la Regione siciliana. Dopo avere avallato gli scippi finanziari del Governo nazionale a guida PD al Bilancio della Regione, i dirigenti di questo partito cercano di scaricare le responsabilità su altri. Ma noi siamo stati testimoni di queste vergogne e abbiamo il dovere di ricordare i danni prodotti dagli accordi tra il Governo Renzi e e il Governo Crocetta, entrambi a guida PD 

Da ridere. C’è veramente da ridere. Sì, non si può non sorridere nell’ascoltare le parole del capogruppo del PD all’Assemblea regionale siciliana, Giuseppe Lupo, che contesta i tagli alla Finanziaria di 250 milioni di euro e chiama in causa il “Governo giallo-verde”. Dimenticando che i soldi che oggi mancano al Bilancio della regione sono il frutto dei ‘Patti scellerati’ siglati nella passata legislatura da due Governi a guida PD: il Governo Renzi e il Governo regionale di Rosario Crocetta.

Ma che ci volete fare: l’onorevole Lupo ha la memoria corta. Non ricorda più nulla. E dire che, nei Governi Crocetta proprio lui ha giocato un ruolo importante: a un certo punto ha disegnato come assessore ai Beni culturali il professore Antonio Purpura che, nella disastrosa storia dei Governo Crocetta è stato uno dei migliori assessori: uno dei pochi, insieme con l’assessore alla Salute-Sanità, Baldo Gucciardi, a fare cose egregie.

Ma l’onorevole Lupo non ricorda più. Forse non ricorda nemmeno che, a partire dal 2014, per “risanare” i conti del Governo nazionale che non si risanano mai, il Governo Renzi ha scippato al Bilancio della Regione siciliana un miliardo e 340 milioni di euro all’anno.

Quindi, onorevole Lupo, riassumiamo:

due ‘Patti scellerati’ – uno nel giugno del 2014, circa 4 miliardi di euro scippati alla Regione siciliana (QUI UN ARTICOLO DEL PROFESSORE MASSIMO COSTA) e l’altro nel giugno del 2016, con ulteriori, incredibili penalizzazioni a carico della Sicilia (QUI UNA NOSTRA INCHIESTA IN TRE PUNTATE);

il già citato scippo annuale di un miliardo e 340 milioni di euro;

lo scippo alle nove ex Province siciliane di 240 milioni di euro all’anno (sempre per “risanare” il Bilancio dello Stato);

e lo scippo – sempre alle ex Province siciliane di altri 200 milioni di euro all’anno tra RC auto e libretti.

Onorevole Lupo: dopo tutti questi scippi operati dal suo partito lei si accorge solo adesso che la regione siciliana è senza soldi?

Anche i 2 miliardi di euro e rotti di crediti inesigibili – che sono alla base dei ‘casini’ di queste ore – sono opera vostra. Lì Iddio solo sa cosa avete combinato: era il 2015 e venivano cancellati 10 miliardi di euro di residui (così tecnicamente si chiamano i crediti inesigibili).

Il nostro dubbio, allora, era che non tutti questi 10 miliardi di euro erano crediti inesigibili: anche i grillini, allora, manifestarono perplessità (COME POTETE LEGGERE QUI).

Invece questi 2 miliardi di euro e rotti presenti ancora fra le entrate del Bilancio regionale sono crediti inesigibili, come certificato dalla Corte dei Conti. E non siete stati voi, onorevole Lupo, nella passata legislatura, a lasciare questi 2 miliardi di entrate fittizie nel Bilancio?

Neanche questo ricorda, onorevole Lupo?

Onorevole Lupo, ricorda? Era la primavera del 2016 e l’allora assessore all’Economia della Regione siciliana, Alessandro Baccei – che non era siciliano – ammetteva che lo Stato rubava 7 miliardi all’anno ai siciliani (COME POTETE LEGGERE QUI). Ha dimenticato anche questo?

Oggi lei attacca il Governo Musumeci e, addirittura!, il Governo nazionale.

Si figuri se noi difendiamo il presidente della Regione, Nello Musumeci, e l’assessore all’Economia, Gaetano Armao, visto che glieli diamo in testa un giorno sì e l’altro pure. Però, visto che lei è anche cattolico, si dovrebbe ricordare che, a un certo punto, come si legge nei Vangeli sinottici, Gesù ebbe a dire:

“Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”.

Onorevole Lupo: lei e i suoi compagni di partito – quel disastroso PD siciliano che ha distrutto la Regione – assumetevi, almeno per una volta, le vostre responsabilità.

Sul disastro finanziario che si è abbattuto sulla Regione siciliana interviene il parlamentare regionale Vincenzo Figuccia, esponente del movimento CambiAmo la Sicilia:

“Mi rifiuto di accettare quella che è una vera e propria mattanza alla Finanziaria appena incardinata in aula – dice Figuccia -. I 48 milioni che vengono rosicchiati dall’articolo 14 del bilancio riguardano il bacino dei Pip, per una somma pari a milioni 8,7 milioni, la Protezione civile, con un taglio di 1 milione, il personale dei Consorzi di bonifica, con una decurtazione di 8 milioni e il precariato dell’Esa, 8,7 milioni. Tagli, anzi, veri e propri sfregi che deformano e comprimono gli assetti dalla tutela dei disabili con sforbiciate che ammontano a più di 2 milioni di euro, al capitolo sui forestali, con altri 53 milioni di euro che sarebbero dovuti servire per fronteggiare fenomeni e calamità di carattere alluvionale su fiumi e torrenti. Altri 17 milioni di tagli colpiranno le coop agricole e le cantine sociali (meno 1,2 milioni di euro) e non ultimo, l’Istituto zootecnico (meno 755 mila euro)”.

“Comprendo – aggiunge il parlamentare – che le responsabilità e i danni erariali dei quali portiamo i segni sono ascrivibili ai precedenti governi, ma la negligenza di questi, non può e non deve colpire i siciliani e i lavoratori onesti. Auspico – conclude Figuccia – che l’incontro oggi in corso tra il governo regionale nella persona dell’assessore Gaetano Armao e il governo nazionale possa portare alla ‘spalmatura’ del disavanzo nei 30 anni. Una soluzione che garantirebbe da subito la possibilità di recuperare le risorse necessarie i cui tagli non possono sacrificare migliaia di padri e madri di famiglia”.

Noi non siamo d’accordo con l’onorevole Figuccia: la Regione siciliana ha già ‘spalmato’ in 30 anni un miliardo e 600 milioni di euro. Non è pensabile scaricare sulle generazioni future il pagamento di altri 530 milioni di euro. Noi invece ci auguriamo che il Governo nazionale dica un secco “no”.

 

 

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