Considerato che uno studente, di solito, spende un terzo di questa cifra sarebbe più che mai opportuno fare chiarezza su questa storia tirata fuori dalla parlamentare regionale del Movimento 5 Stelle, Gianina Ciancio. E sarebbe più che mai opportuno che una forza di opposizione vada a verificare le attività di tutti gli Ersu della Sicilia
“L’Ersu di Catania ovvero l’Ente regionale per il diritto allo studio arriva a spendere più di 8 mila euro l’anno di affitti per un singolo posto letto, che corrispondono a circa 670 euro mensili per ciascuno studente. Una cifra assolutamente fuori mercato che corrisponde tre volte a quanto spende mediamente uno studente per una camera in appartamento residenziale. Musumeci e Lagalla rivedano sistema delle residenze universitarie”.
A dichiararlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle all’Ars Gianina Ciancio che, sull’argomento, ha presentato un’interpellanza, chiamando in causa il presidente della Regione, Nello Musumeci, e l’assessore all’Istruzione, Roberto Lagalla.
La parlamentare grillina chiede “la verifica di congruità delle spese sostenute dall’Ersu Catania per i canoni di locazione delle residenze universitarie. L’Ersu catanese – spiega Gianina Ciancio – vanta 754 posti letto, dislocati in diverse strutture sia pubbliche che private. I costi annuali di un posto letto variano molto a seconda che la struttura sia di proprietà dell’ente o in affitto, con costi talvolta spropositati. Si passa dai 8 mila 321 euro annui a posto letto per per la Residenza Musco, che offre 32 posti, agli 8 mila e 70 euro della Residenza Ortigia che offre 25 posti letto, passando anche per i 5 mila e 547 euro annui a posto letto per la Residenza Ardizzone Gioeni, un’Ipab il cui commissario è, peraltro, dipendente della stessa Ersu di Catania”.
“Ebbene – spiega la parlamentare regionale – vista la cronica mancanza di fondi per gli studenti, a parità di spesa sarebbe meglio elargire direttamente agli studenti un contributo in denaro che permetterebbe loro di scegliere e pagare autonomamente il proprio alloggio. Così facendo il sistema Ersu riuscirebbe a coprire molti più studenti e sostenere economicamente gran parte dei fuori sede. A tal proposito, chiedo al governo di avviare le opportune interlocuzioni con il commissario straordinario dell’Ersu. A nostro avviso, infatti, sarebbe auspicabile revocare i contratti di locazione o non rinnovarli qualora siano in scadenza”.
“Musumeci e Lagalla – conclude Gianina Ciancio – utilizzino le somme risultanti da eventuali dismissioni per incrementare i contributi in denaro agli studenti lasciandoli liberi di scegliere l’alloggio più congeniale alle loro esigenze”.
Non sarebbe il caso di avviare una verifica sugli affitti di tutti gli Ersu della Sicilia?
Non sarebbe il caso che una forza di opposizione apra una finestra sull’attività degli Ersu della Sicilia?
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