Scusate il ‘disturbo’ signori dell’Ars: ma che ‘pasticcio’ di Assestamento di Bilancio avete approvato?

23 novembre 2018

Lo chiediamo perché l’Assestamento di Bilancio 2018 presentato nei giorni scorsi all’Ars è il frutto del Rendiconto 2017 ‘rivisitato’ dal Governo, ma bloccato dalla Corte dei Conti. Come ha fatto il Governo, in pochi minuti, a cambiare il testo di un disegno di legge complesso, portando in Aula l’Assestamento in accordo con il Rendiconto approvato dalla Corte dei Conti? Cosa sono maghi? Cos’hanno combinato, in realtà, in Aula? 

Cos’hanno combinato in Assemblea regionale siciliana? Ci siamo presi qualche ora di tempo per capire il significato ‘politico’ dell’approvazione in tempi record del Rendiconto 2017 e dell’Assestamento di Bilancio 2018. Contiamo, nei prossimi giorni, di approfondire – dopo averli letti – i due provvedimenti approvati (Rendiconto 2017 e Assestamento) e il disegno di legge di stabilità 2019. Intanto non possiamo non segnalare alcune anomalie.

Partiamo dalla singolarità di un passaggio politico e parlamentare volato via senza un dibattito d’Aula. Certo, dopo l’approvazione abbiamo letto un comunicato ‘di fuoco’ dei parlamentari grillini sull’accaduto. Cosa che ci ha insospettivo, perché un gruppo parlamentare di venti deputati su settanta non si fa passare sotto il naso un fatto politico così importante, denunciando i fatti ‘dopo’ che i fatti sono accaduti.

Ricordiamo che i parlamentari grillini, nella passata legislatura – quando erano quindici su novanta – hanno approvato la folle legge di ‘riforma’ delle Province  voluta dal presidente ‘genio’ Rosario Crocetta che ha fatto perdere alle stesse Province siciliane un sacco di soldi!

L’atteggiamento dei venti parlamentari grillini è la prima anomalia. Ma ce ne sono altre, di anomalie, apparentemente ‘tecniche’, ma in realtà così ‘politiche’, ma così ‘politiche’ che più ‘politiche’ non si può.

Proviamo a ricostruire i fatti.

Nella scorsa primavera, dopo giorni burrascosi, la Corte dei Conti ‘parifica’ (cioè approva) il Rendiconto della Regione 2017. Ricordiamo che non tutti i giudici contabili la pensavano allo stesso modo. Alla fine è passata la linea ‘buonista’, ovvero il sì alla ‘parifica’.

Nel ‘parificare’ il Rendiconto 2017 la Corte dei Conti ‘prescrive’ a Governo e Ars la ‘cura’ che deve essere effettuata sui conti regionali per evitare successivi problemi. Vi risparmiamo i fatti tecnici su residui attivi e altro: semplificando, i giudici contabili impongono alla Regione una manovra da poco meno di 2 miliardi di euro per il 2019. 

Questo succede nella primavera di quest’anno, quando il Governo di Nello Musumeci è già in carica da alcuni mesi: precisazione indispensabile, perché oggi il presidente della Regione dice che il Rendiconto 2017 è frutto del passato Governo. Errato: il Bilancio e la Finanziaria 2017 sono frutto del passato Governo della precedente Assemblea regionale siciliana (di mezzo ci sono state le elezioni del novembre dello sorso anno).

Ma l’approvazione del Rendiconto 2017 è un problema dell’attuale Governo e dell’attuale Assemblea regionale, che infatti l’ha approvato.

E’ noto che al Governo Musumeci il Rendiconto 2017 approvato dalla Corte dei Conti, con la prescrizione di una manovra da poco meno di 2 miliardi di euro, non era andato giù. Così il Governo, di fatto, ha ‘corretto’ il Rendiconto approvato dalla magistratura contabile con un nuovo testo che gli avrebbe consentito di effettuare una manovra di poco più di 500 milioni di euro.

I giudici della Corte dei Conti hanno intercettato questo maldestro tentativo del Governo regionale e l’hanno bloccato. Cosa, questa, che noi abbiamo scritto, in solitudine, lo scorso 9 novembre.

Tre giorni fa il Governo regionale è stato convocato dai giudici della Corte dei Conti. Ma né il presidente Musumeci, né il suo vice, l’assessore all’Economia, Gaetano Armao, si sono presentati al cospetto della Corte dei Conti. Hanno mandato il Ragioniere generale, Giovanni Bologna, che tutti questi ‘magheggi’ contabili, con molta probabilità, li ha subiti (e, a nostro avviso, continua a subirli) (QUI VI ABBIAMO RACCONTATO LA ‘FUGA’ DI MUSUMECI E ARMAO).

Davanti al deciso intervento della Corte dei Conti Governo e Ars hanno ritirato il Rendiconto 2017 ‘rivisitato’ e hanno rimesso in pista il Rendiconto 2017 approvato dalla Corte dei Conti. Dopo di che è avvenuta una cosa stranissima: l’approvazione, da parte dell’Ars, in quattro e quattr’otto, del Rendiconto 2017 e dell’Assestamento di Bilancio 2018.

Ora, l’approvazione veloce del Rendiconto 2017 approvato dalla Corte dei Conti ci sta. E’ invece anomala – molto anomala! – l’approvazione in tempi ‘record’ del disegno di legge sull’Assestamento di Bilancio. Proviamo a illustrare il perché.

Le prescrizioni contenute nel Rendiconto 2017 approvato dalla Corte dei Conti producono effetti sull’Assestamento di Bilancio 2018. Ma il Governo, nei giorni scorsi, in Assemblea regionale siciliana, ha portato il Rendiconto 2017 ‘rivisitato’ (e non quello approvato dalla Corte dei Conti!). E di questo erano al corrente tutti i deputati.

Se ne deduce che il disegno di legge di Assestamento di Bilancio 2018 arrivato all’Ars fa riferimento al Rendiconto 2017 ‘rivisitato’ dal Governo, non al Rendiconto approvato dalla Corte dei Conti.

Da qui la domanda: quale disegno di legge di Assestamento di Bilancio 2018 ha approvato Sala d’Ercole? Quello che fa riferimento al Rendiconto 2017 approvato dalla Corte dei Conti (con le prescrizioni, a cominciare dalla manovra sui conti di quasi 2 miliardi di euro), o il Rendiconto 2017 ‘rivisitato’ dal Governo (che ha ridotto la manovra da poco meno di 2 miliardi a poco più di 500 milioni di euro)?

I due testi sono diversi. Come ha fatto il Governo ad approntare in pochi minuti il nuovo testo dell’Assestamento di Bilancio 2018 in accordo con il Rendiconto 2017 approvato dalla Corte dei Conti? Ammesso che le cose siano andate così, come hanno fatto i parlamentari che l’hanno approvato a leggerlo in pochi minuti? O forse hanno approvato un disegno di legge importantissimo senza nemmeno leggerlo?

Ce lo chiediamo perché di questa fulminea approvazione non abbiamo capito molto (e soprattutto perché non abbiamo ancora letto il testo approvato).

Dicono che in Aula c’erano 36 deputati su 70: che i deputati di opposizione (o quasi) si sono catapultati fuori dall’Aula: che ci sono stati mugugni.

E’ chiaro che noi escludiamo che l’Ars possa aver approvato un Assestamento di Bilancio non in linea con il Rendiconto 2017 approvato dalla Corte dei Conti. Sarebbe una follia.

Se poniamo qualche domanda è perché i passaggi parlamentari di questa storia sono stati prima sofferti e poi – durante l’approvazione – troppo veloci e, soprattutto, poco ‘trasparenti’.

Dopo di che resta un problema: possibile che un provvedimento così importante sia stato approvato dall’Aula senza un dibattito politico, anche per approfondire gli aspetti economici e finanziari? Ma che razza di opposizione c’è nell’attuale Assemblea regionale?

Noi, comunque, sentiamo ‘puzza di bruciato’…

 

 

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