Ormai a Palermo si fanno discorsi alla Matteo Salvini: cioè persi, inutili, vacui. Come la previsione di sgomberare altre 13 famiglie dalla seconda palazzina di via Giuseppe Savagnone. Ventisette bambini, più due donne incinte, più due disabili da gettare in mezzo alla strada. Ne parliamo con Nino Rocca, da sempre in prima fila a difesa degli ultimi, oggi dirigente del SUNIA
Non sappiamo quante famiglie di senza casa sono state sbattute fuori dal primo edificio di via Giuseppe Savagnone, a Palermo. Già, perché gli edifici sono due. E giovedì prossimo le ‘autorità’ vorrebbero fare sloggiare anche i senza casa della palazzina di fronte. Lì i numeri li conosciamo. Ce li fornisce Nino Rocca, personaggio noto in città, visto che, da sempre, si occupa degli ultimi di Palermo e, in particolare, dei senza casa:
“Sono tredici famiglie – ci dice Nino Rocca che oggi opera presso il SUNIA, sigla che sta per Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari -. In queste famiglie ci sono 27 bambini, due donne in gravidanza e due disabili. Lo sgombero previsto giovedì prossimo mi sembra una follia. E poi che senso avrebbe? A Palermo ci sono circa settecento famiglie di senza casa che hanno occupato immobili abbandonati. Li mandiamo tutti via? Per metterli dove? Parliamo di persone, esseri umani”.
Nino Rocca ci dice che il Comune di Palermo, per i bambini piccoli, avrebbe proposto le case famiglia. Ma senza i padri.
“La casa famiglia – ci spiega – è l’ultima spiaggia. E, ad ogni modo, non si ricorre alla casa famiglia, come in questo caso, per problemi economici. Non si possono separare i padri dai figli per denaro. Tra l’altro, i costi, per il Comune, sarebbero elevati. Credo che si attesterebbero intorno ad ottanta euro a bambino al giorno. Ventisette bambini per ottanta. fate voi il conto”.
Forse il conto qualcuno l’ha già fatto. Certo, per il Comune il ricorso alle Case famiglia sarebbe un bel costo. Ma siccome l’accoglienza è sempre un grande affare, beh, c’è chi ci guadagnerebbe. Non a caso, proprio a Palermo, non mancano le polemiche per il ricorso alle case famiglia…
“In ogni caso – dice sempre Nino Rocca – va cercata e trovata un’altra soluzione. Le tredici famiglie che occupano l’edificio hanno sistemato, a proprie spese, i luoghi dove vivono già da qualche tempo. Si chiama auto-recupero. Sono già assistiti da un avvocato. Vorrebbero restare pagando un affitto. Anche per questo, come SUNIA, ci siamo rivolti al sindaco di Palermo e al Prefetto per sospendere lo sgombero. Tra l’altro, è già stata presentata una richiesta al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) che si pronuncerà l’8 novembre prossimo”.
Insomma, il SUNIA vuole aprire una trattativa.
“Del resto – sottolinea ancora Nino Rocca – a Palermo non mancano certo i procedenti: penso ai senza casa che hanno occupato gli edifici di via Brigata Aosta e via Attinelli. Come ho già accennato, in città ci sono settecento famiglie circa senza casa che hanno occupato edifici abbandonati. Solo a Partanna Mondello, nell’ex Ompi, ci sono cinquantaquattro famiglie”.
Chiediamo a Nino Rocca se sa chi è il padrone di questi due edifici che sono in affitto dal Comune di Palermo per circa 450 mila euro all’anno. Fino a due anni fa ospitavano uffici comunali. Poi sono rimasti inutilizzati e sono stati occupati dai senza casa. Sono ancora in affitto dal Comune? Sembrerebbe di sì (VE NE ABBIAMO PARLATO QUI).
E allora si trova o no ‘sto padrone di casa? “No – ci dice – non siamo ancora riusciti a sapere chi è il padrone di casa. Lo abbiamo chiesto più volte. Ci interessa saperlo perché, se dobbiamo avviare una trattativa, non possiamo non coinvolgere il padrone di casa”.
Gira voce che siano locali gestiti da un amministratore giudiziario. Noi non ci crediamo. Se fosse così, si tratterebbe di un amministratore giudiziario molto bravo, se è vero che è riuscito ad ottenere, per l’affitto, 450 mila euro all’anno.
Intanto le famiglie della palazzina di fronte, là dov’è avvenuta l’aggressione all’inviata di Striscia la notizia, Stefania Petix, sono state sgomberate. Il giorno in cui li hanno mandate via abbiamo chiesto a un signore, che era un esponente delle forze dell’ordine, dove li avrebbero portati. Ci ha risposto di rivolgerci al Comune.
Abbiamo chiamato il Comune di Palermo. Ci hanno detto di inviare un E-mail. Ci hanno risposto scrivendo che ci dobbiamo rivolgere alle forze dell’ordine…
Il tocco kafkiano, a Palermo, non manca mai.
Chiediamo a Nino Rocca se almeno loro sanno dove sono finite le famiglie sgomberate della prima palazzina:
“Non lo sappiamo nemmeno noi”.
Intanto la prima palazzina, dopo essere stata ‘svuotata’, è stata chiusa. O meglio, porte e finestre sono state murate. I senza casa sono stati fatti sloggiare. E gli edifici sono vuoti.
Edifici in affitto murati: e i senza casa mandati via dove sono finiti non si sa. Ecco a voi Palermo amministrata dal centrosinistra, quelli che vogliono accogliere le navi con i migranti…
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