Inquinamento del fiume Nocella: l’assessore Cordaro vuole fare chiarezza. Si parlerà dei fanghi di depurazione?

12 settembre 2018

Perché parliamo di fanghi di depurazione? Perché, stando a notizie che abbiamo raccolto, il tipo di inquinamento presente nel fiume Nocella lascerebbe pensare a problemi legati a fanghi di depurazione. La relazione un po’ ‘addolcita’ dell’ARPA Sicilia dell’ottobre dello scorso anno  

Sembra che la politica siciliana si stia dando una mossa per fare luce sull’inquinamento del fiume Nocella. Chissà, potrebbe essere l’occasione per fare luce su chi inquina il golfo di Castellammare. Un comunicato dell’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Toto Cordaro, lascia ben sperare.

leggiamo insieme il comunicato:

“Si è svolta questa mattina presso l’assessorato Territorio e Ambiente la prima riunione operativa per affrontare le criticità ambientali relative alle acque del fiume Nocella e dei suoi affluenti, con particolare impatto sulla foce. Obiettivo del Tavolo di lavoro è quello di individuare una strategia ambientale efficace che porti all’aumento del livello della qualità dell’acqua, al momento classificata dall’ARPA Sicilia come ‘Scarsa’”.

In realtà, come vedremo appresso, i tecnici dell’ARPA, nell’ottobre dello scorso anno, hanno minimizzato il problema.

“Alla riunione – prosegue il comunicato – hanno preso parte i sindaci e gli amministratori dei Comuni di Borgetto, Carini, Giardinello, Monreale, Montelepre, Partinico, Terrasini e Trappeto, i responsabili dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Sicilia (ARPA), i funzionari del Servizio 3 dell’Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente”.

“Abbiamo a cuore la salvaguardia del territorio regionale, sia sotto il profilo del recupero ambientale che della sua valorizzazione – ha detto l’assessore del Territorio e dell’Ambiente Toto Cordaro, che dell’incontro si è fatto promotore – . Ho disposto l’immediata verifica tecnica dell’area per l’avvio delle azioni necessarie alla bonifica dei luoghi. In particolare, si dovrà procedere alla pulizia delle sponde del fiume Nocella e all’individuazione degli scarichi sia civili che industriali non autorizzati; attività questa preliminare e necessaria perché possa immaginarsi una azione di utile risanamento”.

“Nel corso dell’incontro  – si legge ancora nel comunicato – l’assessore Cordaro ha chiesto ai dirigenti dell’ARPA di procedere, entro il tempo massimo di un mese, ad una valutazione analitica dei corpi idrici superficiali, specificando tutte le criticità ambientali relative a ciascun Comune che insiste sul fiume Nocella e sui suoi affluenti, anche attraverso una mappatura territoriale. Un secondo incontro è stato programmato per la individuazione degli interventi da adottare ed è stato fissato già per la fine del mese di settembre”.

da quello che sappiamo noi, l’inquinamento del fiume Nocella è frutto della presenza di fanghi di depurazione. Ed è per questo che, nell’ottobre dello scorso anno, siamo rimasti stupiti nel leggere le dichiarazioni dei vertici dell’ARPA Sicilia che riportiamo qui di seguito:

“Tenuto conto che nei giorni precedenti il campionamento si sono verificare eventi atmosferici di notevole entità – scrivevano i vertici dell’Arpa Sicilia lo scorso ottobre – la portata delle acque del torrente Nocella era notevolmente aumentata. Nel ricordare che il sistema fognario (ove esistente) di quasi tutti i Comuni afferenti al bacino del Nocella e dei suoi affluenti è di tipo misto (unica condotta per reflui e acque meteoriche), nella circostanza di piogge di notevole portata, è normale che le fognature, attraverso gli scolmatori di piena, veicolino acque reflue non trattate miste ad acque meteoriche. Comunque dal confronto dei parametri rilevati nelle due serie di campionamento emergono alcune criticità. La carica microbiologica dei due campioni prelevati a distanza di mezz’ora l’uno dall’altro dagli agenti di Polizia Municipale alla foce del Nocella è molto diversa. Probabilmente il punto dove è stato campionato quello con carica maggiore era un punto di stasi dell’acqua. Quasi tutti i rimanenti parametri analitici rilevati nei sei campioni sono comparabili e compatibili con uno scarico di acque reflue già depurate in un corpo idrico superficiale ad eccezione per il Nitrito, lievemente superiore.”

Le conclusioni tratte dai tecnici dell’ARPA lo scorso ottobre sono le seguenti:

“Non esistono situazioni particolarmente diverse dallo standard di inquinamento del fiume Nocella”.

Queste dichiarazioni le abbiamo tratte da un servizio di TELE OCCIDENTE (che potete leggere qui).

A noi queste notizie ‘tranquillizzanti’ – che sono una caratteristica di ARPA Sicilia – non ci convincono. A nostro modesto avviso, l’inquinamento del fiume Nocella è il frutto della presenza di fanghi di depurazione. E fa bene l’assessore Cordato a chiedere all’ARPA “una valutazione analitica dei corpi idrici superficiali, specificando tutte le criticità ambientali relative a ciascun Comune che insiste sul fiume Nocella e sui suoi affluenti”.

Ci permettiamo di segnalare due problemi, entrambi di carattere generale, che riguardano la gestione dei depuratori in Sicilia.

Il primo problema è legato alla gestione di tali impianti: per la corretta gestione dei depuratori servono tre figure: un ingegnere (che deve occuparsi della manutenzione), un chimico (che deve seguire i processi chimici) e un biologo (che deve controllare gli aspetti microbiologici). Se i Comuni si affidano a soggetti che si improvvisano per andare allo ‘sparagno’ (cioè per risparmiare), l’inquinamento dei corsi d’acqua e poi del mare è quasi matematico. Il costo lo paga l’ambiente (inquinamento) e i cittadini, che pagano le multe comunitarie con aumento di tasse e imposte.

Il secondo problema è legato sempre allo ‘sparagno’: quando un depuratore di sfascia e scarica i fanghi di depurazione nei corso d’acqua e in mare risparmia, perché non deve andare a conferire in discarica gli stessi fanghi di depurazione (anche i Comuni pagano per conferire i rifiuti nelle discariche). Cosa vogliamo dire? Semplice: che se un depuratore si sfascia e manca l’ingegnere che intervenga per ripararlo il Comuni risparmia un bel po’ di quattrini…

Anche in questo caso paga l’ambiente (inquinamento) e pagano gli ignari cittadini, sia perché vivono in un ambiente inquinato, sia perché sono loro a pagare le multe dell’Unione Europea.

Per completezza d’informazione, segnaliamo che i problemi d’inquinamento del fiume Nocella sono stati evidenziati più volte dal sindaco di Terrasini, Giosuè Maniaci, e dalla consigliere comunale del Movimento 5 Stelle dello stesso Comune, Eva Deak.

Foto tratta da teleoccidente.it 

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