Mettete da parte la ‘filosofia’ e cercate di essere pratici. La produzione di olio d’oliva extra vergine si concentra, per il 90%, nel Sud Italia. E allora – con riferimento ai consumatori del Mezzogiorno – portiamo in tavola il nostro olio d’oliva extra vergine acquistandolo nei nostri frantoi e presso le aziende. E l’olio d’oliva ‘extra vergine’ imbottigliato? Lasciamolo tutto al Nord!
Torniamo sull’argomento perché è tornata la pubblicità martellante: extra vergine di oliva, o presunti tali, venduti nei supermercati a meno di 4 euro. Lo diciamo, ancora una volta, a chiare lettere: un olio extra vergine di oliva non può costare meno di 6 euro e mezzo-7 euro. Se lo vendono ad un prezzo inferiore a 4 euro e voli lo acquistate, ebbene dovete prendere atto che state acquistando Iddio solo sa che cosa!
Intanto noi parliamo del Sud Italia: cosa succede sopra la linea Gotica ci interessa fino a un certo punto. Intanto partiamo da un dato: la prima Regione italiana per produzione di olio d’oliva extra vergine è la Puglia, con il 37% della produzione nazionale: ma tra Xilella e gasdotto Tap non sappiamo quanto potrà resistere.
Il gasdotto Tap, per la cronaca, dovrebbe passare dalla Puglia distruggendo centinaia di ettari di oliveti. La Ministra per il Sud, la grillina Barbara Lezzi, ha detto che il gasdotto Tap “non è un genere di investimento che serve né al Salento né alla Puglia né all’intera Italia“. Noi, per il bene della Puglia, ci auguriamo questa sconcezza venga bloccata e che la Puglia mantenga i propri oliveti.
La seconda Regione italiana per produzione di olio extra vergine di oliva è la Calabria, con il 33% della produzione nazionale,
La terza Regione italiana per la produzione di olio d’oliva extra vergine è la Sicilia con circa il 10%.
La quarta Regione italiana è la Campania, con il 6%.
Seguono il Lazio con il 3%, la Toscana con il 2%, la Sardegna con l’1,5%, la Basilicata con l’1%, l’Umbria con lo 0,5% e poi produzioni di nicchia.
Nel quadro di una produzione che dipende, ovviamente dall’andamento climatico, si può affermare che l’olio extra vergine di oliva è un prodotto del Sud Italia.
Un consiglio: fidatevi fino a un certo punto delle denominazioni DOP e IGP volute dall’Unione Europea. Per due motivi.
Primo: perché l’Unione Europea è quella del CETA e del grano duro canadese al glifosato e alle micotossine DON (se cercate approfondimenti su tali questioni su questo blog ne troverete a volontà).
Secondo: perché se cercate sulla rete troverete che le truffe non risparmiano le denominazioni blasonate dell’Unione Europea.
Se cercate sulla rete troverete un sacco di articoli che vi spiegano tutto dell’olio d’oliva extra vergine: che lo importiamo dalla Spagna, dalla Grecia e, negli ultimi anni, dalla Tunisia.
Quello che dovete sapere è che i meridionali non hanno motivo di acquistare l’olio d’oliva extra vergine nei supermercati, dal momento che la produzione di extra vergine, per il 90%, parla la lingua del Sud.
In questa storia dell’olio extra vergine di oliva si ‘infilano’ i commercianti che, di fatto, prendono l’olio extra vergine del Sud e lo esportano.
Così si arriva al paradosso che i consumatori del Sud, nei supermercati, acquistano olio d’oliva extra vergine tunisino e spagnolo!
E allora vi diamo il solito consiglio, che vale per i meridionali: non acquistate più olio d’oliva nei supermercati, ma acquistatelo direttamente dai produttori o nei frantoi.
Non vi fate fregare dalla logica del prezzo: è un prodotto sul quale non vale proprio la pena di risparmiare!
Il discorso vale, soprattutto, per i pugliesi, per i calabresi, per i siciliani, per i campani e un po’ meno per gli altri abitanti delle Regioni del Sud, visto che la produzione si concentra in quattro Regioni del Meridione.
Datevi da fare con la rete: acquistate solo olio d’oliva extra vergine del Sud da soggetti di fiducia. L’olio d’oliva ‘extra vergine’ in bottiglia lasciamolo agli italiani del Nord!
Foto tratta da italiaatavola.net
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