In una settimana registriamo tre ‘grandi successi’ del Governo regionale di Nello Musumeci: la legge-marchetta per riempire di raccomandato il Corpo Forestale, la resa senza condizioni sui fondi europei (Roma controllerà tutto) e il proseguimento del nulla di fatto in materia di controlli sul grano che arriva con le navi nei porti siciliani. Ma questo quando se ne andrà a casa?
Musumeci uno: onesto e bugiardo. L’Assemblea regionale ha approvato un articoletto “marchetta” con cui tutti i fortunati raccomandati entrati senza concorso esterno (esterno, ovvero quello che conta veramente – sfido chiunque a dimostrarmi che hanno superato un concorso esterno!) negli Enti Parco dell’Isola sono stati ‘comandati’ al Corpo Forestale della Regione. Ciò sarebbe avvenuto per coprire gli organici del deficitario Corpo Forestale medesimo.
Tutto falso. Questi signori hanno ottenuto dall’onesto utilizzatore finale dei voti medesimi di transitare, senza averne i titoli, in un Corpo di Polizia vero e proprio, dove tutto quello che potranno fare è esattamente quello che facevano prima, cioè una beata…
Dev’essere chiaro che, per coprire i vuoti in organico nel Corpo Forestale, è necessaria una procedura odiosa ai politici scambisti, agli impresentabili, ai corrotti e a i corruttori: il concorso esterno!
Ovviamente, qualcuno obietterà che si tratta di un semplice ‘comando’: è vero. Ma chi ci garantisce che, tra qualche anno, non arriverà una legge per trasformare questi ‘comandati’ in Guardie forestali a tutti gli effetti?
Ribadiamo: il personale del Corpo Forestale va reperito con i concorsi, non con i ‘comandi’!
Musumeci due: onesto e becchino. Il requiem sulla competenza regionale sui fondi strutturali è stato cantato a piena voce da Nullo Musumeci che, ingloriosamente, in materia ha ceduto allo Stato un pezzo consistente dei poteri regionali. Quelli cioè di realizzare le opere con i fondi comunitari, occupandosi della spesa relativa e della sua certificazione. Ha sancito così la manifesta incapacità sua e del suo governo a dare attuazione alla programmazione comunitaria.
Con l’onestà intellettuale che ormai gli conosciamo Musumeci ha ceduto la gestione a Roma gabellando questa triste sconfitta, figlia dell’insipienza e della incompetenza come un vittoria della Regione. Da eroe in orbace e alamari, ha dato addosso alla burocrazia, il solito muretto basso, abbandonata a se stessa, guardandosi bene dal fare qualcosa contro l’aggravamento illegittimo dei relativi procedimenti, causati dai passaggi politici degli atti sui cui danni prima o poi la Corte dei Conti dovrà pur dire la sua.
Gloria anche ai partiti che lo “sostengono”, il Nullo, i cui capetti, piuttosto che perdere potere all’interno della politica facendo l’unica riforma possibile e necessaria, quella di accentrare le operazioni in testa ad un solo assessore, hanno regalato questo potere agli Uffici di Roma. Come quel famoso marito che per fare dispetto alla moglie… Ma come si fa! Ma quando se ne vanno a casa questi!
Musumeci tre: onesto e zappatore Vi ricordate quella fotografia di Musumeci in campagna elettorale che zappava nel Ragusano abbigliato con un candidissimo trench, che nemmeno Ubaldo Lay (di Bogart abbiamo troppo rispetto..)? Che colpo di teatro! E’ bastato questo per fare capire a tanti operatori della terra siciliani, notoriamente “turduni” e “carduni” e “pedi incritati” che le vacche magre erano finite.
Può un contadino mentire? Noooo! Quindi lo hanno votato fidenti e fiduciosi. Ovviamente, smessa la zappa, è rimasto il trench. La Sicilia agricola è precipitata in un baratro, gli indici sembrano quelli di Nerone al circo dei gladiatori, tutti rivolti all’in giù Quando si dice un lavoro fatto bene…
Mi spiego. Cui prodest questo disastro? Agli importatori ovviamente. Un giro di vite dopo l’altro la garrota si stringe al collo degli operatori del settore mentre taluni, come quelli del terremoto dell’Aquila, se la ridono e si stropicciano le mani.
Non parliamo poi di controlli sul grano che arriva in Sicilia con le navi: Casillo si potrebbe siddiare! Eh sì, come nelle settimana precedenti, anche questa settimana registriamo il nulla di fatto del Governo Musumeci in materia di controlli sulle navi cariche di grano che arrivano nei porti siciliani. Nulla di nulla!
L’art.14 dello Statuto che impone la difesa dei nostri prodotti? Nel cestino!! Provvida, per impedire la compattazione di un fronte (che si farà, certo che si farà!!), la Coldiretti ha intruppato quattro sfortunati creduloni e li ha portati, quale onore, al cospetto di sua Nullità il presidente della Regione, il quale ovviamente, si è fatto trovare in trench e con la stessa zappa di allora in mano e ha ribadito, ha auspicato, ha promesso.
“Un ottimo segnale”, lo ha definito il presidente di Coldiretti Ferreri. Poteva andare peggio? Sì, poteva piovere.
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