I parlamentari del Movimento 5 Stelle all’Assemblea regionale siciliana, in un’interrogazione, fanno il punto della situazione sul grano che arriva in Sicilia con le navi. In particolare, chiedono al Governo della Regione di rendere pubblici i risultati delle analisi. Questo è un punto centrale: perché un grano può essere contaminato “entro i limiti di legge”: ma questo non significa che fa bene alla salute…
Grano che arriva con le navi: scendono in campo i parlamentari del Movimento 5 Stelle all’Assemblea regionale siciliana con una dettagliata interrogazione rivolta, ovviamente, al Governo: al presidente, Nello Musumeci, e all’assessore all’Agricoltura, Edy Bandiera.
“Chiarimenti in merito all’esito dei controlli fitosanitari effettuati sui campioni di grano provenienti dal Kazakistan e dalla Francia”: questo, se così si può dire il ‘titolo’ dell’interrogazione.
Nella premessa si legge:
“Il grano duro siciliano ha ottime proprietà nutrizionali e non contiene micotossine, la Sicilia ne coltiva oltre 300.000 ettari e, insieme alla Puglia, è tra le regioni maggiormente interessate da questa tipologia di coltivazione. Il grano siciliano che matura al sole in maniera naturale, è assolutamente privo di micotossine DON altamente cancerogene e privo di residui di Gliphosate (o glifosato ndr) che nei Paesi umidi viene utilizzato come disseccante sistemico per la trebbiatura”.
Nell’interrogazione si citano gli “studi recenti di prestigiose Università americane”, che “indicano nel Gliphosate, anche in minime quantità, la causa di diverse malattie come Celiachia, SLA, Tumori e addirittura predisposizione all’autismo dei nascituri…”.
I parlamentari grillini ricordano che il grano estero arriva in Sicilia “in navi non idonee” e quindi “in mezzo all’umidità, che accentua la presenza di micotossine”.
I grillini ricordano che “il grano siciliano ha un tenore in glutine più basso dei grani importati, ma assolutamente idoneo alla pastificazione (vedi i pastifici artigianali che si stanno sviluppando in Sicilia…) e non viene trattato in nessun modo, se non con prodotti non sistemici che si dilavano con la pioggia al momento del diserbo”.
Cosa che non avviene, invece, per il grano duro coltivato nelle aree fredde e umide: qui, per la maturazione, si ricorre al glifosato che, in questo caso, entra in circolo della pianta e quindi resta in rilevante quantità, come provato dalle analisi.
“Questi grani importati – si legge sempre nell’interrogazione – provengono da zone umide che sviluppano micotossine oltre i limiti e per di più trasportati per mare con navi inidonee per giorni per cui si sviluppano ancor di più le micotssine e tante volte non sono idonei nemmeno per l’alimentazione animale”; grani che “vengono importati a basso prezzo, magari per miscelarli al nostro grano e abbassare il limite degli inquinanti”.
I grillini ricordano “che nella nostra Isola si sta sviluppando anche la coltivazione di grani antichi ancora più digeribili e adatti all’alimentazione dell’infanzia, grani che al momento rappresentano una nicchia, ma la cui coltivazione tende a crescere”.
Una parte della premessa all’interrogazione è dedicata alla task force che l’amministrazione regionale ha messo in piedi per effettuare controlli non solo sul grano, ma su tutti i prodotti agricoli che arrivano in Sicilia. Gruppo di lavoro del quale fanno parte personale del Corpo forestale, ispettori dell’assessorato dell’Agricoltura e ispettori fitosanitari.
Un’altra parte della premessa è dedicata ai controlli effettuati fino ad oggi da tale task force:
“Gli organi di stampa – si legge nell’interrogazione – hanno reso noto in data 15 marzo u.s. l’arrivo presso il porto di Pozzallo di una nave carica di 5 mila tonnellate di grano duro proveniente dal Kazakistan, destinato ad uno dei grandi mulini siciliani. Il grano duro presentava delle vistose ed estese chiazze di muffa e umido in superficie e, pertanto, la sanità marittima ha adottato un provvedimento di respingimento del carico, in quanto non idoneo per l’alimentazione umana e, come dichiarato dagli stessi ispettori, non adatto nemmeno per l’alimentazione animale, mentre il Corpo forestale e gli ispettori fitosanitari hanno eseguito il prelievo di campioni, trasmessi all’Istituto Zooprofilattico di Palermo per le analisi chimico-fisiche di rito”.
“In egual misura – leggiamo sempre nell’interrogazione – in data 21 marzo u.s. è stato segnalato l’arrivo presso il porto di Pozzallo di una nave battente bandiera maltese che trasportava varie tonnellate di grano duro proveniente dalla Francia. La nave è stata bloccata al porto di Pozzallo con lo scopo di effettuare dei controlli su campioni inviati all’Istituto Zooprofilattico per verificare la presenza di tossine o altre sostanze nocive per l’essere umano”.
“Considerato che, di pari passo con i fatti di cui sopra – leggiamo sempre nell’interrogazione – sono stati scoperti diversi casi di frode nel settore agroalimentare, laddove in più circostanze è emersa un’alterazione delle informazioni di provenienza dei prodotti importati che, una volta arrivati in Sicilia, vengono commercializzati come prodotti locali” e che “le criticità evidenziate stanno compromettendo in modo irreparabile l’economia agricola su cui si fonda la nostra regione e mettendo in serio pericolo la salute dei cittadini siciliani” i parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle interrogano il Governo regionale per sapere:
– a quante unità ammonta la task force costituita dal Governo regionale e quali sono i servizi che ne fanno parte, e le modalità coordinamento fra gli stessi;
– quali sono i compiti affidati alla task force e se ne è stata prevista una durata;
– quanti sono gli ispettori addetti al controllo e se il Governo è a conoscenza del fabbisogno reale di personale per lo svolgimento della predetta attività di controllo;
– se il Governo della Regione è a conoscenza dei motivi per cui presso al U.O. S4.10 – Unità periferica fitosanitaria di Siracusa, vi è in forza come personale solo un Dirigente, cat. F3;
– quali sono i porti interessati dai controlli e a quanto ammonta l’import di grano nel territorio regionale;
– dall’inizio della legislatura quanti controlli sono stati effettuati presso i porti siciliani;
– quali risultati hanno prodotto le analisi chimico-fisiche condotte sui campioni di frumento prelevati ed inviati all’Istituto Zooprofilattico di Palermo, e se non si ritiene opportuna la pubblicazione dei predetti dati al fine di garantire la trasparenza nei confronti dei cittadini che, attraverso i media, hanno avuto notizia dei fatti in premessa”.
Questo è un punto importante, perché le informazioni vanno diffuse tra i cittadini siciliani, che debbono sapere cosa arriva sulle loro tavole.
Questo passaggio merita un breve approfondimento. Spesso la presenza di contaminanti – glifosato, micotossine DON, ma anche altre sostanze – è nei limiti di legge.
Ma questo non significa che i cittadini siciliani non debbano essere informati? Anche perché l’Unione Europea ha introdotto limiti alle sostanze inquinanti che non creano eccessivi problemi alla salute se, in un anno, si ingeriscono piccole quantità di derivati del grano contaminati.
Ma non è il caso della Sicilia, dove, in tavola, pane, pasta, pizze, dolci e via continuando non mancano mai.
Ciò significa che i consumatori siciliani hanno due ragioni forti per non mangiare derivati del grano contaminato:
perché fa male alla salute, visto che le percentuali di contaminanti consentite sono calcolate per bassi consumi di questi prodotti, non certo per chi ne fa largo uso ogni giorno;
perché la Sicilia, la Puglia e tutto il Sud producono un grano duro esente da contaminanti e, di conseguenza, non hanno motivo di mangiare pane, pasta, pizze, dolci e via continuando prodotti con il grano contaminato “entro i limiti di legge” (leggere il grano estero contaminato che arriva con le navi).
I grillini concludono l’interrogazione chiedendo al Governo regionale “se sono state effettuate le analisi sul Gliphosate (o glifosato) e se il laboratorio in questione sia attrezzato per effettuarle”.
E, ancora, “quali iniziative il Governo regionale sta attuando o ha intenzione di attuare a tutela della salute dei cittadini siciliani e del settore agricolo; e se ritiene opportuno coinvolgere il Ministero dell’Agricoltura, affinché vengano poste in essere iniziative al sostegno degli agricoltori, ed iniziative, anche a livello comunitario, a salvaguardia della salute dei cittadini siciliani”.
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