Solidarietà al popolo catalano in lotta per la libertà: così, ieri, a Palermo, nel giorno dell’anniversario dei Vespri siciliani del 1282, è andata in scena una bella manifestazione di solidarietà alla Catalogna. Bella per la presenza di un centinaio di giovani con le bandiere della Sicilia. A loro è affidata la speranza li liberare la nostra Isola dagli ascari
La Sicilia non dimentica la Catalogna. Non dimentica il popolo catalano in lotta per la propria libertà. Se l’Unione Europea dell’euro e del CETA fa finta di non vedere quello che succede in Spagna, ciò non significa che chi vive in Europa si debba comportare allo stesso modo.
Così, ieri, a Palermo, proprio nel giorno dell’anniversario dei Vespri siciliani del 1282, nel cuore di quello che un tempo era il popolare mercato della Vucciria, oggi impoverito da pessimi pubblici amministratori, davanti la quattrocentesca chiesa di Santa Eulalia ai Catalani, si è svolta una manifestazione di solidarietà al popolo catalano.
Una manifestazione voluta dall’Associazione culturale Sicilia Catalunya, da I Nuovi Vespri, dal MIS, dal Movimento Indipendentista Antudo e da Siciliani Liberi. .
Tra i presenti alla manifestazione di ieri, Franco Busalacchi, titolare di questo blog; Pippo Scianò, il decano degli Indipendenti siciliani; Ciro Lomonte, leader di Siciliani Liberi; il professore Andrea Piraino, costituzionalista; Giovanni Montedoro; Francesco Marsala, presidente dell’associazione Sicilia-Catalogna; Angelo e Sabry Figuccia e tanti altri (se ne dimentichiamo qualcuno avvertiteci). E c’erano, soprattutto, tante bandiere siciliane. E, soprattutto, erano presenti almeno un centinaio di giovani ventenni. Segnale molto importante: vedere i ventenni con le bandiere della Sicilia significa che l’idea di un’Isola libera va prendendo piede anche tra le giovani generazioni. E questo, forse, insieme alla solidarietà al popolo catalano, è il messaggio più importante della manifestazione di ieri.
Questo significa che l’odiosa retorica di un’Unione Europea sorda alla voglia di libertà dei popoli europei non sta vincendo. Certo, gli interessi economici e finanziari delle multinazionali che oggi controllano il Vecchio Continente sono forti, potenti e prepotenti.
Ma il muro di un sistema che pretende di controllare le nostre vite, che ci impone anche il grano avvelenato che arriva da chissà dove per garantire solo denaro, denaro e ancora denaro si va sfaldando. E’ solo questione di tempo. La breccia che si è aperta nella Spagna è una speranza per tutta l’Europa.
La crisi dei finti Partiti socialisti europei – in realtà partiti controllati da servi sciocchi del nuovo capitalismo liberista e senza Dio – è un latro segnale importante. Il peggiore di questi partiti socialisti, quello tedesco, è ridotto al 16%. E al 18% è piombato in Italia il disastroso PD di Matteo Renzi.
Oggi l’attenzione va dedicata al popolo catalano. Che da anni porta avanti un percorso di libertà, nonostante le misure repressive messe scatenate dalla Spagna post franchista e reazionaria di Rajoy.
In questo scenario, come già ricordato, la ‘presunta’ Unione Europea dell’euro e de denari sta a guardare, preoccupata solo degli affari dei sui padroni.
In Catalogna è stato celebrato un referendum. Il 42,3% della popolazione si è pronunciato in favore dell’indipendenza della Catalogna. Come avviene sempre in queste occasioni la libertà stenta sempre ad affermarsi.
Ma nonostante le persecuzioni che il popolo catalano subisce, la realtà ci presenta un Paese vivace, pronto a battersi per la libertà. E non sarà certo il vergognoso arresto del leader indipendentista, nonché ex presidente catalano Carles Puigdemont, a fermare la voglia di libertà.
Ieri, a Palermo, i manifestanti hanno rivendicato il “diritto all’autodeterminazione del popolo catalano contro l’oppressione dello Stato spagnolo”; e hanno richiesto la liberazione immediata di Puigdemont (ad oggi in stato di arresto presso le carceri tedesche: l’ultima vergogna dell’Europa ‘unita’…).
Una manifestazione, quella di ieri, per affermare il “No” all’estradizione richiesta da Madrid per “presunta ribellione” e la liberazione di tutti i leader politici detenuti in Spagna.
Il Governo spagnolo sta dimostrando tutta la sua arroganza: arroganza antica quanto lo sono i reazionari di ogni tempo. Il leader indipendentista si è dichiarato “prigioniero politico”: ma il governo di Madrid ha negato la motivazione politica della sua detenzione e l’ha definita come “una azione contro lo Stato di diritto”. Storia di sempre: i reazionari sono ‘geneticamente’ incapaci di di capire l’idea stessa di libertà.
La manifestazione di ieri a Palermo ha fatto emergere il sentimento di appartenenza del popolo siciliano alla propria terra. Anche la Sicilia vive oggi una confusa fase di passaggio. Alle ultime elezioni regionali il voto popolare ha frantumato gli ascari del centrosinistra che hanno martoriato la Regione negli ultimi nove anni, ‘svendendo’ a Roma ‘pezzi’ di Statuto.
La risposta dei Siciliani è stata intercettata dai ‘lanzichenecchi’ del centrodestra che, grazie al malaffare – cioè a una serie di candidati ‘impresentabili’ portatori di consenso elettorale ‘drogato’ – sono riusciti a vincere le elezioni.
Ma siccome si tratta di ‘banditi’ di passo della politica, sempre a caccia di benefici e prebende per sé e per i propri tristi accoliti, da due mesi non fanno altro che ‘scannarsi’ tra loro, nel Parlamento siciliano e fuori dal Parlamento. Insomma, come certe popolazioni barbare dopo i ‘saccheggi’, non si mettono d’accordo su come spartirsi il ‘bottino’ (questo è per loro la Regione siciliana: un ‘bottino’).
Dalla baraonda interna al centrodestra siciliano, piano piano, si vanno chiamando fuori soggetti – impersonati anche da parlamentari regionali – che non si riconoscono nelle posizioni dell’eterno ‘satrapo’ di Forza Italia in Sicilia: Gianfranco Miccichè, oggi presidente del Parlamento siciliano (questa è la parte del ‘bottino’ già divisa che è toccata a lui).
Alla manifestazione di ieri, oltre agli organizzatori e ai collettivi universitari e studenteschi, ha aderito anche il movimento CambiAmolaSicilia, che fa capo al parlamentare regionale, Vincenzo Figuccia, e alla sorella, Sabry Figuccia, consigliere comunale a Palermo.
Sempre ieri, nel pomeriggio, nei locali della libreria del Bar Garibaldi si è continuato a parlare di Catalogna in compagnia di una militante catalana del partito catalano indipendentista Endavant nel corso dell’iniziativa “In Catalogna non sta succedendo niente?” promossa dal movimento Antudo e dall’afferente portale di informazione indipendentista Antudo.info (http://www.antudo.info)
Foto tratta da palermotody
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