Cominciamo un ‘viaggio’ dentro un mondo che ormai solo in minima parte ci accompagna nella nostra vita. In Italia con l’avvento dell’Unione Europea dell’euro, i deboli vengono messi da parte. Vediamo quali sono i valori principali dello Stato sociale
Lo Stato sociale è una forma di Stato nella quale quest’ultimo interviene economicamente a favore delle categorie meno abbienti. Esso è detto anche Stato del benessere o Stato assistenziale. L’espressione Stato sociale viene dall’inglese Welfare State.
L’obiettivo principale dello Stato sociale è quello di impedire che vi siano forme di discriminazione tra le varie classi sociali. A tal fine lo Stato interviene in modo da garantire:
– un reddito minimo a tutti i cittadini, compresi disoccupati, anziani, inabili al lavoro;
-la possibilità di accedere a taluni servizi (esempio: sanità, istruzione, ecc.) dei quali altrimenti, non tutti potrebbero usufruire dato il loro costo.
Gli strumenti attraverso i quali può agire lo Stato sociale sono:
• assistenza sanitaria;
• pubblica istruzione;
• indennità di disoccupazione;
• sussidi per le famiglie povere;
• assistenza agli invalidi e agli anziani.
L’origine dello Stato del benessere si fa risalire al cosiddetto Stato assistenziale presente in Gran Bretagna nel 1600, quando venne emanata la legge sui poveri che prevedeva un salario minimo in caso di difficoltà che permettesse al lavoratore di soddisfare i bisogni di prima necessità.
Nel secondo dopoguerra lo Stato sociale assunse i connotati attuali: furono introdotte la sanità pubblica e le pensioni sociali.
Intorno agli anni Novanta del secolo scorso lo Stato sociale è entrato in crisi. Le cause di questa crisi sono fatte risalire a diversi fattori:
• il fatto che la realizzazione del Welfare è costosa per lo Stato e spesso comporta una crescita del debito pubblico;
• l’aumento della vita media della popolazione, l’aumento delle spese per l’assistenza sanitaria (che crescono al crescere dell’età della popolazione e all’evoluzione delle cure mediche e aggravano ulteriormente i costi a carico dello Stato);
• le aziende dei Paesi occidentali hanno difficoltà a sostenere forme di tutela dei propri lavoratori e ad essere, al tempo stesso, competitive con le aziende dei Paesi in via di sviluppo, soprattutto di quelle asiatiche, che non sono gravate da tali costi.
E’ proprio così?
(Fine prima puntata/ Continua)
Foto tratta da cinquecolonne.it
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