Tagli al Bilancio regionale: in crisi anche le IPAB. Il ‘caso’ della ‘Cardinale Ruffini’

8 marzo 2018

Giustissimo chiedere agli amministratori delle IPAB siciliane il rispetto dei diritti dei lavoratori. Ma bisognerebbe anche ricordarsi dei fondi che la Regione eroga in ritardo – o non eroga più – a questa Istituzioni pubbliche. L’intervento del parlamentare regionale Vincenzo Figuccia 

La crisi finanziaria della Regione travolge anche le Opere Pie, note anche come IPAB, Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza.

Clamoroso il ‘caso’ dell’IPAB “Cardinale Ruffini”, che he gettato in mezzo alla strada 42 famiglie.

Della vicenda si stanno occupando in tanti. L’avvocato Nadia Spallitta, che difende i lavoratori. E il parlamentare regionale dell’UDC, Vincenzo Figuccia.

Figuccia ha portato la vicenda all’attenzione della commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Riunione alal presenza dei rappresentanti delle stesse IPAB dell’Isola, dell’Anci Sicilia, dell’Ares-IPAB Sicilia, dell’Ansdipp Sicilia IPAB, dei rappresentanti della Conferenza episcopale siciliana e delle maggiori sigle sindacali.

Vincenzo Figuccia torna sul licenziamento dei 42 lavoratori dell’IPAB ‘Cardinale Ruffini’:

“Licenziamenti illegittimi – dice il parlamentare – che avrebbero violato la legge regionale n. 22 del 1986, la quale prevede il risanamento e il reintegro del personale mediante una ricollocazione in altri enti che svolgono attività socio-assistenziale. La possibilità di estinguere un’IPAB, così come sancito dall’articolo 34 della succitata legge, è solo un’opzione subordinata all’impossibilità di fusione con altra IPAB del territorio. Per quali ragioni l’assessore non decreta lo scioglimento del Cda Ruffini?”.

L’assessore dovrebbe essere Mariella Ippolito, titolare dell’assessorato regionale alla Famiglia.

Insomma Figuccia, annuncia battaglia sul tema scottante.

“Nei giorni scorsi – prosegue il parlamentare – ho presentato un disegno di legge che riconosce alla Regione, per mezzo degli assessorati competenti, la facoltà di nominare un commissario ad acta che, con riferimento ad atti illegittimi che come quest’ultimo sono posti in essere da parte delle Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza, possa revocarli in quanto non conformi alla norma. È necessario un ripensamento della normativa vigente – aggiunge Figuccia – che, a causa dello spietato qualunquismo refrattario e rinunciatario del governo Crocetta, è stata piegata ad interpretazioni errate circa la natura degli enti”.

“Il risultato è che questi 42 lavoratori – conclude il deputato – portano le stimmate di tali scelleratezze. Questi enti, per l’importanza del servizio reso alla comunità vanno tutelati con ogni mezzo ed è pertanto necessario chiarire sin da subito che essi vanno regolati, salvo espresse deroghe di legge, da norme di diritto pubblico”.

Il tema vero rimane la Regione siciliana senza soldi. Sono a tutti, infatti, i ritardi della Regione nell’erogazione dei fondi alle IPAB.

Se mancano i soldi come possono le IPAB proseguire le proprie attività e pagare il personale?

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