Una chiacchierata con il professore Silvano Riggio, docente di Ecologia presso l’università di Palermo, sulla nuova moda ‘culturale’ del Comune di Palermo: l’abbattimento degli alberi. Nella città, anzi, nella ‘Capitale della Cultura’ non c’è spazio per il verde, colore troppo ‘tascio’ per gli ‘intellettuali’ che amministrano la città…
“Palermo città della cultura? Ma quando mai! Palermo è la città dell’incultura”.
Non usa mezzi termini, il professore Silvano Riggio, docente di Ecologia all’università del capoluogo siciliano. Con lui parliamo della solita amministrazione comunale di Leoluca Orlando. Di quello che, di ‘nuovo’, sta combinando. E cosa stanno combinando Orlando e compagni?
Qualche giorno fa dodici tra associazioni e comitati cittadini, nel corso di una conferenza stampa, hanno presentato un esposto. Tema: il Comune che vorrebbe abbattere mille alberi della città. Possibile?
“Ne vogliono abbattere molti di più – ci dice il professore Riggio che, qualche giorno era presente alla conferenza stampa dei rappresentanti delle dodici associazioni cittadine -: vogliono eliminare tutti gli alberi secolari. A mio avviso, gli alberi che rischiano di essere eliminati sono quasi tre mila. Spero di sbagliami, ma il numero potrebbe essere questo”.
Chiediamo al docente universitario: perché dovrebbero eliminare tutti questi alberi? Non sono bastati i disastri del ‘Sacco edilizio’ degli anni di Vito Ciancimino, quando Palermo si giocò, di fatto, la ‘Conca d’oro’, travolta dal cemento?
“Con molta probabilità, dopo la porcata del Tram, che ha fatto perdere alla città circa mille alberi – ci risponde Riggio – ci saranno in programma altri ‘regali’. Dicono che gli alberi secolari sono inadatti. Dicono che sono pericolosi. Li vorrebbero sostituire con gli alberi di arancio amaro. Come potete vedere, siamo al trionfo dell’incultura”.
“La verità – prosegue il docente universitario – è che siamo amministrati da provinciali che si danno arie da ‘intellettuali’. In tutte le città civili del mondo gli alberi si tutelano e si piantano. A Palermo, invece, gli alberi si eliminano. A Singapore i grattacieli sono immersi nel verde. Ripeto: in tantissime città del mondo gli alberi vengono curati e rispettati. A Palermo, invece…”.
Come finirà? Nell’esposto c’è scritto che che gli “abbattimenti presuppongono non soltanto la necessaria collocazione di tutti gli alberi nella classe di rischio più elevata secondo il metodo VTA (“D”), ma altresì la sussistenza di uno stato di assoluta necessità comprovato dalla manifestazione di evidenti e seri rischi e dunque tale da rendere oggettivamente impossibile il ricorso a soluzioni alternative all’abbattimento”.
“Nel corso del 2017 si legge sempre nell’esposto – in occasione di abbattimenti indebitamente effettuati su alberature definite ‘in buono stato’ e che ‘non necessitavano di rimozione’, gli odierni istanti (gli autori dell’esposto ndr) hanno constatato l’esistenza di anomalie nei criteri e nei procedimenti adottati da codesta Amministrazione comunale nell’esecuzione degli interventi di rimozione (illegittimo abbattimento di n. 3 esemplari di Eritrine centenarie al Foro Italico, sul quale si è espressa ufficialmente e negativamente la Soprintendenza BB.CC.AA. con nota n. 2195/S15.4 dell’11 aprile 2017)”. (QUI IL NOSTRO ARTICOLO DELL’APRILE DELLO SCORSO ANNO)
A questo punto l’accusa che, in un Paese civile, avrebbe già sortito effetti:
“… alla luce delle fonti sopracitate (nota Soprintendenza BB.CC.AA. di Palermo) e della ulteriore copiosa documentazione fotografica e tecnica raccolta dagli odierni istanti, il modus operandi degli uffici e del personale preposto alla tutela del verde urbano concretizza una sostanziale elusione e disapplicazione delle norme che disciplinano la corretta esecuzione degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, nonché la legittimità e correttezza degli abbattimenti”.
Gli autori dell’esposto ricordano che, prima di abbattere un albero, serve la “necessaria preventiva dimostrazione, da parte del settore competente, della impossibilità oggettiva di procedere con tecniche alternative (tiranti, sostegni, allargamento di cercini, posizionamento di apposite passerelle, etc.), nonché alla dimostrazione degli evidenti SERI RISCHI per la incolumità dei cittadini, con contestuale obbligo di rinnovamento del patrimonio arboreo secondo i principi della compensazione ambientale (preceduta da apposito calcolo del valore ornamentale e del danno biologico)”.
Segue un’altra ‘stilettata’ all’amministrazione comunale:
“…è ben visibile e di pubblico dominio la manutenzione inadeguata ed insufficiente del verde pubblico, l’insufficienza e la irregolarità delle annaffiature, la esistenza di numerosissime drastiche potature che non rispettano le migliori tecniche in uso e non sono eseguite a regola d’arte, ma che appaiono invece delle vere e proprie dolorose “mutilazioni” inflitte all’albero; interventi questi che conducono, con evidente rapporto di causalità, all’inevitabile progressivo deperimento delle alberature fino alla morte”.
Quindi la stoccata finale:
“… sia l’abbattimento che le potature drastiche degli alberi nella città di Palermo arrecano altresì grave ed inevitabile pregiudizio alle colonie nidificanti di uccelli, in dispregio della prioritaria tutela della fauna selvatica quale patrimonio indisponibile dello Stato e bene costituzionalmente protetto; onde palese si manifesta – anche sotto tale profilo – la sussistenza di conseguenziali responsabilità a titolo personale sotto diversi profili (civile, amministrativo-contabile, penale)”.
Con la diffida finale: se continuerete di questo passo si procederà dando la parola ai Tribunali.
Certo che è semplicemente incredibile che si debba procedere contro un’amministrazione comunale che vuole abbattere gli alberi!
Il Comune Palermo, ci racconta il professore Riggio, vuole eliminare gli alberi ‘pericolosi’. In alcuni casi, però, il Comune ha ‘ragione’. In Piazza Principe di Camporeale, nell’angolo di verde abbandonato da oltre trent’anni, in effetti, gli alberi di pino sono diventati pericolosi.
Perché lo sono diventati, ‘pericolosi’? Perché chi ha effettuato i lavori di ‘sistemazione’ di questo verde ha tranciato le radici di questi alberi. Per fortuna le ‘autorità’ non hanno visto nulla.
Le ‘autorità’ non sono tenute a conoscere il floema e lo xilema. E nemmeno il ruolo che, nelle piante, svolgono le radici.
In seguito a questi lavori di sistemazione del verde di Piazza Principe di Camporeale un pino è già caduto (COSA CHE NOI ABBIAMO DOCUMENTATO QUI).
Ma cosa volete che gliene freghi di un albero che cade – per responsabilità di chi gli ha distrutto le radici – a un’amministrazione che sta celebrando ‘Palermo Capitale della Cultura’? Forse gli alberi rappresentano la ‘Cultura’?
P.s.
Ah, dimenticavamo: nel verde di Piazza Principe di Camporeale, dove hanno iniziato e interrotto i lavori, sta morendo un secondo albero. Cari amministratori comunali: siete pronti per abbatterlo? A che ci siete, abbatteteli tutti: gli altri pini e i tre ficus. Che ce ne frega a noi degli alberi se abbiamo la ‘Cultura’…
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