Dopo le Province lasciate senza soldi, i Comuni senza soldi, i fondi degli ospedali pubblici usati per pagare i mutui dell’amministrazione regionale, la SAS e l’ARPA arriva anche il fallimento delle Camere di Commercio. E meno male che i conti erano a posto, come raccontava Baccei. E che il Bilancio regionale era stato “risanato”, come dicevano gli esponenti del PD
Ricordate la scorsa estate i manifesti affissi in tutta la Sicilia a cura del PD siciliano? “Bilancio della Regione risanato? fatto!”. Ricordate le dichiarazioni dell’ormai ex assessore-commissario (di Renzi), Alessandro Baccei? “I conti della regione sono a posto”. Di questi signori – ovvero dei ‘buchi’ di Bilancio lasciati da questi signori – abbiamo già scritto (COME POTETE LEGGERE QUI). Ad avvalorare quanto abbiamo scritto c’è, adesso, un allarme sul possibile-probabile fallimento delle Camere di Commercio della Sicilia.
A lanciare questo allarma è l’Ugl della Sicilia:
“Il default delle Camere di Commercio della Sicilia – si legge in un comunicato di questa organizzazione sindacale – è dietro l’angolo. Gli squilibri finanziari sono oramai conclamati e superano i 16 milioni e 50 mila euro non salvando nessuna Camera di Commercio siciliana. Lo avevamo più volte denunciato nei mesi scorsi ad un Governo regionale sordo e ad una politica regionale distratta che aveva preso sotto gamba gli effetti devastanti sull’equilibrio di bilancio di tutte le Camere di Commercio della Sicilia” provocati dalle “determinazioni assunte dal Governo nazionale sul riordino camerale”.
Ilo tema è stato posto da Giuseppe Messina, segretario reggente dell’Ugl dell’Isola, intervenendo ai lavori della riunione indetta a Palermo da Unioncamere Sicilia. Erano presenti, tra gli altri, Ernesto Lo Verso, segretario reggente della UGL FNA Sicilia e Fabio De Ninnis, coordinatore regionale Camere di Commercio.
Quali sono i motivi che hanno provocato il tracollo finanziario delle Camere di Commercio della Sicilia?
“La riduzione del 50 per cento del diritto camerale – si legge nel comunicato dell’Ugl siciliana – l’onere sul bilancio corrente delle pensioni degli ex dipendenti, unico caso in Italia, l’inerzia del Governo regionale precedente nell’adozione di opportuni provvedimenti normativi per l’autorizzazione alla costituzione del Fondo pensionistico”.
“C’è anche un problema legato “alla mancata previsione di una disciplina transitoria nell’ambito del decreto legge che reca misure per il riordino delle Camere di Commercio”. Un provvedimento che, sempre secondo l’organizzazione sindacale, avrebbe dovuto “garantire la sostenibilità del peculiare sistema previdenziale proprio del sistema camerale siciliano”.
“Torniamo a ribadire quanto più volte asserito nei mesi scorsi – si legge ancora nel comunicato dell’Ugl – e cioè che non era la strada corretta quella di immaginare che il semplice accorpamento delle Camere di Commercio in Sicilia avrebbe prodotto una sostenibilità economico-finanziaria. Oggi registriamo favorevolmente che il documento congiunto uscito fuori dalla riunione plenaria presso Unioncamere Sicilia sia condiviso da tutti i presidenti delle Camere di Commercio e dalle organizzazioni sindacali”.
“Ci associamo all’allarme lanciato dall’Unioncamere Sicilia – si legge sempre nel comunicato dell’Ugl siciliana – circa l’inspiegabile, ingiustificato ed ingiustificabile riparto delle somme del Fondo perequativo 2016 per la copertura degli squilibri dell’anno 2017 da parte del Comitato esecutivo di Unioncamere, tenutosi il 15 novembre scorso, che non ha previsto la corretta assegnazione delle necessarie risorse alle Camere di Commercio siciliane per l’anno 2017”.
Quindi le conclusioni:
“Abbiamo condiviso un percorso comune per chiedere al neo Presidente della Regione, Nello Musumeci ed agli assessori alle attività produttive, Mimmo Turano ed all’Economia, Gaetano Armao, di istituire un tavolo tecnico per individuare un percorso possibile per evitare il tracollo delle Camere di Commercio impossibilitate nei prossimi mesi ad adempiere alle obbligazioni di legge, con conseguenze nefaste per tutto il sistema economico non solo locale oltre che risvolti non indifferenti sul piano occupazionale”.
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