Ecco a voi il grano stivato nelle navi: “..oltre ad aver subito … trattamenti a base di antiparassitari, diserbanti e pesticidi, deve essere ripetutamente trattato durante il viaggio, per evitare la distruzione delle stesse granaglie ad opera di topi e infestazioni varie. Si può facilmente immaginare quali siano le caratteristiche biochimiche del prodotto che arriva sugli scaffali del supermercato e successivamente a contatto con la mucosa intestinale…”
Navi cariche di grano duro che arrivano in Sicilia, navi cariche di grano duro che approdano nei porti pugliesi. Se, da una parte, è vero che i controlli sembrano diventati un po’ più stringenti (QUI UN ARTICOLO SUI CONTROLLI AVVIATI SUL GRANO CONTENUTO IN UNA NAVE APPRODATA NEL PORTO DI POZZALLO), è anche vero che le navi cariche di grano proveniente dal Canada, dall’Ucraina, dall’Australia e via continuando continuano ad arrivare a ritmo continuo.
Ma che grano arriva con le navi? Ce lo chiediamo, perché questo benedetto grano estero prima di arrivare nei porti italiani – soprattutto pugliesi e siciliani – rimane stivato per giorni e giorni, forse per settimane.
E’ buono il grano che arriva con le navi? Ecco la descrizione che ne fa Sara Farinetti, specialista in medicina interna:
“Dal 1992 l’Italia importa circa il 60% della farina dall’America settentrionale e dall’Ucraina. Solo apparentemente le caratteristiche organolettiche di queste farine sono uguali a quelle di produzione italiana perchè il grano deve viaggiare per lunghi periodi, stivato nelle navi o su treni merci. Quindi, oltre ad aver subito durante la coltivazione trattamenti a base di antiparassitari, diserbanti e pesticidi, deve essere ripetutamente trattato durante il viaggio, per evitare la distruzione delle stesse granaglie ad opera di topi e infestazioni varie. Si può facilmente immaginare quali siano le caratteristiche biochimiche del prodotto che arriva sugli scaffali del supermercato e successivamente a contatto con la mucosa intestinale”.
Dopo questi lunghi viaggi e questi ripetuti ‘trattamenti’, il grano duro arrivato con le navi è ‘pronto’ per finire sulle nostre tavole sotto forma di pasta, pane, pizze, farine, semole e via continuando.
Quali sono le condizioni del grano duro che arriva in Italia lo ha documentato bene la trasmissione televisiva Presa diretta in un sevizio del 2015 (SOTTO IL VIDEO).
Si parla non soltanto di Micotossine DON, ma anche di aflatossine, che, di solito, si trovano nel mais attaccato dai funghi.
Dopo aver visto le immagini e ascoltato le testimonianze sorgono, spontanee, alcune domande.
Perché in un mondo che ormai, a tavola, privilegia il km zero (gli abitanti di ogni Paese o Regione debbono, là dove possono, nutrirsi con cibi prodotti nel proprio Paese e, meglio ancora, nella propria Regione), giusto per il grano duro, bisogna ricorrere al grano duro canadese, che spesso contiene glifosato e micotossine DON o al grano duro ucraino, che potrebbe contenere radionuclidi?
Perché il grano duro prodotto nel Sud Italia – che come qualità è uno dei migliori del mondo – è il grano che costa meno al mondo?
Ogni anno, subito dopo la mietitrebbiatura, in Italia (soprattutto nei porti pugliesi e siciliani), cominciano ad arrivare navi cariche di grano duro – spesso di qualità scadente e in pessime condizioni – che perseguono due obiettivi: far crollare il prezzo del grano duro prodotto nel Sud Italia e, possibilmente, convincere gli agricoltori del mezzogiorno d’Italia a non coltivare più grano (IL GOVERNO REGIONALE DELLA SICILIA PAGA CON I FONDI EUROPEI GLI AGRICOLTORI CHE NON PRODUCONO GRANO DURO!)
A chi giova tutto questo?
Ed ecco il servizio di Presa Diretta:
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