Da sempre sul ‘banco degli imputati’ come possibili piromani, si scopre che operai della Forestale e pastori non hanno nulla da guadagnare dal fuoco. Ad avere possibili interessi con la Sicilia in fiamme potrebbero essere altri soggetti. Gli interventi per la ricostituzione delle aree verdi. E il grande giro di affari su elicotteri e Canadair
Mentre la Sicilia continua a bruciare (dopo Messina, dove i danni sono ingentissimi, è la volta della provincia di Trapani: il fuoco ha fatto la propria apparizione nel villaggio turistico di Calampiso, con la gente che è fuggita via mare, fiamme a San Vito Lo Capo e una nuova minaccia per la Riserva Naturale dello Zingaro, negli anni passati già incenerita da un incendio), forse perché sulla vicenda sta intervenendo la magistratura (qui l’articolo), si comincia a cercare di capire chi ci guadagnerà con il fuoco che si sta ‘mangiando’ buona parte del verde della Sicilia. Interessi legati agli elicotteri? O ai Canadair? O c’è ancora dell’altro?
Sulla rete i soliti noti – quelli sempre pronti ad attaccare “gli oltre 20 mila operai della Forestale della Sicilia che non fanno niente” – sono in netta diminuzione. Ed è anche logico: ci sono fatti oggettivi che sono sotto gli occhi di tutti:
come ignorare il fatto che gli operai della Forestale, quest’anno, sono stati inviati al lavoro dopo il 15 giugno?
come ignorare il fatto che le opere di prevenzione degli incendi non sono state effettuate?
come si fa a ignorare le erbe secche e le sterpaglie abbandonate in tutte le aree verdi dell’Isola?
Insomma, le accuse gratuite contro gli operai della Forestale non convincono più. In questa storia degli incendi che, ormai da quasi una settimana, stanno mandando in fumo anni e anni di lavoro (un bosco non si sviluppa in un paio di anni), contribuendo a desertificare la Sicilia, giocano tanti fattori.
Il primo elemento che salta agli occhi è la capillarità degli incendi di questi giorni: un mozzicone di sigaretta gettato in un bosco con un sottobosco pieno di erbe secche e sterpaglie, complice il vento, può causare il finimondo.
Ma da quasi una settimana il fuoco è in tutte le aree verdi dell’Isola. Il caso c’entra poco. Si tratta, con molta probabilità, di incendi dolosi, dietro ai quali c’è una strategia.
Sulla pagina facebook del Si.F.U.S. (Sindacato Forestali Uniti per la Stabilizzazione) ci sono tanti post che affrontano il tema da tante sfaccettature.
Abbiamo già parlato delle possibili speculazioni sulle opere successive agli incendi.
Ma c’è un altro filone: i mezzi di soccorso. E poiché gli incendi sono stati tanti e sono ancora tanti – e quasi tutti con ampio raggio di fuoco – sono intervenuti e continuano ad intervenire elicotteri e Canadair.
Sempre nella pagina facebook è interessante un articolo pubblicato da l’ecodelsud.it quotidiano indipendente di informazione della Sicilia e della Calabria. In questo articolo – che riprende alcune considerazioni degli operai della Forestale – si parla proprio di elicotteri e Canadair.
“La Regione siciliana – si legge nel’articolo – spende mediamente una decina di milioni per gli elicotteri e circa tre milioni per i Canadair e la Protezione Civile intasca circa 13 milioni di euro l’anno, puliti-puliti. Chi ha interesse a che questo business vada avanti?” chiedono i forestali.
In realtà, proprio oggi abbiamo cercato – senza riuscirci – di saperne di più dei Canadair. E’ noto che un’ora di volo di questo aereo anfibio costa circa 14 mila euro (come potete leggere qui).
Noi pensavamo che il costo dei Canadair fosse a carico della Protezione civile nazionale. Ci siamo sbagliati. E’ la Regione siciliana che paga il servizio dei Canadair. E poiché, da oltre una settimana, in Sicilia questi aerei anfibi svolgono un servizio quasi h 24, non possiamo non porre una domanda:
si risparmia sugli operai della Forestale, sulla vigilanza degli stessi operai nelle aree verdi della Sicilia e poi spendiamo un sacco di soldi per i Canadair? E quanto stanno costando, quest’anno, i Canadair?
E infatti l’articolo pubblicato da l’ecodelsud.it arriva alle nostre stesse conclusioni:
“A tirare di somma, dunque, abbiamo capri espiatori che rispediscono al mittente le accuse; una politica sciatta e inadempiente che preferisce pagare milioni di euro invece di spendere, magari la stessa cifra una sola volta e non annualmente, per dotarsi di squadre antincendio, dotate di mezzi e strumenti propri. Una politica non in grado di affrontare le emergenze e che risolve sempre tutto con la dichiarazione di stato di calamità”.
E poi? “Cominciano a sorgere gruppi privati di flotte aeree antincendio – leggiamo sempre nell’articolo – spinte dal numero sempre crescente di incendi. Altro che ‘mafie pecoraie’ e ‘forestali piromani’, che recitano solo da utili comparse in questa tragicommedia coloniale della Terra bruciata”.
E ancora:
“Anche l’alibi della mafia ‘pecoraia e vaccara’, che brucia boschi per farne pascolo, viene sapientemente, intelligentemente, smontato: ‘Pascoli per farne che? – si obietta – Visto che la Sicilia importa dalla Padania e l’UE – in valore – il 95% di carni & derivati. E anche nel ciclo agroindustriale dei latticini non gode di buona salute”.
Ultima considerazione: in forza di una campagna di stampa discutibile è stata fatta passare la già citata tesi che “gli oltre 20 mila operai della Forestale siciliana non fanno nulla e si sprecano un sacco di soldi”.
Peccato che gli operai della Forestale la Regione siciliana li paga con i soldi dei Siciliani, cioè con le proprie entrate.
Ma grazie alla campagna di stampa non certo casuale lo Stato ha tagliato alla Regione anche una parte dei fondi per le attività di tutela delle aree verdi.
La Regione amministrata dal centrosinistra – protagonisti l’assessore-commissario all’Economia, Alessandro Baccei, l’assessore all’Agricoltura, Antonello Cracolici, e l’assessore al Territorio e Ambiente, Maurizio Croce – ha ‘risparmiato sulle attività di prevenzione degli incendi: ma i risparmi stanno in buona parte servendo per elicotteri e Canadair.
Servono – gli elicotteri e i Canadair – per spegnere gli incendi, non certo per prevenirli: così, al danno ambientale gravissimo, si somma la beffa di pagare anche elicotteri e aerei anfibi. Per avere, alla fine, terre bruciate.
Peggio di così – almeno per ciò che riguarda i boschi – una Regione non può essere amministrata.
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