La Giunta di Rosario Crocetta ha approvato una delibera che taglia fuori dai Centri per l’impiego (Cpi) i dipendenti degli ex Sportelli multifunzionali. E dire che tale vertenza sembrava risolta. Invece è arrivato il ‘colpo di coda’. In effetti, era un po’ strano che il Governo Crocetta potesse fare qualcosa di giusto e, addirittura!, di corretto. La vicenda, in realtà, è un mezzo ‘giallo’ che coinvolge l’assessore Carmencita Mangano e un gruppo di lavoratori. L’amarezza di Adriana Vitale
Dopo aver ‘incaprettato’ i circa sei mila lavoratori della Formazione professionale, il Governo regionale si prepara anche a prendere in giro i circa mille e 500 ex dipendenti degli Sportelli multifunzionali. Per loro c’è una recente legge regionale che dovrebbe tutelarli e inserirli nel modo del lavoro attraverso il CIAPI, un ente regionale. Ma dalla Giunta regionale di Rosario Crocetta è arrivata la sorpresa: l’esclusione di questi lavoratori dai Centri per l’impiego (Cip). In pratica, una beffa anche per i deputati dell’Ars di varie aree politiche che, da anni, seguono questa vertenza.
Ma andiamo ai fatti. Cominciando dalle ‘operazioni’m in corso, da parte del Governo e, in generale, dalla maggioranza di centrosinistra, per finire di beffare i lavoratori della Formazione professionale licenziati.
Qualche giorno fa a Palazzo Reale, sede del Parlamento siciliano, durante il dibattito sul disegno di legge detto ‘collegato alla Finanziaria 2017’, è stato eliminata la norma che avrebbe dovuto garantire, per legge, l’assunzione dei lavoratori licenziati nella Formazione professionale. Una beffa per circa sei mila persone. E un messaggio preciso dal Governo regionale di centrosinistra ai propri ‘clienti’ (da clientele): tranquilli, troveremo il modo di sbarazzarci dei licenziati e di fare nuove assunzioni in vista delle elezioni.
Vero è che l’Avviso 8 prevede che, nelle assunzioni di nuovo personale enti e società selezionati e finanziati dovranno privilegiare i lavoratori licenziati; vero è che il dirigente generale, Gianni Silvia, si è impegnato a tutela i lavoratori licenziati (come potete leggere qui). Ma è anche vero che un segnale è passato:a la vecchia politica siciliana, della quale il Governo regionale di Rosario Crocetta è diretta emanazione, non rinuncia ad avere le mani libere sulla Formazione.
Se sulla Formazione sarà battaglia, anche sul fronte degli ormai ex Sportelli multifunzionali le cose non si mettono bene. Anzi. la Giunta regionale, a sorpresa, ha cambiato le carte in tavola. A quanto ci è sembrato di capire da un dibattito in corso su facebook, anche l’assessore al Lavoro e alla Famiglia, Carmencita Mangano, che in verità era sembrata disponibile con gli ex sportellisti, non sarebbe estranea a quanto accaduto.
Per capire che sta succedendo leggiamo un post di Adriana Vitale, la sportellista che, da anni, è in prima fila in difesa di questa categoria:
“Il 31 maggio – scrive Adriana Vitale sulla propria pagina facebook – in occasione dell’audizione dell’assessore alla Famiglia in V commissione, abbiamo appreso che la stessa aveva presentato un cronoprogramma che scandiva tempi e modalità per ottemperare all’art. 13 della legge 9 maggio n. 8, titolata: ‘Potenziamento dei centri per l’impiego’. Presi da euforia, abbiamo gioito ma leggendo attentamente la progettazione di massima, ci siamo accorti che si parlava solo di inclusione sociale per lo svantaggio, azioni anch’esse previste nell’articolo di legge, ma certamente aggiuntive e non principali, addirittura anche i sei milioni, appostati a copertura della norma, utilizzati con un progetto donna. Abbiamo immediatamente contattato l’assessore per evidenziare le criticità e siamo stati rassicurati dalla stessa che avremmo avuto modo di discutere in maniera costruttiva”.
“Le criticità sono state evidenziate quasi quotidianamente, fino a ieri mattina, giornata nella quale si è discussa in Giunta la rimodulazione della delibera 425. L’assessore rimarca il fatto che ha seguito ciò che era stato prospettato in V commissione e con i lavoratori. Chi sono questi lavoratori, se da più di due settimane eravamo in contatto diretto con lei per chiederle di utilizzare le risorse regionali per il potenziamento dei Cpi e integrare le risorse della delibera 330 per implementare le politiche attive del lavoro? Chi sono? Utili idioti, sappiate che con il vostro comportamento avete inficiato un lavoro lungo e faticoso e ve ne assumerete le responsabilità, avete cavalcato l’onda di una vittoria per salire sul carro e dopo essere stati lontani dalla battaglia di sangue, vi siete presentati a nome di coloro i quali hanno rischiato problemi psicologici e fisici, approfittando del nuovo assessore che non conosceva percorso e volti”.
La vicenda, insomma, si colore di ‘giallo’. Da quanto si capisce sarebbero stati alcuni lavoratori degli ex Sportelli multifunzionali, non meglio identificati, a far ‘deragliare’ la possibile risoluzione di questa lunga e difficile vertenza.
A questo punto Adriana Vitale si rivolge all’assessore regionale, Carmencita Mangano, esponente dei centristi di Giampiero D’Alia che, contravvenendo alle indicazione dello stesso D’Alia, è rimasta del Governo regionale:
“All’assessore diciamo che abbiamo apprezzato la sua dedizione e il suo impegno a voler risolvere le problematiche, come abbiamo apprezzato la difficile scelta che ha dovuto fare, preferendo il bene comune alle alchimie politiche, ma questo non la rende immune dalle critiche. La nostra non è irriconoscenza, ma la rabbia di essere stati rassicurati in nome di un dialogo prospettato e mai avvenuto, ma che è servito per tenerci buoni mentre altri osannavano, approvano e applaudivano rendendo vani i nostri sforzi. I nostri toni, giudicati polemici, sono dovuti al fatto che avevamo sollevato le criticità, senza creare allarmismi, in silenzio, tra noi e Lei. Lei ci rassicurava e noi ci siamo fidati. Avremmo preferito che ci dicesse che il progetto era quello e non lo avrebbe cambiato, ci avrebbe risparmiato, in nome di una fiducia, l’ennesima mortificazione. La nostra battaglia mirava a riprenderci il nostro lavoro dentro i Cpi dopo 15 anni di servizio ed eravamo disposti a fare anche altro ma non perdere del tutto le nostre mansioni. Questa norma ci è costata tre anni di tribolazioni indicibili, cinque scioperi della fame, dormire per strada, inghiottire polvere e gas di scarico, freddo, vento, caldo, afa, pioggia e pure neve, abbandonare figli, mariti, famiglia e casa, con le carni a volte infreddolite a volte ustionate, con l’anima ferita, con il viso solcato dalle lacrime. Abbiamo sacrificato il nostro corpo, la nostra mente per riprenderci ciò che c’era stato sottratto con dignità e ancora una volta la nostra dignità fatta a brandelli”.
Adriana Vitale cita un vecchio adagio: “Chi si accontenta gode. Ma io aggiungo: rimane nella mediocrità, agevolando il perverso disegno di cacciarci definitivamente fuori dalle nostre professionalità. Come già annunciato, personalmente mi tiro fuori dalla battaglia, nessuno, se non pochi, mi hanno mai meritata e mai mi meriteranno. Non hanno meritato la mia correttezza, la mia onestà, i miei personali sacrifici, la mia penna, non hanno meritato le tante volte che ho dato prova di serietà, scusate la botta autocelebrativa, ma quando ci vuole, ci vuole!”.
In un post precedente Adriana Vitale è stata ancora più dura:
“Dopo tante battaglie per ottenere una norma, al momento disattesa nella sua parte più significativa che addirittura la intitola e dopo aver letto che addirittura hanno concordato questo percorso che ci taglia fuori dai Cpi tra lavoratori e l’amministrazione, articoli, post e messaggi di colleghi che sono saliti sul carro del vincitore dopo che altri hanno gettato il sangue, che elogiano, applaudono, gratificano, avallano, prendono iniziative autonomamente senza concordarli con nessuno, posso solo riconfermare che questa è una categoria di mer.. che più mer.. non si può. Io ho chiuso, non voglio più sapere nulla, tanto il lavoro sporco è stato fatto per chi si spaccia per grande lottatore vanificando strategie e battaglie. Andate tutti a fare in cu…, non mi avete mai meritato e mai mi meriterete. Non avete meritato la mia correttezza, la mia onestà, il mio digiuno, dormire per strada, soffrire il freddo, il caldo, il vento, aver scritto fiumi di parole, prendere contatti con la politica, aver abbandonato la mia famiglia, i miei figli, il mio uomo, mia madre, non avete meritato le tante volte che ho dato prova di serietà. Io ho chiuso e stavolta la mia decisione è irreversibile”.
Precisa Francesco Orlando:
“La rimodulazione della 425, soldi FSE, tagliando fuori la 330 e annichilendo i 6 milioni in un progetto donna di fatto ci portano fuori strada e lontano dalla norma che prevedeva l’erogazione delle LEP. Alla luce di ciò, e spero di sbagliarmi, prevedo problemi con la contrattualizzazione con il Ciapi e l’erogazione degli stipendi con regolarità vista la rendicontazione che non coprirà gli istituti contrattuali e non chiarisce gli obiettivi per soddisfare il pagamento delle retribuzioni.
Io credo che ci sia poco da festeggiare”.
Marco Rizzo aggiunge:
“Per come si dice, a quanto sembra la svolta è stata concordata in V commissione e con alcuni lavoratori… chi sono questi lavoratori? E chi in V commissione ha avvallato tale svolta se il presidente Greco (Marcello Greco, deputato regionale e presidente della V commissione dell’Ars ndr) lo stesso giorno è sceso a dire che tutto era stato fatto. A questo punto dobbiamo credere che anche lui era a corrente di tale svolta o è stato preso in giro anche lui?”.
Siamo andati a verificare se nella pagina facebook del parlamentare Marcello Greco c’è qualcosa su quanto avvenuto. Nulla.
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