La Corte d’appello di Roma ha messo nero su bianco ciò che si sa da tempo e ciò che don Palmiro Prisutto denuncia da sempre: l’inquinamento industriale sta assassinando un’intera popolazione…
“L”esposizione all’amianto ha riguardato tutti i lavoratori del petrolchimico di Priolo Gargallo e tutti gli abitanti della zona”. Lo scrive la Corte d’appello di Roma- come riporta l’ANSA- nelle motivazioni della sentenza che ha riconosciuto la rendita a carico dell’Inail per gli eredi di un operaio siracusano morto per patologie legate all’amianto.
L’ agenzia di stampa riporta anche il commento dell’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale sull’amianto (ONA) e legale dei familiari della vittima, che definisce “shock” questa sentenza:
“Dall’indagine epidemiologica del 1997 a cura dell’Organizzazione mondiale della sanità e Registro tumori della provincia di Siracusa, emerge come l’esposizione ad amianto riguardasse tutti i lavoratori del petrolchimico e, addirittura, gli abitanti della zona”.
L’ONA aveva lanciato l’allarme sull’amianto lo scorso febbraio: “La Sicilia è una delle regioni italiane maggiormente colpite dall’utilizzo dell’amianto e che ha pagato un altissimo tributo in termini di vite umane”. In particolare, proprio Bonanni, si era soffermato sul triangolo industriale di Augusta-Priolo, Ragusa e Gela e le zone industriali della Valle del Mela (Messina) e di Palermo che “si caratterizzano per la poderosa utilizzazione di amianto allo stato friabile e compatto. In Sicilia l’Ona ha censito 947 mesoteliomi per il periodo che va dal 2000 al 2011, per una media che sfiora i 100 casi all’anno. Ma, poiché il mesotelioma è il ‘tumore sentinella’ e i decessi per tumore polmonare sono almeno il doppio, si calcolano ogni anno complessivamente almeno 600 decessi per amianto in Sicilia”.
La sentenza della Corte d’appello di Roma, se da un lato rende giustizia agli eredi di un uomo ucciso dal lavoro, nulla può contro i danni subiti da un’intera popolazione. Vittima di “una strage silenziosa” come ha magistralmente ricordato Don Palmiro Prisutto,sacerdote di Augusta in prima fila nelle lotte per la salvaguardia della salute, in una lettera inviata al Senato. Potete leggerla qui.
Ricordiamo, tra le tante iniziative del prete di Augusta contro l’inquinamento ambientale, anche una lettera ai giornali, poi inviata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in cui denuncia senza paura le alte cariche dello Stato:
“Dobbiamo morire, sì; ma non essere assassinati dalle istituzioni… no poche, credo, in Italia, le città che come Augusta, si trovano esposte a ben tre rischi: sismico, chimico-industriale e militare. Ma di questa città e del suo triste destino si preferisce non parlare… Se mettessimo insieme il numero dei morti e dei feriti degli incidenti industriali, degli infortuni sul lavoro, e se unissimo ad essi il numero di morti per tumori ed il numero dei bambini malformati, potremmo parlare, senza alcuna retorica, di strage: ma di una strage di Stato… Una strage silenziosa che ha fatto più vittime dell’incidente di Marcinelle e delle Fosse Ardeatine che lei, da presidente, ha recentemente visitato. L’assassino silenzioso è il cancro, provocato dall’inquinamento industriale che dura pressocché impunito da oltre sessanta anni…”.
C’è anche l’allarme amianto: in Sicilia si muore nell’indifferenza delle istituzioni
La strage di Augusta: lettera di Don Prisutto al Senato
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