Ma se la Giustizia ha un senso – grazie a una battaglia politica condotta da un gruppo di parlamentari del Movimento 5 Stelle – in testa la parlamentare eletta in Sicilia, Claudia Mannino – a pagare potrebbero essere gli amministratori pubblici che hanno causato il danno erariale
Mancata bonifica delle discariche abusive: chi deve pagare? Fino ad oggi l’Unione Europea ha fatto pagare all’Italia 141 milioni di Euro di di sanzioni. Chi ha pagato? Finora i cittadini. Sì, la politica sbaglia, ma a pagare sono i cittadini. Però, adesso, c’è la possibilità che a pagare non siano più i cittadini, ma gli amministratori pubblici responsabili della mancata bonifica delle discariche abusive.
Una battaglia, questa, condotta dai parlamentari del Movimento 5 Stelle e, in particolare, dalla deputata nazionale eletta in Sicilia, Claudia Mannino. Si tratta di una parlamentare che segue da vicino i problemi legati alla gestione dei rifiuti. E’ merito suo se, in Sicilia, da quattro-cinque anni a questa parte, non c’è più il regime commissariale in materia di gestione dei rifiuti.
E’ stata Claudia Mannino a presentare un emendamento alla legge Finanziaria nazionale, poi approvato dal Parlamento (Camera e Senato) che ha posto fine alla gestione commissariale dei rifiuti in Sicilia. Dove per gestione commissariale s’intende il presidente della Regione siciliana nominato commissario da Roma, che nomina un vice commissario (ruolo che in Sicilia, per anni, è stato ricoperto da Marco Lupo, che andava bene sia al centrodestra, sia al centrosinistra…).
Con la risultante finale di appalti gestiti con le procedure della somma urgenza: della serie, ci siamo capiti…
“Mentre siamo sempre in attesa di conoscere l’ammontare della quarta multa semestrale per la mancata bonifica delle discariche abusive (l’Italia, per ora, ha versato già 141 milioni di euro alla Commissione Europea) – scrive Claudia Mannino sul proprio sito – lo scontro tra il Governo (in particolare il MEF) e gli enti locali è passato dalla Conferenza Unificata alle aule dei Tribunali amministrativi. Materia del contendere: chi deve pagare le sanzioni?”
Bella domanda!
“Il TAR del Lazio – scrive sempre la parlamentare nazionale siciliana – con una serie di sentenze con le quali ha accolto i ricorsi proposti dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dai Comuni di Leonforte, Paternò, Siculiana, Racalmuto e de La Spezia ha disposto che nessuna azione di rivalsa dovrà essere esperita dallo Stato su Regioni e Comuni dopo la condanna milionaria inflitta al nostro Paese dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea per non esserci adeguati alla direttiva rifiuti sulle discariche ‘abusive’ situate nel territorio italiano. Tale giudizio è giustificato poiché – con chiara evidenza del corpus normativo in materia – si richiede lo svolgimento di una fase propedeutica a quella dell’esercizio dell’azione di rivalsa, vale a dire l’individuazione delle relative responsabilità, che postulano il mancato esercizio del potere di provvedere, e che possono astrattamente sussistere sia in capo allo Stato, sia in capo alle Regioni, sia in capo agli enti locali”.
Stop, insomma, allo scaricabarile che, partendo dallo Stato, arrivava ai cittadini, chiamati a pagare per gli errori commessi dalla politica.
“In parole povere – scrive sempre Claudia Mannino – i giudici amministrativi sottolineano che, prima di attivare il procedimento di rivalsa, bisognava avviare un’attività per accertare la sussistenza della responsabilità dei Comuni coinvolti e delle Regioni, caso per caso, e con apposita istruttoria, in contraddittorio con gli stessi, e, accertato se sia dovuto, avrebbe dovuto procedere, sempre in contraddittorio, alla ripartizione delle responsabilità fra i livelli coinvolti. Questo perché per l’individuazione delle relative responsabilità assumono rilievo gli artt. 250 e 252 del T.U. in materia ambientale (D.lgs. n. 152 del 2006)”.
Insomma, ci sono casi in cui il responsabile è lo Stato: da qui la sentenza del TAR che chiede una istruttoria prima di procedere all’eventuale attivazione del procedimento di rivalsa.
“Detto questo – scrive sempre la parlamentare grillina – appare evidente che parliamo di una procedura di infrazione aperta nel 2003, e di una prima condanna della Corte di giustizia datata 2007, quindi i poteri sostitutivi potevano (e dovevano) essere attivati prima! Dopodiché, ritornando alla domanda su chi deve pagare, la nostra posizione è molto chiara ed è stata avanzata attraverso atti ufficiali: le sanzioni devono essere versate da coloro che negli anni hanno ricoperto ruoli riguardanti la materia in oggetto, quindi non puntiamo il dito genericamente contro lo Stato o contro gli enti locali, ma denunciamo (e lo abbiamo già fatto) funzionari, amministratori locali, ministri e politici che, con le loro omissioni, hanno causato un ingente danno erariale!”.
“Proprio per questo – precisa Claudia Mannino – più che il TAR attendiamo le varie Procure regionali della Corte dei Conti. A pagare non devono essere i cittadini, ma coloro che non hanno attivato i processi di bonifica”.
Fino ad ora la politica ha caricato tutto sulla bolletta della TARI, la Tassa sui rifiuti che pagano i cittadini. Adesso a pagare potrebbero essere gli amministratori pubblici inadempienti.
“Piccoli passi vanno verso questa direzione – scrive sempre Claudia Mannino: il parere della Ragioneria dello Stato, il lavoro della Corte dei Conti della Campania ed oggi anche il TAR del Lazio. I miei esposti (cofirmati da diversi colleghi) stanno facendo strada. Su questa importante sentenza avevo depositato la richiesta di un’interpellanza urgente al Ministero dello Sviluppo economico, ma prima abbiamo appreso che il Ministero non parteciperà ai lavori d’aula… Poi ho saputo che questa settimana non avranno luogo le interpellanze urgenti! Coincidenza? paziento ancora un po’… la settimana prossima è vicina”.
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