Ai 2 milioni e 200 Siciliani che alle regionali nel 2012 non hanno votato: solo voi potete cambiare la Sicilia!

6 gennaio 2017

Non è vero che il trasformismo politico, estrema deriva della dignità, non si può battere. Si può sconfiggere partendo dalla consapevolezza che, ormai, centrodestra e centrosinistra sono uguali, se è vero che, governando, fanno le stesse cose. I Siciliani hanno uno strumento per liberarsi da queste persone: andare a votare alle elezioni regionali che si terranno alla fine di quest’anno. Per chi votare?, ci chiederanno. Stiamo lavorando per rispondere alla loro domanda

Una delle definizioni più ciniche della politica è che la politica è l’arte del possibile. Io la declino così: è possibile che un  politico cambi casacca  tre volte al giorno a secondo delle convenienze più spicciole, è possibile che un politico di sinistra si trasformi  in un politico di destra, perfettamente uguale a quelli che ha combattuto per anni, sostenendo che le ideologie sono morte, ma dimenticando di dire che le ha uccise lui, insieme alla propria dignità, al proprio onore, al senso delle istituzioni e del bene pubblico.

Sì, tutto questo è possibile. Anzi in Italia e in particolare tra i politici siciliani è impossibile che non accada. La domanda è perché qui da noi la cosa sia senza sanzioni politiche e morali e appaia più naturale che altrove.  A chi governa veramente la Sicilia, e non sono i siciliani, non importa come venga costruito il consenso qui da noi. Purché, al di là della facciata e delle bandiere, non muti nella sostanza.

Più in generale, voi pensate davvero che il centrosinistra a Roma sarebbe mai andato al potere se non avesse completato il suo maquillage per diventare come il centrodestra, che desse le stesse garanzie, le stesse assicurazioni, la stessa sicurezza, che facesse le stesse eterne cose tanto amate dai moderati?   

Vi sembra  normale che interi partiti, dal segretario all’ultimo iscritto, cambino le loro casacche? Che l’ideologia venga accantonata in nome di ciò che conviene?

Che, per fare un solo esempio, il Partito Democratico, fusione fredda di anime belle della meglio ex DC e del meglio ex PC, abbiano gli stessi sponsor, gli stessi elettori, gli stessi obbiettivi, gli stessi clienti del defunto centrodestra?

Dove vuole andare a parare, mi chiederete? Ve lo spiego subito.

Nella prima pagina del Giornale di Sicilia di ieri, 5 gennaio, campeggia a caratteri cubitali un titolo:

“Regione, raffica di contributi: ecco tutti i beneficiari”

Lo stesso titolo potete trovarlo nello stesso giornale di qualche decennio fa, quando al potere c’era il centrodestra. Anche lì contributi a raffica  e, più o meno, lo stesso elenco di beneficiari.

Hanno torto quelli che alle elezioni regionali del 2012 se ne sono rimasti a casa? SONO TUTTI UGUALI! Sacrosanto! Questi qui sono uguali a quelli lì e tutti sono tutti uguali.  

Gentaglia che usa il nostro denaro per farsi gli affari propri. Alle prossime elezioni si presenteranno come commessi del droghiere per incassare i sospesi e i mendicati che hanno beneficato elargiranno le loro mancette sotto forma di voti.

Questo cerchio infame va spezzato, questa prostituzione della politica e di tanto elettorato va debellata. E sarà possibili solo se i due milioni e duecentomila elettori che alle elezioni regionali del 2012 sono rimasti a casa troveranno per chi votare.

In loro confidiamo.

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