Referendum, una valanga di No seppellisce Renzi e la sua arroganza

5 dicembre 2016

Secca sconfitta di Renzi: 6 italiani su 10 hanno detto No alla sua pessima riforma costituzionale. La politica delle ‘mance’ – i soliti 80 Euro – questa volta non ha pagato. Ma se in Italia la sconfitta è netta, in Sicilia la batosta ‘incassata’ dall’attuale capo del Governo è micidiale. Oltre il 70% dei Siciliani ha detto No al presidente del Consiglio. Un messaggio ‘ferale’ per il Governo Crocetta e per il PD siciliano. Un probabile anticipo di quanto avverrà alle elezioni comunali di Palermo e, soprattutto, alle prossime elezioni regionali

E’ piombato ripetutamente in Sicilia, forse perché aveva capito che i Siciliani gli volevano fare un ‘mazzo così’. Ma le sue gite siciliane non gli hanno evitato la pesante sconfitta. Battuto nettamente in Italia con oltre il 60% di No alla sua pessima riforma costituzionale, Renzi è letteralmente crollato nella nostra Isola, se è vero che 7 Siciliani su 10 hanno votato No. Solo in Sardegna – altra Isola dove la gente, come oggi tanti Siciliani, lotta per l’Indipendenza – la percentuale di No supera i No della Sicilia.

Renzi esce pesantemente sconfitto dal referendum che, nei suoi vaneggiamenti, avrebbe dovuto consacrarlo leader. Sconfitto nonostante l’appoggio dell’Unione Europea dell’Euro, Germania in testa: sconfitto nonostante l’incondizionato appoggio del ‘giornaloni’ nazionali (che contano sempre di meno, non a caso a leggerli sono sempre meno italiani): sconfitto nonostante il suono delle ‘fanfare’ della Rai al gran completo: sconfitto nonostante gli appelli di tanti ‘intellettuali’ (in Italia sempre pronti ad andare in soccorso al potere): insomma sconfitto, sconfitto, sconfitto.

Su venti Regioni, soltanto tre hanno dato la maggioranza al Governo Renzi: la Toscana, l’Emilia Romagna e il Trentino Alto Adige. Nelle altre 17 Regioni Renzi è crollato.

Renzi fa sapere che il suo Governo, che fino ad oggi ha prodotto danni e accumulato fallimenti – dal Jobs Act alla ‘Buona scuola’, fino alla riforma costituzionale ‘bocciata’ dagli italiani – è al capolinea. Lui, Renzi, bontà sua, sarebbe pronto a levare le tende. Con molta probabilità, come ha osservato ieri sera Marco Travaglio, ha già pronto un ‘pupo’ da mettere al suo posto. Sarà così?

Il timore è che il Parlamento di ‘nominati’, in questo anno finale di legislatura, a partire da Berlusconi, riprovi a varare una nuova legge costituzionale – magari sollecitata da Bruxelles – magari da approvare con una maggioranza qualificata. Ipotesi fantasiosa? Speriamo bene, perché lo stesso Berlusconi non ha fatto mistero di volere la sconfitta di Renzi per poi andare a trattare con lui.

Insomma, non è detto che l’Italia, con il voto di ieri, si sia liberata dalla vecchia politica. Questi, purtroppo, ci sono sempre e, tutti insieme, controllano ancora la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica. Sono sputtanati, ma ci sono ancora. E sono pericolosi.

Pesantissima la sconfitta di Renzi in Sicilia. I Siciliani, sempre sornioni, hanno capito chi è veramente l’attuale capo del Governo: un imbonitore pericoloso, bugiardo, acerrimo nemico del Sud. Negli ultimi due, tre mesi, con la complicità di un’informazione parziale e di sindaci siciliani da dimenticare, ha firmato i ‘Patti’, prima con il ‘re’ degli ascari siciliani, il solito Rosario Crocetta, poi con questa o quella città della nostra Isola, annunciando mirabolanti investimenti.

Come questo blog ha raccontato, i soldi che Renzi presentava in pompa magna in Sicilia – prima ad Agrigento con Crocetta e con il ministro siciliano Angelino Alfano, poi in alcuni Comuni – sono soldi del Sud, delle Regioni del Sud, soldi che il Governo Renzi ha taglieggiato, scippando almeno il 50% di tali somme (destinando tali soldi scippati al Sud alle Regioni Centro Nord), per poi presentarle come nuove. Un raggiro contabile e politico.

Il tutto – lo ribadiamo – con la complicità dei sindaci siciliani, con in testa Leoluca Orlando a Palermo, Enzo Bianco a Catania e persino Renato Accorinti a Messina – che invece di rinfacciare a Renzi questa vergognosa presa per i fondelli, come ha fatto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, hanno ricevuto il capo del Governo ‘ringraziandolo’ per l’interesse dimostrato per il Sud. Penosi!

A questi sindaci e a tutta l’ANCI Sicilia (Associazione Nazionale Comuni Italiani) hanno dato una risposta i Siciliani, assestando una sonora ‘legnata’ a Renzi e a chi negli ultimi due mesi ha scagliato il reparto celere della Polizia a manganellare gli studenti siciliani scesi ripetutamente in strada – a Palermo e a Catania – per protestare contro Renzi.

Infatti, tra gli sconfitti di questa campagna elettorale ci sono i Rettori delle università di Palermo e di Catania, che non hanno potuto fare a meno di schierarsi con Renzi, consentendo al presidente del Consiglio di ‘spatualiare’ con grottesche manifestazioni politiche contrabbandate come “fatti istituzionali”. A conti fatti, due Rettori perfettamente in linea con l’ANCI siciliana.

Questa volta le ‘mance’ renziane non hanno funzionato, in Sicilia e nel resto d’Italia. Lo squallore degli 80 Euro lordi assegnati ai dipendenti pubblici a pochi giorni dal voto non ha funzionato. Anzi ha convinto tanti tra gli stessi dipendenti pubblici a votare contro un uomo politico che pensava di raggranellare consenso con mezzi che ricordano tanto la vecchia Dc dorotea e persino il ‘laurismo’ napoletano della scarpa sinistra da consegnare prima delle elezioni e della scarpa destra da consegnare ad elezione avvenuta. Ribadiamo: squallore a 24 carati!

Il voto di ieri in Sicilia è anche la sconfitta del Governo Crocetta. La sconfitta di un presidente della Regione che, per due volte – nel giugno del 2014 e nel giugno di quest’anno – ha firmato due ‘Patti’ con il Governo Renzi per regalare soldi e diritti dei Siciliani a Roma. Vergognosi!

A Crocetta, ai suoi assessori, al PD siciliano e, in generale, a tutti i partiti di centrosinistra che sostengono il peggiore Governo regionale della storia dell’Autonomia siciliana – peggiore anche del Governo di Raffaele Lombardo – i Siciliani hanno presentato l’ ‘antipasto’ delle elezioni regionali del prossimo anno.

E’ come se avessero detto ai vari Crocetta, Cracolici, Raciti, Marziano e via ‘ascareggiando’: tranquilli, stiamo arrivando, vi dobbiamo sopportare per altri nove mesi, ma arriveremo: pr voi abbiamo pronto un bel regalo, come quello che abbiamo rifilato al vostro ‘capo’ Renzi…

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