In vista del voto per il referendum del 4 dicembre la presidenza dell’Ars e la commissione Bilancio e Finanze hanno presentato una manovra omnibus con la divisione di soldi ad amici & parenti. Siamo davanti a una spartizione ‘scientifica’ di risorse pubbliche: si va da decine di milioni di Euro a 50 mila Euro. In pratica, ci sono tutti i soggetti che ritrovavamo nella vecchia e intramontabile Tabella H. In alcuni casi è impossibile rintracciare chi percepirà tali somme. Il modello scelto è quello dei debiti fuori Bilancio con destinazione ignota. Buona lettura
Tra dieci giorni si vota per decidere se dire sì o no alla riforma costituzionale voluta impropriamente dal Governo Renzi. E cosa fa la maggioranza di centrosinistra – quasi tutta renziana – dell’Assembea regionale siciliana? Semplice: si accinge ad approvare una legge clientelare, ma così clientelare che più clientelare non si può. Mettendosi sotto i piedi etica e morale e reinterpretando il regolamento d’Aula, la solita presidenza dell’Ars, in coppia con la presidenza della commissione Bilancio e Finanze dello stesso Parlamento dell’Isola, hanno trasformato un disegno di legge tecnico di assestamento di Bilancio in un disegno di legge omnibus dove assistiamo a una vergognosa spartizione di mance.
“Mai più leggi omnubus”, aveva detto Giovanni Ardizzone circa quattro anni fa, all’atto del suo insediamento alla presidenza dell’Ars. Un uomo politico di parola… Basta leggere il disegno di legge approvato dalla commissione Bilancio e Finanze: una sommatoria informe di clientele, soldi di qua, soldi di là, agevolazioni, promozioni, promesse. Il tutto, lo ribadiamo, a dieci giorni dal voto su un referendum importantissimo che riguarda la Costituzione del nostro Paese. Per l’occasione assistiamo a una manovra da circa 220 milioni di Euro – più improbabili promesse – con un Parlamento siciliano ‘prostituito’ alle clientele più efferate.
Insomma, in vista del referendum dell’ormai imminente 4 dicembre l’Ars si accinge ad approvare una sorte ‘legge meretricio’. Del resto, la questione morale, in Sicilia, non è ormai rappresentata dalle firme copiate dai ragazzi del Movimento 5 stelle alle elezioni comunali di Palermo del 2012?
Ma andiamo ai fatti. Con una premessa: che non è sempre – nel disegno di legge approvato dall’Ars – è facilmente rintracciabile l’elettore, pardon, l’associazione, la fondazione o il singolo cittadino che si metterà in tasca il denaro pubblico stanziato con questa legge. Non vi dovete stupire nel leggere queste parole: il Parlamento siciliano, qualche settimana fa, ha approvato oltre 130 milioni di Euro di debiti fuori Bilancio, come potete leggere qui di seguito:
Debiti fuori Bilancio della Regione: qualche domanda al ‘commissario’ Baccei e alla Ragioneria
Ebbene, in alcuni casi non si conoscono nemmeno i nomi dei soggetti che hanno incassato questi soldi.
Con il ‘combinato-disposto’ ‘truffaldinaggine’ della Regione siciliana (leggere dipartimenti), voto dell’Ars, Decreto nazionale n. 118 del 2011, la pubblica amministrazione siciliana è riuscita a erogare decine di milioni di Euro a soggetti dei quali – lo ribadiamo – non si conoscono nemmeno i nomi.
E non vi dovete stupire se anche in questo disegno di legge ‘tecnico’ di assestamento di Bilancio – che la presidenza dell’Ars ha trasformato in una legge omnibus – ci siano, tra le altre ‘belle cose’ anche altri debiti fuori Bilancio…
Vediamo adesso di descrivere per più importanti clientele di questa manovra.
I dipendenti delle ex Province – enti trasformati sulla carta nelle tre Città Metropolitane di Palermo, Catania e Messina e in sei altri Liberi Consorzi – sono a rischio stipendi. A Siracusa, ad esempio, i dipendenti delle ex Province non percepiscono lo stipendio da cinque mesi. Ma siccome tra dieci giorni si vota per il referendum, oplà: ecco 23 milioni di Euro per gli stipendi. Si torna a fare la spesa ma ci raccomandiamo, sembrano dire gli attuali governanti: attenti a come votate perché noi saremo qui per un altro anno…
A questo punto inizia la lunga serie di clientele:
un milione e mezzo di Euro per per “l’articolo 15, comma 1 bis, della legge regionale 9 ottobre 1998, n. 26” (dovrebbero essere i soldi a babbo morto per la comunità albanese: per la cronaca, quando c’era l’ufficio del Commissario dello Stato – smantellato dall’attuale centrosinistra, questi interventi legislativi venivano quasi sempre impugnati e bloccati);
250 mila Euro per “dell’articolo 1, comma 5, della legge regionale 1 febbraio 2016, n. 5” ;
un incremento di 250 mila Euro per il Consorzio agrario di Palermo;
900 mila Euro per i lavoratori utilizzati per le aperture dei musei e delle aree archeologici nei giorni festivi, senza incremento delle ore previste dal contratto di lavoro;
a questo punto arriva una ‘botta’ da 8 milioni e 400 mila Euro; a chi andranno ‘sti soldi? Ecco la dicitura: “L’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 20, comma 1, Allegato 1 – Parte A della legge regionale 17 marzo 2016, n. 3 per le finalità dell’articolo 29 della legge regionale 4 gennaio 1984, n. 1 (Missione 14, Programma 1, Capitolo 243301) è incrementata, per l’esercizio finanziario 2016”; vedete come legiferano? oltre 8 milioni di Euro che, per quello che abbiamo ‘traditto’, dovrebbero andare all’IRSAP, forse all’ex Consorzio ASI di Ragusa;
ecco altri 2 milioni di Euro; per chi? “all’articolo 20, comma 1, Allegato 1 – Parte A della legge regionale 17 marzo 2016, n. 3 per le finalità dell’articolo 20 della legge regionale 6 maggio 1981, n. 98”, pagamento da effettuare entro quest’anno; dovrebbero essere i Parchi e le Riserve naturali; la cosa strana è che si tratta di un secondo finanziamento nella stessa manovra, se è vero che, all’articolo…
ecco un incremento di un milione e mezzo di Euro; per chi? “all’articolo 24 della legge regionale 17 marzo 2016, n. 3”; sarà l’ARAN? Il richiamo legislativo potrebbe essere questo; visto che c’è di mezzo un milione e mezzo di Euro non si poteva essere più chiari?
ecco un milione e 200 mila Euro; per chi? “articolo 20, comma 2, Allegato 1 – Parte B della legge regionale 17 marzo 2016, n. 3 per le finalità dell’articolo 7, comma 1, della legge regionale 1 agosto 1990, n. 20”; saranno i soldi per i talassemici?
ecco un milione e 760 mila Euro; è un incremento di spesa che va ad aggiungersi a soldi già stanziati; per chi? “all’articolo 23, comma 2, della legge regionale 17 marzo 2016, n. 3 è incrementata, per l’esercizio finanziario 20162;
ecco un incremento di 8 milioni di Euro; per chi? “L’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 23, comma 3, della legge regionale 17 marzo 2016, n. 3 è incrementata, per l’esercizio finanziario 2016, dell’importo di 8.000 migliaia di euro per il pagamento dell’Imposta regionale sulle attività produttive (Missione 16, Programma 1, Capitolo 155802)”; divertitevi voi a cercare di capire a chi vanno questi soldi;
ecco un incremento di un milione di Euro; per chi? “L’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 21, comma 1, della legge regionale 17 marzo 2016, n. 3 per le finalità dell’articolo 18, comma 1 della legge regionale 26 novembre 2000, n. 24”; potrebbero essere interventi per il lavoro;
ecco quasi 3 milioni di Euro; per chi? divertitavi: “L’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 73, comma 6, Tabella G della legge regionale 17 marzo 2016, n. 3 è incrementata, per l’esercizio finanziario 2016, dell’importo di 1.898 migliaia di euro per le finalità dell’articolo 35 della legge regionale 28 gennaio 2014, n. 5 e dell’importo di 1.014 migliaia di euro per le finalità dell’articolo 1 della legge regionale 19 maggio 2005, n. 5″;
ecco un regalo di 250 mila Euro per qualche ‘amico’; oggetto: un’improbabile propaganda di altrettanto improbabili prodotti siciliani (per favore, non dite che l’indicazione è generica, perché, alla fine, sono solo 250 mila Euro…);
ecco 50 mila Euro in più da assegnare a qualcuno; a chi? osservate come i nostri parlamentari dell’Ars motivano la spesa (o la sparizione’) di questi soldi: “Per le finalità di cui al comma 3 bis dell’articolo 91 della legge regionale 7 maggio 2015, n. 9 come aggiunto dall’articolo 44 della legge regionale 17 marzo 2016, n. 3, è autorizzata per l’esercizio finanziario 2016 l’ulteriore spesa di 50 migliaia di euro (Missione 9, Programma 2, Capitolo 442545), cui si fa fronte mediante riduzione dell’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 32 della legge regionale 28 gennaio 2014, n. 5 (Missione 9, Programma 1, Capitolo 108169)”.
ecco 69 mila Euro; qui vengono allo scoperto: soldi destinati alla partecipazione della Regione siciliana al Centro Interregionale di Studi e Documentazione (CINSEDO), con sede in Roma da parte della Presidenza della Regione;
ecco quasi 20 mila Euro per la partecipazione della Regione siciliana all’Associazione Italiana per il Consiglio dei Comuni d’Europa da parte della Presidenza della Regione;
ecco un incremento di quasi un milione e 600 mila Euro: e qui si diventa di nuovi criptci: “L’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 20, comma 1, Allegato 1 – Parte A della legge regionale 17 marzo 2016, n. 3 è incrementata, per l’esercizio finanziario 2016, dell’importo di 1.576 migliaia di euro per le finalità dell’articolo 33 della legge regionale 10 agosto 1963, n. 21″; a chi vanno ‘sti soldi? provate voi a rintracciare il percettore;
ecco 2 milioni di Euro per improbabili servizi socio-assistenziali (o socio-clientelari?);
ecco un incremento da 75 mila Euro; per chi? “legge regionale 3 maggio 2001, n. 6, articolo 102, l’autorizzazione di spesa di cui alla tabella del comma 1 dell’articolo 21 della legge regionale 17 marzo 2016”;
ecco un incremento di spesa da 400 mila Euro; per chi? “Per le finalità della legge regionale 24 dicembre 1997, n. 46, articoli 30 e 31, l’autorizzazione di spesa di cui alla tabella del comma 1 dell’articolo 21 della legge regionale 17 marzo 2016, n. 3”;
ecco altri 400 mila Euro da spendere all’insegna della ‘trasparenza’ amministrativa: “Per le finalità dell’articolo 38, comma 4, della legge regionale 18 maggio 1996, n. 33 e successive modifiche ed integrazioni”;
ecco un incremento di spesa di 200 mila Euro all’insegna della ‘trasparenza’: “L’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 20, comma 1, Allegato 1 – Parte A della legge regionale 17 marzo 2016, n. 3 è incrementata, per l’esercizio finanziario 2016, dell’importo di 200 migliaia di euro per le finalità dell’articolo 11 della legge regionale 6 giugno 1968, n. 14″;
altro incremento di 100 mila Euro ‘trasparente’: “L’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 20, comma 1, Allegato 1 – Parte A della legge regionale 17 marzo 2016, n. 3 è incrementata, per l’esercizio finanziario 2016, dell’importo di 100 migliaia di euro per le finalità dell’articolo 11 della legge regionale 6 giugno 1968, n. 14”;
improvvisamente, arriva la chiarezza: 9 milioni e 700 mila Euro per i fondi globali (sono i fondi con i quali si finanziano nuove leggi); (domanda: perché ‘infilati’ in mezzo alle clientele’)
ecco un incremento di 35 mila Euro sempre ‘lapalissiano’: “L’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 21, comma 1, della legge regionale 17 marzo 2016, n. 3 per le finalità dell’articolo 1 della legge regionale 16 agosto 1975, n. 66 (Missione 5, Programma 2, Capitolo 377703) è incrementata, per l’esercizio finanziario 2016, dell’importo di 35 migliaia di euro”;
segnaliamo anche l’incremento di spesa di 300 mila Euro per “l’articolo 1, comma 1, della legge regionale 30 giugno 2016, n. 14”;
a questo punto arriva un bel ‘boccone’ per l’Azienda Metropolitana Trasporti Catania S.P.A.; ci sono 580 mila Euro per quest’anno e un milione 720 mila Euro per il prossimo anno;
poi ci sono 420 mila Euro per “consentire l’esecuzione dell’intervento di demolizione del rudere del palazzo Lombardo del Comune di Santa Margherita Belice“; (qualcuno potrebbe dire: se mi danno un quarto di tale spesa ci penso io…);
poi 50 mila Euro per consentire l’esecuzione degli interventi di messa in sicurezza dell’Istituto comprensivo Mario Rapisardi di Canicattì;
questa è bellissima: 30 mila Euro per “l’Associazione per l’Arte”; domanda: e questi chi sono?
ecco un incremento di 73 mila Euro con il ritorno del buio: “articolo 20, comma 1, allegato 1 Parte A della legge regionale 17 marzo 1016, n. 3 per le finalità dell’articolo 11 della legge regionale 26/20122”;
ecco 300 mila Euro per i danni provocati a Cefalù dall’incendio del 16 giugno 2016;
qui manca l’indicazione dell’importo: “Per le finalità di cui alla legge regionale 149/1980 è autorizzata, per l’esercizio finanziario 2016, la spesa di 150 in favore del CESS (cap. 377896 ex tab. H)”; dovrebbero essere 150 mila Euro;
180 mila di Euro in favore dell’ISAS;
150 mila Euro per Consorzio CSEI;
100 mila Euro per la ventesima edizione del “Castelbuono jazz festival”;
torna l’oscurità: 150 mila Euro per “l’articolo 20, comma 1, Allegato 1 – Parte A della legge regionale 17 marzo 2016, n. 3 per le finalità dell’articolo 1 della legge regionale 1/1993”;
100 mila Euro per il Teatro Pirandello di Agrigento (cifra vergognosa perché insufficiente);
100 mila Euro per la Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella a Capo d’Orlando (una delle poche realtà che svolge veramente attività culturali: cifra in questo caso vergognosissima);
ecco 50 mila Euro per l’Ente Luglio Musicale trapanese (cifra vergognosa!);
ecco 70 mila Euro per la Biblioteca fardelliana di Trapani (cifra vergognosa);
ecco 150 mila Euro per il Teatro Mandanici di Barcellona Pozzo di Gotto: scusate, a parte le raccomandazioni, tale istituzione culturale cosa avrebbe di più della Fondazione Piccolo di Calanovella, del Teatro Pirandello e del Luglio Musicale trapanese?
ecco 100 mila Euro per “le finalità di cui al comma 1 dell’articolo 88 della legge regionale 10 dicembre 2001, n. 21”;
ecco 300 mila Euro per le “Biobanche” alla Fondazione Franco e Piera Cutino (Talessemia);
ecco 100 mila Euro per la Rises (per quello che ricordiamo, dovrebbe essere un centro per le biotecnologie che ancora non c’è);
50 mila Euro per la Fondazione Leonardo Sciascia di Racalmuto;
50 mila Euro per il centro studi Pirandelliano.
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