Diventano un ‘giallo’ i 135 milioni di Euro di debiti fuori Bilancio della Regione

21 settembre 2016

Stasera la Commissione Bilancio e Finanze dell’Ars si è rifiutata di approvare i 135 milioni di debiti fuori Bilancio della Regione. Il motivo è semplice: i dirigenti generali dei dipartimenti sanno poco o nulla di queste somme già pagate in forza di pronunciamenti della Giurisdizione. Sono in buona parte debiti vecchi: alcuni risalgono al 1999 e ai primi anni del 2000. Insomma, i parlamentari dovrebbero mettere una pezza ad atti compiuti dagli alti burocrati. Sullo sfondo, l’incognita della Corte dei Conti…

Diventa un ‘giallo’ la storia dei 135 milioni di Euro di debiti fuori Bilancio della Regione siciliana. Per la cronaca, sono somme che l’Amministrazione regionale ha già saldato in seguito a pronunciamenti della Giurisdizione. Stasera la Commissione Bilancio e Finanze del Parlamento siciliano se n’è lavata le mani, rinviando tutto all’Aula. Di fatto, i parlamentari hanno solo rinviato un problema che – come ora proveremo a riassumere – non è di facile soluzione. Anzi.

In base alla riforma della contabilità pubblica (Decreto legislativo nazionale n. 118 del 2011), i debiti fuori Bilancio vanno contabilizzati. Nel caso specifico, si tratta di somme che, partendo dal 1999, arrivano fino ai nostri giorni, o giù di lì.

I problemi – seri – sono due.

Primo problema: i dirigenti generali dei dipartimenti regionali coinvolti – almeno fino ad oggi – non hanno spiegato la genesi di questi debiti fuori Bilancio.

Eppure, dal 2001 ad oggi, sono ancora tanti i dirigenti generali della Regione ‘pescati’ dalla ‘terza fascia dirigenziale’. E alcuni di questi sono ancora in carica.

Secondo problema (legato a doppio filo al primo): è vero, su tali pagamenti ci sono stati, in molti casi, pronunciamenti della Giurisdizione. Alla luce delle difficoltà a ricostruire la genesi di questi debiti fuori Bilancio, una domanda potrebbe risultare interessante: come si è difesa la Regione?

Si sa, spesso i pronunciamenti – soprattutto quando una vicenda è controversa – dipendono anche dalla ‘qualità’ della difesa.

Insomma, su questi debiti fuori Bilancio – che per la prima volta approdano all’Ars – c’è, come si usa dire dalle nostre parti, un po’ di rivugghio…

Non dobbiamo dimenticare che sui debiti fuori Bilancio dei Comuni non sempre le cose sono chiare: al contrario, in molti casi sono un po’ opache. Soprattutto là dove i Comuni, una volta finiti davanti la Giurisdizione, sono quasi sempre soccombenti.

Come finirà? E’ noto che, nell’attività legislativa, i parlamentari dovrebbero essere tutelati da eventuali azioni di risarcimento.

Questa tesi, negli anni passati, ha convinto i componenti della Commissione legislativa Sanità dell’Ars ad approvare le assunzioni di personale nel Servizio 118, il pronto intervento sul territorio per trasportare i malati nei Pronto Soccorso.

Poi, però, tutti i parlamentari regionali dell’epoca che facevano parte di questa Commissione legislativa dell’Assemblea regionale siciliana si sono ‘beccati’ una bella condanna per danno erariale dalla Corte dei Conti.

E’ per questo che, stasera, pronto accomodo – senza sapere né leggere, né scrivere, sempre per utilizzare un modo di dire delle nostre parti – i parlamentari della Commissione Bilancio e Finanze si sono guardati bene dall’approvare i debiti fuori Bilancio?

Della srie: megghiu riri chi sacciu chi diri chi sapia…

In effetti, lo scenario che si prospetta è nuovo. Dalla fine degli anni ’90 del secolo passato ad oggi, grazie alle leggi Bassanini – la ‘celeberrima’ separazione tra politica e burocrazia – i politici hanno fatto prendere il ‘fuoco con le mani’ ai burocrati.

Oggi, invece, assistiamo a una quasi vendetta della storia, con i politici (in questo caso i deputati dell’Ars, supponiamo della maggioranza di centrosinistra: ci sembra difficile che le opposizioni si cimenteranno con questa novità) che debbono approvare atti compiuti dagli alti burocrati di cui non si sa molto…

Come finirà? A  nostro avviso i parlamentari dell’Ars vorrebbero avere la certezza che, votando, nessuno un giorno li possa chiamare a rispondere di eventuali problemi. Ma una cosa del genere è possibile?

Non siamo in grado di rispondere a tale domanda.

 

 

 

 

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