La deliziosa fatina alata compagna di avventure di Peter Pan si è data al giornalismo. Ed è riuscita a fare dire all’assessore-commissario cose inaudite che mai avrebbe detto a nessun giornalista (anche perché certe cose non gliele chiedono…)
Tutto potevamo aspettarci, ma non una telefonata di Trilly, nota al pubblico anche come ‘Campanellino’, la deliziosa fatina alata compagna di avventure di Peter Pan. Dice che da quando il suo amico Peter è cresciuto e non vive più sull’Isola che non c’è, si è data al giornalismo. E che ha deciso di contattarci perché, passando da via Notarbartolo, a Palermo, ha visto un ‘giovanotto’ che sembrava essere il suo Peter in versione borghese. Dopo un’ora di discussione, abbiamo capito che parlava di Alessandro Baccei e, finalmente, alla fine si è convinta che quel ‘giovanotto’ che aveva attirato la sua attenzione, altro non è che l’assessore- commissario all’Economia inviato sulla nostra Isola da Roma.
Pure se non è Peter, Trilly, però, si è invaghita lo stesso (“è comunque un ragazzo che è arrivato volando su un Isola”) e ci ha chiesto se fossimo disponibili a pubblicare una sua intervista ad “Alessandro-Peter”, come lo chiama lei. Come dire di no a Trilly? Le abbiamo suggerito di studiare il dossier e l’abbiamo avvisata del fatto che di solito rilascia interviste solo a chi non fa troppe domande. Ma è riuscita nell’intento, nemmeno Baccei può dire no a Trilly. Ecco, allora , in esclusiva, l’intervista della bella fatina all’assessore commissario (chiediamo scusa per gli eccessi, ma come detto si è invaghita…).
Trilly: Intanto grazie per avere accettato di incontrarmi. Come hai trascorso le vacanze?
Alex-Peter: “Benissimo, mi sono innamorato del mare siciliano, quello delle Egadi in particolare, una meraviglia. Altro che Caraibi. E il cibo, una poesia! La Sicilia è davvero splendida!”
Trilly: Che bello sentirti parlare così. Sai, in giro non si dicono grandi cose di te. Dicono che sei arrivato qui per imporre misure draconiane e seppellire i diritti dei Siciliani… Io non voglio crederci, i tuoi occhi mi dicono altro, mi ricordi un caro amico…
Alex-Peter: “Ti dicono bugie, io amo la Sicilia e sono un grande estimatore delle sue bellezze, come sa bene chi mi conosce da vicino. Il problema, semmai, è che sono il solo…”
Trilly: Certo che sei unico!! Perdonami…, in che senso?
Alex-Peter: “Vedi, è vero che io sono arrivato qui su mandato del Governo nazionale per tagliare la spesa e tutto quello che si può tagliare alla faccia dei Siciliani tutti. Per Roma la Sicilia è una regione laboratorio da sempre. Qui hanno deciso di sperimentare il modello greco di austerità spinta. Vero è anche che l’obiettivo del Governo nazionale a cui rispondo, era pure quello di rendere impossibile ogni giusta rivendicazione dei Siciliani in tema di tributi. Tutto questo è vero, ma né io né i miei datori di lavoro ci aspettavamo che i politici siciliani fossero d’accordo…”
Trilly: Alex mi confondi e poi sai, i tuoi occhi mi distraggono…
Alex-Peter: “Anche tu sei molto carina Trilly, ma sono già impegnato….Lascia che ti spieghi: in ogni lavoro ti vengono dati degli obiettivi. Ti viene, ovviamente, richiesto il massimo. Ma tutti i datori di lavoro sanno che si chiede 10 anche solo per ottenere 7. In questo caso mi hanno detto: tu chiedi più che puoi, loro ovviamente si opporranno e raggiungiamo un compromesso come succede nella altre regioni, soprattutto quelle speciali come questa. Ma nessuno si è opposto e quindi, contro ogni logica previsione, ho ottenuto più di quello che avevamo preventivato”.
Trilly: Vuoi dire che i politici siciliani ti hanno lasciato massacrare i Siciliani senza proferire parola?
Alex-Peter: “SI!!! Ed è questo che ci ha lasciati esterrefatti. Ho proposto tagli che hanno lasciato migliaia di lavoratori senza stipendio, e me li hanno approvati. Tagli che hanno lasciato i Comuni senza soldi e tutto va bene. Ho chiuso società regionali per aprire la porta ai privati che faranno spendere il doppio alla Regione e non hanno detto niente. Ho confuso le carte in tema di Statuto per allontanare lo spettro della rivendicazione dei tributi, e tutti muti. Io, anzi noi, avevamo previsto di ottenere la metà di quello che abbiamo ottenuto. Ma i politici siciliani ci hanno regalato tutto, oltre ogni previsione”.
Trilly: Non ci posso credere…
Alex-Peter: “Nemmeno io, ma è così. Prendi ad esempio gli accordi Stato-Regione. L’ultimo, quello predisposto negli uffici di Padoan e firmato a Giugno da un tale Crocetta. E chi si aspettava che lo approvasse l’Ars? Te lo dico, ma questo non lo pubblicare: è una vicenda vergognosa. Si regalano a Roma i soldi dei contenziosi con lo Stato che la Sicilia potrebbe incassare, mentre l’Isola è in ginocchio, e si calpestano i diritti statutari in cambio di 500 milioni che pure se arrivano, dovranno comunque essere restituiti. Quel fondo, infatti, va reintegrato con le entrate tributarie. Quindi lo Stato non dà un bel nulla, prende e basta. Ma chi si aspettava che anche l’Ars lo approvasse? A Roma mi hanno detto: vai così, pretendi cento, otterremo 50. Invece 100, anzi di più. In nessuna regione italiana si sarebbe accettato un tale accordo”.
Trilly: Che tristezza Alex, ma tu…
Alex-Peter: “Ma io cosa? E’ il mio lavoro e d’altronde è già strano che i politici siciliani mi abbiano accettato come assessore. Non ti sembra? Poi ti devo dire che, essendomi via via innamorato della Sicilia, ho cercato di suonare l’allarme, ma niente…”.
Trilly: A cosa ti riferisci?
Alex-Peter: “Nel corso di una affollata conferenza stampa ho denunciato, fornendo i numeri, che la Sicilia, pur avendo un reddito pro-capite tra i più bassi, è la regione che paga di più in termini di contributo alla finanza pubblica italiana. Siamo passati da 600 milioni all’anno, al doppio e, come giustamente rilevato dalla Corte dei Conti, arriveremo a 1,8 miliardi. Più della Lombardia, più di tutte. Sarebbe stato logico aspettarsi una rivolta del Parlamento siciliano, invece niente. Che devo farla io la battaglia? Io ti do gli elementi, ma non posso essere io che rispondo a Roma a guidare le truppe. Ma non solo…”.
Trilly: Oh Dio Alex, questa è l’Isola che non c’è o l’isola dei traditori?
Alex-Peter: “Fai tu. Io posso solo dirti che anche all’Ars, quando si doveva approvare l’accordo Stato-Regione, ho detto volutamente una serie di corbellerie in tema di diritti tributari. Aspettandomi una reazione veemente. Invece niente. A parte l’opposizione, ovviamente. Ma io la reazione me l’aspettavo dalla maggioranza: mai avrei creduto che deputati siciliani al Governo di questa regione potessero arrivare a svendere il futuro dei loro conterranei, mai e poi mai. E che dire della mia denuncia al l’Espresso? A Roma si sono incavolati temendo che quelle dichiarazioni avrebbe dato vita ad una rivolta. Ho rischiato il posto. Per fortuna mia, anche il fatto che la Sicilia dovrebbe incassare sette miliardi di euro in più ogni anno, non interessa ai partiti che governano la Sicilia”.
Trilly: Sono scioccata…
Alex-Peter: “Non lo dire a me. Certo la mia carriera ci guadagnerà, anche se pure a Roma sanno che quanto è successo qui non si potrebbe ripetere in nessuna altra regione. I politici venduti ci sono ovunque, ma qui è una epidemia. Sai le risate che si fanno a Roma ogni volta che porto a casa questi risultati? Ma io provo amarezza”.
Trilly: Addirittura risate, ma poveri Siciliani…
Alex-Peter: “Funziona così, homo homini lupus. La Sicilia colonia era e colonia è. Fa ridere il fatto che questa meravigliosa Sicilia sia governata da gente miserabile,nemica dei Siciliani, da gente che svende il futuro di questa terra in cambio di chissà quale poltrona. Tragicamente ridicolo”.
Trilly: Cosa posso fare io per aiutare i miei amici Siciliani?
Alex-Peter: “Con la tua polverina magica potresti svegliare la gente, fare venire i rimorsi di coscienza ai giornalisti complici che non raccontano dei furti e delle rapine dello Stato e che passano le nostre veline, o magari, quando c’è seduta all’Ars, con tutta la Giunta presente, falli sparire tutti in un colpo solo. Lascia il Palazzo, però, che è bello. Ma fallo prima che regalino al Governo nazionale pure i tagli alla sanità. Stanno solo fingendo di opporsi, lo hanno scritto loro il piano. Ma non le posso dire io queste cose. “.
Trilly: Va bene, ci penserò. Intanto, tu che fai stasera?
Alex-Peter: “Ehm…”.
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