Si avvicina il 19 Luglio. E si preparano le solite passerelle tricolorate. Ma la memoria del magistrato ucciso in via D’Amelio non merita la bandiera di quello Stato che lo ha tradito, anzi di più. Invitiamo i nostri amici Siciliani a recarsi in via d’Amelio con una marea di bandiere della Trinacria. Che il giallo-rosso oscuri il tricolore della vergogna…
Martedì 19 Luglio ricorre l’anniversario della strage d via D’Amelio. Il giudice Paolo Borsellino, come e forse più di Giovanni Falcone, ucciso 2 mesi prima, aveva toccato i fili dell’alta tensione. Grossi appalti, trattativa Stato-mafia, interessi che della mafia si servivano come di una società di servizi.
In quella calda giornata di Luglio, con il giudice coraggioso e gentiluomo (come lo descrive chi lo ha conosciuto) saltarono in aria i cinque agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Quando era in vita ci aveva avvisati: “Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma a volere la mia morte saranno altri” disse Borsellino. Ancora ci vengono a raccontare la ‘favoletta’ dei boss di Corleone- la manovalanza- e ancora fingiamo di crederci.
Non è ora di dire basta?
Il fratello, Salvatore, lo dice da sempre: “La strage di via D’Amelio è stata una strage di Stato”. Dello Stato italiano e di certo non l’unica. Già questo dovrebbe bastare a farci indignare ogni volta che qualcuno parla di Paolo Borsellino come di un eroe italiano. Paolo Borsellino è un Eroe Siciliano. Dall’Italia non ha avuto proprio niente se non male.
La stessa Italia che oggi mette i bastoni tra le ruote al PM,Nino Di Matteo, che su quella trattativa fiutata da Borsellino sta indagando. La stessa Italia accusata da Lucia Borsellino, figlia di Paolo, che nei giorni scorsi non ha esitato a dire che sulla strage “non è stata fatto ciò che sarebbe stato giusto si facesse. Il lavoro fatto è tanto ma per quello che sta emergendo credo ci si debba interrogare se veramente ci si possa fidare in toto delle istituzioni. Scusate se dico questo in una sede istituzionale, ma il sospetto che uomini dello Stato abbiano potuto tradire un altro uomo dello Stato, mi fa vergognare e mi spinge a chiedere un supporto a chi ritiene di potersi impegnare nella ricerca della verità“.
Più chiaro di così….
Anni bui quelli. Anni in cui cambia l’Italia. Sia politicamente che economicamente. Ricordiamo- solo per citare fatti di cui non si parla abbastanza quando si ricostruiscono quegli anni- che nel Giugno del 1992 va in scena l’operazione Britannia (ve ne parliamo qui). Le élite della finanza mondiale decidono di comprarsi l’Italia e lo fanno. Si comincia a demolire la democrazia a massacrare gli asset strategici del Paese. Un disegno che si intreccia con altre oscure trame di quell’infame periodo che di certo non prevedeva la presenze di uomini come Borsellino o come Giovanni Falcone.
Sappiamo con certezza che non ci faranno mai sapere quali interessi muovevano le fila di quegli anni e che non sapremo mai chi sono quegli “altri’ di cui parlava Borsellino.
Ma sappiamo abbastanza per urlare con orgoglio che Paolo Borsellino è un eroe Siciliano non solo perché è nato in Sicilia e perché dei siciliani incarnava la parte migliore, ma soprattutto perché dall’Italia non è stato protetto, dall’Italia è stato tradito e probabilmente ammazzato.
Ci sconcerta, dunque, l’annunciata passerella di politici italiani pronti a venire a raccattare qualche flash per il 19 Luglio a Palermo. L’inutile Commissione parlamentare antimafia, in primis. Con la sua leader, Rosy Bindi. Che volete? Che venite a fare? Volete onorare la memoria di Borsellino? Fatelo aiutando gli inquirenti a scoprire la verità. Oppure, statevene a casa vostra. Voi e le vostre bandiere tricolorate.
Invitiamo i nostri amici Siciliani a recarsi in via d’Amelio il 19 Luglio con una marea di bandiere della Trinacria. Che il giallo-rosso oscuri il tricolore della vergogna.
AGGIORNAMENTO 19 LUGLIO:
Via D’Ameliio, S.Borsellino: “Di Matteo braccato, magistrati imbavagliati”
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