‘Patto’ Renzi-Crocetta3/ La Sicilia saluta l’Autonomia finanziaria: a Roma a 90°…

1 luglio 2016

Concludiamo con questo articolo il nostro ‘viaggio’ nel secondo ‘Patto scellerato’ che il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, ha siglato con Roma. Dai ‘numeri’ che leggerete emerge la volontà non solo di Crocetta, ma delle forze politiche che lo sostengono, PD in testa, di sbaraccare l’Autonomia finanziaria della nostra Regione. Perché stanno facendo questo? Perché questo attacco senza precedenti al futuro dei giovani Siciliani? I 500 milioni di Euro ‘fantasma’, lo split payament sull’IVA e l’incredibile rinuncia ai contenziosi

Care lettrici  e cari lettori, siete sicuri di volere andare avanti? Sì? Bene.

Nell’attesa messianica che le norme di attuazione dello Statuto siciliano, sempre quelle, sempre belle, si incartino in un documento scritto e sottoscritto, lo Stato e la Regione, impersonata da Rosario Crocetta, colpevolmente lasciato solo dai suoi badanti, decidono che alla Regione – la quale, ve lo ricordate, ha pieno diritto a tutte le sue entrate patrimoniali – di quell’intero andranno “entrate pari a 5,61 decimi per l’anno 2016, a 6,74 decimi per l’anno 2017 e a 7,10 decimi a decorrere dall’anno 2018”.

Ma vi rendete conto? C’è un Presidente della Regione che, senza essere costretto, per quanto ne possiamo sapere, né con la minaccia delle armi, né sotto altri abominevoli ricatti personali, rinuncia, in nome  e per conto della Regione siciliana, e nel superiore interesse dei Siciliani e dei loro figli, al 7,65 dell’intero nei due anni 2016 e 2017 e, a regime, al 2,90.

Ovviamente, questo generoso nuovo sistema presuppone la chiusura di ogni pendenza col passato. E infatti “nel rispetto della leale collaborazione”, la Commissione paritetica, da organo sovrano e deliberante col potere di emanare, essa sola, il provvedimento finale, diventa esecutore bovino di quanto pattuito tra la volpe e il lemure e tradurrà questo nobile accordo  in “Norme  d’attuazione” (eccole!!).

E’ giunto il momento di parlare dei mitici 500 milioni, o 550, fate voi, non ha importanza, che ora ci sono, ora ci sono, che  verranno, che non verranno, forse su Rete 4, forse a Chi l’ha visto. I nostri parlamentari di Sala d’Ercole, o almeno quelli totalmente decerebrati, si stanno azzuffando come se questi soldi fossero lì, a portata di mano.

Nessuno di loro ha ovviamente letto attentamente l’accordo siglato dal lemure.

Che cosa dice l’accordo? Che questi soldi “sono accreditati in un sottoconto infruttifero della contabilità speciale di tesoreria unica intestata alla Regione”. E che “nel corso del 2016 la Regione non può utilizzare le predette risorse che restano depositate sulla contabilità speciale se non in carenza di altra liquidità disponibile per esigenze indifferibili legate al pagamento delle competenze fisse al personale dipendente…”

Nessuno nel dibattito all’Ars ha fatto cenno a questa clausola perché nessuno di quei ritardati lo ha capito e quelli che  l’hanno capito hanno preferito stare zitti. Lo diciamo chiaro e tondo noi.

Questi soldi, oltre che a destinazione vincolata e con l’obbligo di essere reintegrati con il gettito delle entrate (che ovviamente diminuiranno per la Sicilia del tanto quanto), non sono soldi nostri, ma un’anticipazione. Possono essere usati se finiscono gli altri soldi della Regione.

Vediamo come funzionerà. La Regione si spara le sue disponibilità per quello che le conviene. Questo conto l’abbiamo già fatto nelle prima due puntate del nostro approfondimento su questo secondo ‘Patto scellerato’ siglato da Crocetta con il Governo Renzi (che potete leggere qui). Esaurite le disponibilità, e non potendo pagare gli stipendi dei suoi impiegati, la Regione chiederà l’anticipazione a valere sui 500 milioni, ma solo per le spese obbligatorie, cioè gli stipendi. Per tutto il resto c’è il Tram (quello di Leoluca Orlando a Palermo…).

Quanto ci metterà lo Stato a darceli? Giorni? Mesi? Pazienza, cari ex colleghi, stringerete la cinghia.

Per quelli che non si sono ancora armati c’è un’altra chicca.

Anche lo Stato nella sua frettolosa avidità talvolta sbaglia. Infatti con l’istituzione dello split payament in tema di IVA (se non sapete che cos’è, il sottosegretario Davide Faraone lo sa, fatevelo spiegare da lui) non si è reso conto che le somme dovute in forza di quel meccanismo sono finite, com’era ed è giusto che sia, nelle ‘casse’ della Regione. Lo Stato, grazie alla disponibilità a 90° di Crocetta & compagni, ha rimediato anche a questo.

La Regione restituirà allo Stato 285 milioni di Euro annui, pari a quanto incassa su questo tipo di IVA. Al solito, se la Regione non paga, l’Agenzia delle Entrate si rivale.. et cet.  et cet.

E veniamo alla rinuncia ai ricorsi che, in questa tragedia pirandelliana, se non fosse una “tagliatina di faccia”, sarebbe il minimo.

La madre di tutte le condizioni per dare gambe a questo generoso ‘Patto’ pro Sicilia è la dimostrazione da darsi entro il 30 Settembre 2016 della rinuncia a tutti i ricorsi in materia di finanza pubblica promossi nei confronti dello Stato.

Senza questo atto di umiliante sottomissione nulla delle belle cose che lo Stato farà per noi nel nostro esclusivo interesse  avrà corso.

Ultima perla. Le somme riconosciute (bontà sua!) alla Regione “dal presente accordo sono comprensive degli effetti finanziari delle sentenze in materia di finanza”.

Notare la finezza. Ci riconoscono dei soldi, che non si assommano agli altri soldi che ci spettano per via di una sentenza a noi favorevole, ma vi vengono compresi. Il fatto che ce li mandano e noi li incassiamo è uguale alla rinuncia agli effetti della sentenza. Si tratta di poca roba in tanto benessere, quasi non contano, sono solo 25 milioni di Euro.

Perché lo Stato ci tratta così? Che cosa c’è sotto? Come è possibile che la politica siciliana subisca praticamente senza reagire, oltre allo sterile bla bla?

Chi si è fatto un’idea ce la comunichi. Le confronteremo con la nostra. E ne scriveremo.

sul tema:

Regione/ Il nuovo ‘Patto’ Renzi-Crocetta è frutto di circonvenzione di incapace

Il ‘Patto’ Renzi-Crocetta due: vi raccontiamo come Rosario ha ‘incaprettato’ 5 milioni di Siciliani

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