Il prof Massimo Costa commenta i risultati dei ballottaggi evidenziando il rischio che, come gli altri partiti, anche i grillini trascurino di affrontare la madre di tutte le questioni, ovvero quella finanziaria
Un colpo al sistema. Ma il rischio è che, per la Sicilia, nella sostanza, a parte qualche auto blu in meno, nulla cambi. A vincere questa tornata di amministrative è, infatti, un movimento che per quanto nuovo, su argomenti fondamentali per la nostra Isola, come la Questione Finanziaria, non sembra molto diverso dagli altri. E’ questa, in sintesi, l’analisi dei risultati del ballottaggio di Massimo Costa, leader del movimento indipendentista, Siciliani Liberi.
Il docente universitario, intanto, parte da un dato:”Qui come in Italia, la gente per metà non va più a votare. Il 48 % circa dei Siciliani chiamati alle urne ieri è stato a casa. Perché? Perché la politica è vista come lontana, incapace di dare qualsiasi risposta ai problemi veri. La gente intuisce che le vere decisioni sono prese altrove e le elezioni diventano così un inutile rito”.
Certamente, ragiona Costa, un colpo al vecchio sistema che oggi si chiama PD è stato dato “qui più che altrove”. E questo è certamente positivo, così come lo è l’affanno del centrodestra.
Ma i rischi, con il Movimento 5 Stelle al potere, per il leader di Siciliani Liberi, sono altrettanto grossi:
“Intanto, rischiano di rimanere preda del delirio di onnipotenza e di dare per scontata la vittoria alle regionali. Non è così, anche per una legge elettorale che potrebbe loro riservare brutte sorprese. I Siciliani si sono infatuati? Intanto, come detto l’astensionismo rimane alto e, poi, le infatuazioni dei Siciliani, per tradizione, durano per un tempo limitato. Quando si accorgono che il loro ‘amore’ non è corrisposto, cambiano strada”.
“L’errore che fanno i grillini siciliani- continua il professor Costa- è simile a quello fatto da altri partiti: ignorano la Questione Finanziaria Siciliana, che è la madre di tutte le battaglie. Non pretendere la revisione dei rapporti con lo Stato, non lottare affinché Roma trasferisca alla Sicilia tutte le risorse dovute (per stessa ammissione di Baccei parliamo di almeno 7 miliardi di euro l’anno) significa condannare la Sicilia al destino di sempre”.
“Meno auto blu – chiosa Costa- non ridaranno speranza a questa terra e il loro tentennamento nel prendere posizione contro lo Stato ‘predone’ li rende simili a tutti gli altri. Rimarranno intrappolati nel loro sterile moralismo, mentre la Sicilia, per cambiare veramente, ha bisogno di una rappresentanza propria che non si faccia derubare e che non debba prendere ordini da un De Maio di turno”. (A livello nazionale la critica del prof Costa riguarda la neutralità sull’euro qui trovate il post).
Per inciso, Siciliani Liberi aveva sollecitato il M5S a prendere posizioni sulla questione (come potete leggere qui), ma la risposta dei deputati regionali di questo movimento è stata il silenzio….
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