Si sono riuniti ieri in assemblea cittadina e hanno bocciato, senza se e senza ma, i progetti del Comune per la spesa dei fondi previsti dal patto. “Non si contemplano le emergenze, così come è non serve a niente”. Lavorano ad una bozza di revisione e si preparano alla protesta…
Sono in prima linea. Pronti, ancora un volta, a lottare per ciò in cui credono. Sono gli studenti universitari palermitani di diverse organizzazione (Anomalia e Collettivo universitario – di cui vi avevamo parlato qui – in primis) che, ieri, si sono riuniti in assemblea (aperta ai cittadini) al centro sociale Ex Carcere di via San Basilio per discutere del ‘Patto per Palermo’, quel piano di investimenti (in realtà fondi europei che già assegnati alle Regioni del Sud dei quali, non si capisce perché, il Governo Renzi si è appropriato) firmato in pompa magna dal Premier, Matteo Renzi, e dal sindaco della città, Leoluca Orlando.
Così come è, agli studenti questo ‘Patto per Palermo’non piace e sono determinati a fare sentire la loro voce per cambiarlo.
“Analizzandolo attentamente – dicono gli studenti – si tratta di briciole e contentini, volti a zittire i malcontenti che al Sud cominciano a farsi fastidiosi per il teatrino di perfezione messo in scena dal premier”.
Si tratta – lo ricordiamo – di 770 milioni di Euro (di cui 332 dal Fondo di Sviluppo e Coesione più altre risorse), più 90 milioni già stanziati dalla Commissione Europea nel programma PON Metro. Si prevedono interventi in cinque ambiti: infrastrutture, ambiente, sviluppo economico e produttivo, turismo e cultura e sicurezza urbana.
Ma come intende spenderli il Comune di Palermo? Malissimo, secondo gli studenti. Senza, cioè tenere conto di nessuna emergenza e di fattori importanti come l’inclusione sociale: “Investire nella riqualificazione del percorso arabo-normanno, ad esempio, senza tenere conto dell’emergenza abitativa, non ha senso. C’è una marea di immobili sfitti inutilizzati che vanno recuperati ed assegnati a chi ne ha bisogno. Non ci serve una vetrina: curare le ferite di una città significa, innanzitutto, inclusione e coesione sociale”.
Il Comune, però sembra avere altri piani rispetto ai più bisognosi, come confermano i prossimi 600 sgomberi che interesseranno varie zone della città (ve ne parleremo a breve) cui ieri ha accennato Tony Pellicane, del Comitato 12 Luglio – Lotta per la casa, che ha partecipato all’assemblea insieme con altri esponenti di organizzazioni simili: “Sembra assurdo quello che sto per dire ma l’Amministrazione Cammarata si è comportata molto meglio in tema di emergenza abitativa rispetto a questa Amministrazione che ha innalzato un muro di gomma sul tema”.
Tornando al ‘Patto’, i ragazzi hanno preparato una bozza di modifica del piano attuativo del ‘Patto per Palermo’ che consegneranno all’Amministrazione comunale:“Palermo non sarà mai una città europea se i parametri europei significano costruire distese di infrastrutture inutili volte ad aumentare l’immagine della città all’occhio del facoltoso turista che verrebbe a investire, e peggiorare sempre di più le condizioni di vita di chi, a colpi ben assestati di gentrificazione, viene relegato ai margini della città pur essendo l’unico ad aver diritto di viverla a pieno”.
“Il Patto non tiene conto di nessuna emergenza, questa è la verità”.
Gli interventi sono stati numerosi e appassionati e molti al femminile. Nessuno, in pratica, ha creduto alla propaganda del PD. Al contrario, è stato ricordato Michele Emiliano, governatore della Puglia che si è rifiutato di firmare un ‘Patto’ simile per la sua Regione contestando sia l’imposizione dall’alto che la sostanza: il Fondo di coesione prevederebbe molte più risorse per il Sud di quelle inserire in questi Patti propaganda. “Anche noi avremmo voluto una presa di posizione come quella di Emiliano”, ha detto uno studente. Il problema è che la Sicilia ha Rosario Crocetta, che ad Emiliano non gli somiglia proprio…
Tutti al lavoro dunque sulla bozza che dovrà essere condivisa e poi sottoposta all’attenzione del Comune “da cui ci faremo ascoltare con la lotta e la protesta”.
Singolare l’intervento di un esponente di Rifondazione Comunista, Frank Ferlisi, che a parte la comprensibile difesa d’ufficio degli assessori del suo partito in Giunta (presi di mira per la questione emergenza abitativa) ha, forse, sottovalutato, lo spirito battagliero e le convinzioni degli studenti: “Non credo che Rifondazione Comunista potrà firmare questo documento perché i progetti finanziati dal ‘Piano’ sono vincolati, non si possono cambiare. Lo stesso vale per gli sgomberi che sono atti dovuti”.
Un tentativo di spegnere le proteste? Se così fosse – ne dubitiamo – obiettivo mancato.
“Nessuno vi ha chiesto di firmare una bozza che non va firmata proprio perché bozza. Quando chiedevamo la firma parlavamo del manifesto con cui annunceremo la nostra protesta”, gli ha risposto una delle relatrici.
Ancora più esplicita un’altra studentessa: “Non saremmo qui se ci lasciassimo fermare da quello che secondo l’Amministrazione si può fare o non si può fare. La nostra lotta non avrebbe senso se ci fermassimo dinnanzi a codici o codicilli o quello che dice chi comanda. Il piano non contempla nessuna emergenza e noi ci faremo ascoltare con la protesta. Le cose non si cambiano ascoltando chi governa. Si riprendono i soldi europei? Se li riprendessero pure, così non ci servono”.
Insomma, anche Rifondazione Comunista è servita…
Vi aggiorneremo sul tema con ulteriori approfondimenti.
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