Caso Maniaci, Ingroia: “Complimenti a chi ha fatto il video per la stampa”

5 maggio 2016

Stamattina, ospite di Agorà, l’ex pm che difende Pino Maniaci, ha detto la sua. Sulle intercettazioni rese pubbliche attraverso un video, ha usato l’ironia. E ha parlato di uno scontro di lobby nell’antimafia che produce solo “disorientamento nei cittadini”

Dopo una intera giornata di lapidazione e processi mediatici, stamattina, ospite di Agorà (Rai 1) Antonio Ingroia, legale di Pino Maniaci ha detto la sua sul caso. Innanzitutto, sull’accusa di estorsione: “Per parlare di estorsione deve esserci la minaccia e poi il risultato di questa azione. Maniaci non ha mai ammorbidito la sua linea editoriale nei confronti dei sindaci coinvolti, anche nell’ordinanza della Procura mancano prove a riguardo”. Sul fatto che gli sia stato recapitato il divieto di dimora nello stesso giorno in cui sono stato arrestati dei mafiosi ha aggiunto: “Una caduta di stile da parte della Procura mettere nello stesso calderone gli arresti di ieri per mafia e il caso Maniaci. Per la sua storia, per le sue tante inchieste contro la mafia, non lo meritava”.

E poi, sulle intercettazioni rese pubbliche ha usato l’ironia:“Bravo il montatore della polizia che ha confezionato il video per la stampa, mettendo insieme pezzi scollegati tra loro”. E con la stessa ironia si è quindi chiesto “come mai le persone coinvolte nell’inchiesta giornalistica di Maniaci sui beni confiscati, dove si parla non di qualche centinaio di euro ma di centinaia di milioni, sapessero delle intercettazioni su Maniaci. Mi pare evidente – ha sottolineato Ingroia- che ci sia uno scontro di lobby e qualcuno ha trovato sponda nella polizia. Il risultato è che i cittadini si disorientano”.

Ingroia che non ha nascosto “il carattere ruvido£ del suo assistito, si è anche espresso sul vizio tutto siciliano di santificare i simboli dell’antimafia: “Questo è sempre sbagliato. Io stesso non ho mai santificato Maniaci, così come ora non lo demonizzo”.

In mattinata ha rilasciato questa dichiarazione alle agenzie di stampa: “Pensare che Maniaci abbia potuto vendere la propria attività per poche migliaia di euro è ridicolo. L’ho sentito ed esprime amarezza – dice Ingroia- per il trattamento da parte dei sui colleghi giornalisti che l’hanno già crocifisso senza conoscere la sua versione dei fatti, senza aver sentito l’altra campana”.

E ancora sulle intercettazioni: “Rilevo la sussistenza del reato di violazione del segreto d’ufficio perché qualche pubblico ufficiale ha fornito filmati e intercettazioni, prima ancora che l’indagato ne fosse a conoscenza. Lo denunceremo alle procure di Palermo e Caltanissetta”.

Ovviamente, Ingroia fa il suo mestiere di avvocato. Ma è sempre giusto sentire le due campane. Ognuno poi, la pensi come vuole, il processo si svolgerà nelle sedi opportune. Non nascondiamo, però, che ci ha fatto piacere che migliaia di lettori abbiano letto e stiano continuando a leggere il nostro post sulle voci fuori dal coro (lo trovate qui) che ci è sembrato doveroso scrivere ieri sera al termine di una giornata in cui si è dato sfogo ad una lapidazione incontrollata – anche su cose che non hanno nessuno rilevanza penale- che di certo non aiuta la comprensione del caso.

Tanta gente, dunque, è voluta andare al dì là del rogo mediatico e degli sfoghi di pancia, e questo è un fatto positivo, di per sé.

AGGIORNAMENTO

Caso Maniaci, estorsione + IVA?

 

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