Un sussulto di dignità del Parlamento siciliano porta all’approvazione della mozione contro la rinuncia ai contenziosi con lo Stato. 37 i voti favorevoli su 69 presenti, 31 i no. Prossimo passo una commissione di indagine per valutare il danno fatto ai Siciliani. Tutti i nomi
L’Assemblea regionale siciliana è tornata riunirsi per il secondo capitolo della questione ‘scippi romani’. In questo caso, parliamo della mozione contro la rinuncia ai contenziosi con lo Stato firmata nel 2014 dal Presidente della Regione, Rosario Crocetta. Rinuncia firmata all’insaputa di tutti e che ha privato la Sicilia di svariati miliardi di euro che avrebbe potuto incassare grazie ad alcune sentenze favorevoli della Corte Costituzionale. La mozione chiede al Governo siciliano di rivedere quel patto scellerato, che altro non è se non un bel regalino al governo Renzi.
Ieri, come sappiamo, la mozione in questione – la numero 439 del Maggio 2015 (primo firmatario Toti Lombardo, Mpa)- è arrivata a Sala d’Ercole, ad un anno esatto dalla sua presentazione. Un anno di boicottaggi da parte di chi non voleva affrontare il tema in Aula.Tanto che ormai l’avevamo definita ‘la mozione fantasma’. Ma evidentemente, nei giorni scorsi, i capigruppo non hanno più voluto accontentare il governo regionale, e hanno così deciso di metterla all’ordine del giorno. Meglio tardi che mai….
Sappiamo come è andata ieri (qui i dettagli):il PD, per bocca della capogruppo, Alice Anselmo, prima ha chiesto di rinviare la discussione e la votazione per l’assenza del governatore Rosario Crocetta (c’era solo l’assessore, Alessandro Baccei che ha minimizzato i danni arrecati dalla rinuncia, ma che comunque non è responsabile). Poi, visti i mugugni dei deputati, sempre il PD ha fatto venire meno il numero legale. Così il rinvio ed arriviamo ad oggi.
La seduta si è aperta alle 16.30. A presiederla, Giovanni Ardizzone (ieri era stato Giuseppe Lupo) che, in apertura di seduta, e qui la prima ‘sorpresa’- ha proposto di discutere prima la mozione 559 del Movimento 5 Stelle, ovvero la censura contro l’assessore all’Agricoltura, Antonello Cracolici (qui il contenuto).
Mossa che non è piaciuta a Toti Lombardo, il quale ha fatto notare che sarebbe stato opportuno occuparsi prima della sua mozione, visto che era già stata discussa il giorno precedente e che doveva solo essere votata, prima di aprire un nuovo fascicolo.
E già, a pochi minuti dall’apertura delle seduta, l’atmosfera si è fatta tesa e i lavori sospesi. Dopo qualche minuto di pausa, i deputati si mostrano decisi: si vota la mozione contro la rinuncia ai contenziosi. E, a sorpresa, viene approvata: 37 voti favorevoli su 69 presenti, 31 i no (in calce all’articolo l’elenco con tutti i voti e il testo della mozione).
Crocetta non ha detto una parola (ha votato no, ovviamente), nonostante ieri Il PD avesse annunciato un suo intervento sul tema (motivo per cui hanno chiesto il rinvio).
Per chiarezza di informazione bisogna dire che la mozione non vincola Crocetta, ma la sua approvazione ha una grande valenza politica. Innanzitutto dimostra che il governatore ha fatto una magagna in combutta col Governo nazionale in danno dei siciliani e di nascosto all’Ars; conferma che il ‘furto’ c’è stato e mette in difficoltà la maggioranza che ne esce sconfitta. Non ultimo, rivela un sussulto di dignità del Parlamento Siciliano contro uno scippo che grida vendetta in un momento in cui la Sicilia è senza un soldo (qui una panoramica della situazione finanziaria).
Soddisfatto Toti Lombardo: “E’ stata una fatica arrivare alla votazione di questa mozione- dice ai Nuovi Vespri.it- ma ce l’abbiamo fatta. Crocetta ora dovrebbe trarne le conseguenze politiche, 37 deputati gli hanno detto che deve reimpostare i rapporti con lo Stato scardinando le ruberie”.
Poi in una nota aggiunge:
“Oggi è una giornata storica per il Parlamento siciliano e per il popolo che rappresenta: con il voto che ha approvato la mozione presentata dal MpA, il Governo Crocetta e la sua maggioranza trasformista a guida PD escono sconfitti e dovranno ora tornare a Roma per cancellare il punto 6 dell’accordo del 5 giugno 2014 sottoscritto dal Presidente, un accordo che aveva calpestato 60 anni di autonomia. Oggi il Parlamento siciliano- continua Lombardo- ne ha giustamente fatto una questione di dignità ed orgoglio, su una vicenda che vale 5 miliardi di euro ed apre una stagione fondata sullo smantellamento dell’impalcatura finanziaria di ruberie e saccheggi impostata negli ultimi anni dal governo regionale, con atteggiamento prono ai voleri del governo centrale. Oggi – chiosa il deputato- si avvia una stagione nuova proiettata ad una maggiore autonomia e capacità di autodeterminazione del popolo siciliano”.
Prossimo passo, annuncia il giovane deputato del Mpa, – d’accordo con Ardizzone- l’istituzione di una commissione di indagine sul valore economico delle sentenze favorevoli a cui Crocetta ha rinunciato, visto che le stime parlano di 5 miliardi di euro, mentre ieri in Aula, Baccei aveva ridotto la cifra a meno di un miliardo.
A breve vi daremo ulteriori dettagli, i nomi di chi ha votato a favore e quelli che hanno votato contro.
AGGIORNAMENTO:
ECCO IL RESOCONTO DELLE VOTAZIONI: TUTTI I NOMI
QUI potrete leggere il testo della mozione n 439, a pag 6
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