Dopo il mare della Tunisia anche l’estuario del fiume Loira, in Francia, è stato sommerso da una grande marea di petrolio. Una scavatrice ha rotto una condotta della Total e il petrolio si è riversato nelle acque della foce del fiume Loira. I danni all’ambiente sono enormi. Il secondo, grave incidente dovrebbe fare riflettere tutti i cittadini italiani su quello che potrebbe succedere con le tante trivelle che oggi affollano i nostri mari
Dopo l’incidente avvenuto nel mare della Tunisia (ve ne abbiamo parlato qui), un altro incidente – con sversamento di petrolio – si è verificato in Francia, nell’estuario della Loira, nella località di Tragouët.
Una condotta della Total, che collega la raffineria Total di Donges a un deposito dislocato a Vern-sur-Seiche è stata danneggiata da una scavatrice. L’incidente sta causando la fuoriuscita di migliaia di litri di petrolio greggio. I danni ambientali sono ingentissimi.
Fino ad ora sarebbero stati contati 380 mila litri di petrolio. I danni sono notevoli. Sono state evacuate le abitazioni del luogo ed è stato proibito il consumo di acqua di falda.
Anche in questo caso – come per la Tunisia – vengono smentite le previsioni ‘tranquillizzanti’, stando alle quali i pozzi di petrolio sarebbero “sicuri”. Di sicurezza in sicurezza, gli incidenti – gravi – sono già due in meno di venti giorni: il primo, come già ricordato, in Tunisia; e adesso il secondo in Francia.
In Tunisia è stato danneggiato il mare delle isole Kerkennah. Oggi, in Francia, i danni riguardano la falda acquifera e una grande area della terraferma.
I due incidenti dovrebbero fare riflettere gli italiani su quello che potrebbe succedere nei nostri mari ‘infestate’ dalle trivelle volute dal Governo Renzi. Un motivo in più per recarsi in masse, in 17 Aprile, a votare per il referendum che punta a ridimensionare la presenza delle trivelle nei nostri mari.
Foto tratta da inmeteo.net
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