Un colpo durissimo per Puglia, Calabria e Sicilia e, in generale, per le agricolture mediterranee. Contrariamente a quello che cercano di farci credere, l’iniziativa del Parlamento di Strasburgo non aiuterà il popolo tunisino, ma, come ha raccontato nelle scorse settimane il presidente di Confragricoltura Sicilia, Ettore Pottino, aiuterà “gli imprenditori italiani e tedeschi che, senza pagare tasse, miscelano legalmente il loro olio tunisino con quello siciliano o italiano, o lo vendono con etichetta tunisina nei supermercati a prezzi low cost. Il nostro olio non può competere e viene svenduto o non viene acquistato”. Le dichiarazioni di Ignazio Corrao (Movimento 5 Stelle)
Il Parlamento Europeo ha approvato “l’invasione” dell’olio d’oliva tunisino in Europa. Il provvedimento è passato con con 500 sì, 107 no, 42 astenuti. Non conosciamo con precisione come hanno votato gli esponenti delle forze politiche. Ma visti i numeri è molto probabile che abbiano votato a favore gli europarlamentari che fanno capo ai partiti che oggi governano la UE: i Popolari e il PSE.
Ripetiamo: tra qualche ora dovrebbero arrivare i comunicati degli euro parlamentari italiani. Solo allora si potrà capire come hanno votato gli esponenti del PD e di Forza Italia. Precisazione importante, perché alcuni eurodeputati di questi due schieramenti eletti in Sicilia avevano annunciato il voto contrario.
Una forza politica che ha votato contro il provvedimento è il Movimento 5 Stelle, che ha cercato in tutti i modi di ostacolare l’import do olio d’oliva tunisino senza dazi doganali.
Ricordiamo che, grazie a questo voto, saranno 70 mila le tonnellate di olio d’oliva tunisino che invaderanno i mercati europei. Una manna dal cielo per i professionisti della sofisticazione dell’olio extra vergine di oliva, che non avranno più bisogno di acquistare il prodotto all’estero, visto che a portarglielo in casa sta pensando l’Unione Europea.
L’arrivo di questa montagna di olio d’oliva tunisino è un colpo durissimo per le agricoltura mediterranee (Italia, Spagna, Portogallo e Grecia) e, in particolare, per tre Regioni del Sud Italia: Puglia, Calabria e Sicilia. Mentre – lo ribadiamo – favorisce chi imbottiglia olio d’oliva extravergine (o presunto tale) estero e lo fa passare per olio d’oliva extra vergine italiano.
In attesa di ulteriori approfondimenti, va sottolineato che, contrariamente a come cercano di far credere a Strasburgo, l’import di questo fiume di olio d’oliva tunisino non aiuterà la Tunisia. Il perché l’ha spiegato con estrema chiarezza, nelle scorse settimane, il presidente di Confagricoltura Sicilia, Ettore Pottino, in un’intervista a La Sicilia di Catania (che potete leggere qui):
“In questi ultimi anni di delocalizzazione dell’agricoltura imprenditori siciliani, italiani, tedeschi, spagnoli ed europei in generale hanno spostato i propri interessi dove il denaro viene remunerato di più. Hanno fatto incetta di seminativi in Romania per beneficiare dei contributi della PAC, di agrumeti in Marocco per importare arance facendole passare per spagnole e, manco a dirlo, hanno comprato tutti gli oliveti tunisini usufruendo dello sgravio fiscale totale per dieci anni. Qui hanno investito rendendo innovativi gli impianti e, grazie alla manodopera a costo bassissimo e alla possibilità di impiegare fitofarmaci proibiti in Europa, invadono i nostri mercati di olio a 2-3 euro al chilo. Dunque, la Mogherini (Federica Mogherini, Alto rappresentante dello’Unione europea per gli Affari esteri ndr) e l’UE non daranno questo aiuto al popolo tunisino, non sosterranno la democrazia di quel Paese, ma i nostri imprenditori e quelli italiani e tedeschi che, senza pagare tasse, miscelano legalmente il loro olio tunisino con quello siciliano o italiano, o lo vendono con etichetta UE e Non-UE nei supermercati a prezzi low cost. Il nostro olio non può competere e viene svenduto o non viene acquistato”.
Se ne volete sapere di più potete leggere qui.
Aggiornamento: dichiarazione dell’eurodeputato del Movimento 5 Stelle, Ignazio Corrao:
“Quello andato in scena oggi in Parlamento Europeo è l’ennesimo atto di tradimento dei rappresentanti politici italiani nei confronti dei propri cittadini”.
Commenta così l’europarlamentare M5S Ignazio Corrao la votazione avvenuta oggi sul via libra all’ingresso senza dazi doganali di 35 mila tonnellate all’anno in Europa di olio tunisino.
“Abbiamo provato in tutti i modi a stoppare il provvedimento che porta la firma dell’alto rappresentante Federica Mogherini, longa mano di Renzi in Europa – aggiunge Corrao – ma evidentemente gli interessi che difendono i signori della maggioranza sono diversi rispetto a quelli dei cittadini. 500 favorevoli, 107 contrari e 42 astenuti. Tra i 500 voti favorevoli ovviamente ci sono quelli degli europarlamentari italiani del PD. Il provvedimento è stato voluto dal Governo targato Matteo Renzi ed avallato dai parlamentari del Partito Democratico. Gli stessi che poi vanno nei territori a parlare di tutele dell’agricoltura e sbandierare i mirabolanti numeri del PSR 2014-2020 così come avviene in Sicilia, dove il novello assessore Cracolici, insieme ad una europarlamentare del PD lanciano numeri e fanno disinformazione”.
“Ovviamente – prosegue Corrao – il modo migliore di reagire all’imbarazzo di appartenere al gruppo politico che affossa il settore dell’agricoltura va bilanciato con una dose di mistificazioni dei fatti. Cracolici e soci infatti durante questi incontri nelle città siciliane, addossano alla burocrazia europea la colpa del mancato utilizzo delle risorse del PSR 2007/2013, quando invece tutti sanno che l’Autorità di gestione dei fondi UE è la Regione siciliana e che negli ultimi 3 anni questo ruolo è stato ricoperto dal governo di cui Cracolici è esponente. Morale, delle figure istituzionali come il ministro Martina, l’assessore o peggio ancora dipendenti della commissione europea si prestano a partecipare a tristi teatrini politici che andavano di moda negli anni 70. Oltre al danno (risorse PSR e UE finiti in mano alla mafia, mai arrivati a potenziali beneficiari e sperperati per eventi, sagre e loghi da migliaia di euro), il settore agricolo siciliano è costretto a subire anche la beffa, infatti, almeno per altri 2 anni – conclude Corrao – la gestione dei nuovi fondi sarà nelle mani di chi ha creato, alimentato e non risolto i problemi dell’agricoltura siciliana”.
Alcune indicazioni.
A livello nazionale il Governo italiano ha boicottato tutte le sedi UE in cui avrebbe potuto opporsi al provvedimento, a cominciare dal ministro delle Politiche Agricole, Martina, che nel 2015 ha disertato senza giustificazione ben 9 Consigli europei su 13. È pertanto ridicolo da parte di Martina, oggi, ormai a cose fatte, dichiararsi contrario all’import di olio tunisino rimandando la soluzione del problema a controlli futuri. Una scusa già adottata in passato e smentita dai recenti dati dei Nas dei Carabinieri secondo cui solo nell’ultimo anno sono quadruplicate le frodi ai danni dell’olio extravergine d’oliva italiano.
Un aiuto alla povera Tunisia in difficoltà? Tutt’altro. L’attuale primo ministro tunisino. Habib Essid è, infatti, uno dei maggiori produttori di olio del Paese e dal 2004 al 2010 è stato persino direttore esecutivo del Consiglio oleicolo internazionale.
Hanno votato a favore del provvedimento gli europarlamentari del PD Gianni Pittella, David Sassoli, Cecile Kyenge eSergio Cofferati. Non hanno partecipato al voto Alessia Mosca e Goffredo Bettini che, invece, in Commissione Commercio Internazionale avevano dato il primo via libera. Altri del PD dalla Bonafè alla Picierno sapevano benissimo che il provvedimento avrebbe avuto la maggioranza e hanno votato contro, visto che i loro voti erano ininfluenti rispetto all’esito finale.
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